This thesis identifies the major evidential issues of EU competition law enforcement and the principles and rules on proof followed by the CJEU and the national courts to solve them. Analising the case law, the thesis considers how the decisions of the Luxembourg Courts influence the evaluation of evidence of English and Italian judges, both in the public and the private enforcement. Chapter I, after clarifying which rules govern evidential issues before the different authorities, tackles the nature of evidence and criticises its characterisation according to the traditional substance-procedure dichotomy. Chapter II explores the reasons why a significant degree of convergence is reached, well beyond the effet utile standard, by the case law of the CJEU and that of the analysed countries (England/Wales and Italy). It also shows that the peculiarities of the enforcement of EU competition law and the crucial role played by evidence in this field are important factors promoting the process of convergence. In Chapter III, the analysis is extended to the gathering of evidence. In this phase, despite the diversity characterising the national administrative procedures, convergence is promoted, on the one hand, by the coordination mechanisms provided by EU law to foster the free movement of evidence and, on the other, by the fundamental rights standards that Member States are bound to follow. The conclusions show how, having been tested by means of judicial integration, the adoption of uniform rules of evidence in EU competition law, complementing Article 2 of Regulation (EC) 1/2003, is conceivable and desirable.

La tesi esamina vari aspetti relativi alla prova nel diritto europeo della concorrenza, riguardo ai quali principi e regole comuni vengono adottate sia dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che dalle corti nazionali. Attraverso l’analisi delle decisioni in materia di concorrenza, la tesi considera l’influenza esercitata dalla giurisprudenza della Corte di Lussemburgo sulla valutazione delle prove in due giurisdizioni nazionali, quella inglese e quella italiana, sia nel public che nel private enforcement. Il primo capitolo, dopo aver illustrato i regimi probatori applicati dalle diverse autorità, affronta il problema della natura della prova e propone una critica della tradizionale rigida distinzione tra profili sostanziali e procedurali. Il secondo capitolo esplora le ragioni per le quali un considerevole livello di convergenza viene raggiunto tra la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la giurisprudenza delle corti degli Stati membri analizzati, ben oltre il rispetto del principio dell’effetto utile. Secondo la ricostruzione riproposta, il ruolo cruciale giocato dalla prova in questo campo e le peculiarità del sistema europeo della concorrenza sono fattori determinanti nel processo di ravvicinamento delle discipline probatorie. Nel terzo capitolo, l’analisi si sofferma sull’acquisizione e formazione della prova. In fase di raccolta della prova, nonostante la diversità che caratterizza i procedimenti amministrativi nazionali, la convergenza è stimolata, da un lato, dagli strumenti europei che promuovono la libera circolazione della prova e, dall’altro, dalla tutela dei diritti fondamentali che gli Stati membri sono tenuti a rispettare. L’analisi porta a concludere che alcuni principi uniformi in tema di prova nel diritto europeo della concorrenza siano già osservati dai giudici nazionali e che un corpo di norme comuni dovrebbe essere adottato, ad integrazione della scarna disciplina della prova contenuta nel Regolamento (CE) 1/2003.

Evidence and Proof in EU Competition Law: Between Public and Private Enforcement / Volpin, Cristina. - (2014 Jan 29).

Evidence and Proof in EU Competition Law: Between Public and Private Enforcement

Volpin, Cristina
2014

Abstract

La tesi esamina vari aspetti relativi alla prova nel diritto europeo della concorrenza, riguardo ai quali principi e regole comuni vengono adottate sia dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che dalle corti nazionali. Attraverso l’analisi delle decisioni in materia di concorrenza, la tesi considera l’influenza esercitata dalla giurisprudenza della Corte di Lussemburgo sulla valutazione delle prove in due giurisdizioni nazionali, quella inglese e quella italiana, sia nel public che nel private enforcement. Il primo capitolo, dopo aver illustrato i regimi probatori applicati dalle diverse autorità, affronta il problema della natura della prova e propone una critica della tradizionale rigida distinzione tra profili sostanziali e procedurali. Il secondo capitolo esplora le ragioni per le quali un considerevole livello di convergenza viene raggiunto tra la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la giurisprudenza delle corti degli Stati membri analizzati, ben oltre il rispetto del principio dell’effetto utile. Secondo la ricostruzione riproposta, il ruolo cruciale giocato dalla prova in questo campo e le peculiarità del sistema europeo della concorrenza sono fattori determinanti nel processo di ravvicinamento delle discipline probatorie. Nel terzo capitolo, l’analisi si sofferma sull’acquisizione e formazione della prova. In fase di raccolta della prova, nonostante la diversità che caratterizza i procedimenti amministrativi nazionali, la convergenza è stimolata, da un lato, dagli strumenti europei che promuovono la libera circolazione della prova e, dall’altro, dalla tutela dei diritti fondamentali che gli Stati membri sono tenuti a rispettare. L’analisi porta a concludere che alcuni principi uniformi in tema di prova nel diritto europeo della concorrenza siano già osservati dai giudici nazionali e che un corpo di norme comuni dovrebbe essere adottato, ad integrazione della scarna disciplina della prova contenuta nel Regolamento (CE) 1/2003.
29-gen-2014
This thesis identifies the major evidential issues of EU competition law enforcement and the principles and rules on proof followed by the CJEU and the national courts to solve them. Analising the case law, the thesis considers how the decisions of the Luxembourg Courts influence the evaluation of evidence of English and Italian judges, both in the public and the private enforcement. Chapter I, after clarifying which rules govern evidential issues before the different authorities, tackles the nature of evidence and criticises its characterisation according to the traditional substance-procedure dichotomy. Chapter II explores the reasons why a significant degree of convergence is reached, well beyond the effet utile standard, by the case law of the CJEU and that of the analysed countries (England/Wales and Italy). It also shows that the peculiarities of the enforcement of EU competition law and the crucial role played by evidence in this field are important factors promoting the process of convergence. In Chapter III, the analysis is extended to the gathering of evidence. In this phase, despite the diversity characterising the national administrative procedures, convergence is promoted, on the one hand, by the coordination mechanisms provided by EU law to foster the free movement of evidence and, on the other, by the fundamental rights standards that Member States are bound to follow. The conclusions show how, having been tested by means of judicial integration, the adoption of uniform rules of evidence in EU competition law, complementing Article 2 of Regulation (EC) 1/2003, is conceivable and desirable.
EU Competition Law, Evidence, Proof, Comparison between Public and Private Enforcement, Procedural Convergence, Diritto europeo della concorrenza, regole sulla prova, la prova nel diritto antitrust
Evidence and Proof in EU Competition Law: Between Public and Private Enforcement / Volpin, Cristina. - (2014 Jan 29).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3423677
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