This work has investigated Vittore Carpaccio's art, focusing on three particular points: the painter's apprenticeship, the canvases of the St. Ursula cycle and his drawings. I have identified a group of paintings whose characteristics qualify them as early works, to be dated before the beginning of the St. Ursula cycle, in 1490, when Carpaccio already stands as a mature painter. After this phase, Carpaccio seems to look for new suggestions, which come from the Ferrarese Painting, probably during the mid-eighties of the Fifteenth century. This research wanted also to reinforce the thesis of a journey by the master in central Italy, formulated by some scholars during the last century and to us still valid, despite recent trends to deny it. This work also affords the study of the mathematical principles in the Carpaccio's paintings, especially in the St. Ursula canvases, trying to reconstruct the painter's apprenticeship with the mathematician Girolamo Malatini, as handed down by Daniele Barbaro in a manuscript. The study of the cycle has an important tradition, which has laid the basis for the present research. It has attempted to understand the chronology of the nine canvases, also studying the preparatory drawings and the copies, trying to understand the reasons for the great changes that occur in the transition from the first to the last paintings, in favor of a new sense of color and light. The last part of the thesis concerns the study of the Carpaccio's drawings and it is a catalogue raisonné, in chronological order, with the original, the workshop drawings and ancient copies.
Questo lavoro ha come oggetto di indagine la produzione di Vittore Carpaccio, articolandosi attorno a tre nodi principali: la sua formazione, il ciclo di Sant'Orsola e il catalogo dei disegni. E' stato identificato un gruppo di dipinti le cui caratteristiche formali e i cui riferimenti ad Antonello e Giovanni Bellini consentono di ipotizzare che si tratti di opere giovanili, da datare prima del 1490 che determina l'avvio del ciclo di Sant'Orsola, in cui in maestro si presenta quale artista maturo. Dopo questa prima fase il maestro sembra allontanarsi da queste suggestioni a favore di un avvicinamento alla pittura ferrarese, che a nostro avviso caratterizza la metà degli anni Ottanta del Quattrocento. Il presente lavoro ha inoltre inteso ribadire l'utilità dell'ipotesi formulata da una parte della critica del secolo scorso, convinta che Vittore abbia compiuto un viaggio che lo possa avere messo in contatto con la pittura centro-italiana e specialmente urbinate. La ricerca ha anche riguardato l'approfondimento degli aspetti di calcolata costruzione prospettica che i dipinti carpacceschi, specialmente i teleri di Sant'Orsola, mettono in campo. In questo senso è stato dato rilievo all'affermazione manoscritta di Daniele Barbaro circa l'apprendistato di Carpaccio presso Girolamo Malatini, del quale si è cercato di ricostruire il magistero, addensando le notizie biografiche. Lo studio del ciclo di teleri per la Scuola di Sant'Orsola conta di una solida tradizione di studi, che ha gettato solide basi all'interno delle quali il presente lavoro ha tentato di comprenderne la cronologia interna e le ragioni del profondo mutamento che si verificano nella pittura carpaccesca nel passaggio dai primi agli ultimi teleri, in cui si allentano i vincoli disegnativi a favore di un nuovo senso del colore e della luce. Se gli esiti di questa parte del lavoro confluiscono nella sezione saggistica, che comprende anche qualche riflessione sul mutamento della pittura carpaccesca al trapasso di secolo, lo studio della grafica carpaccesca si concreta nella catalogazione che conclude il lavoro. Il catalogo, ordinato cronologicamente, privilegia i disegni autografi, non trascurando quelli della bottega più stretta e le copie antiche, talvolta in grado di trasmettere informazioni importanti circa gli originali da cui sono tratte. Dallo studio dei disegni, analizzati nei loro aspetti materiali e tecnici, cronologici e di provenienza, sono scaturite le riflessioni sulla grafica carpaccesca che costituiscono il capitolo settimo di questa tesi.
VITTORE CARPACCIO. STUDIO DELLA FORMAZIONE DEL MAESTRO E DEL CICLO DI SANT'ORSOLA. CATALOGO DEI DISEGNI / Menato, Sara. - (2014).
VITTORE CARPACCIO. STUDIO DELLA FORMAZIONE DEL MAESTRO E DEL CICLO DI SANT'ORSOLA. CATALOGO DEI DISEGNI
Menato, Sara
2014
Abstract
Questo lavoro ha come oggetto di indagine la produzione di Vittore Carpaccio, articolandosi attorno a tre nodi principali: la sua formazione, il ciclo di Sant'Orsola e il catalogo dei disegni. E' stato identificato un gruppo di dipinti le cui caratteristiche formali e i cui riferimenti ad Antonello e Giovanni Bellini consentono di ipotizzare che si tratti di opere giovanili, da datare prima del 1490 che determina l'avvio del ciclo di Sant'Orsola, in cui in maestro si presenta quale artista maturo. Dopo questa prima fase il maestro sembra allontanarsi da queste suggestioni a favore di un avvicinamento alla pittura ferrarese, che a nostro avviso caratterizza la metà degli anni Ottanta del Quattrocento. Il presente lavoro ha inoltre inteso ribadire l'utilità dell'ipotesi formulata da una parte della critica del secolo scorso, convinta che Vittore abbia compiuto un viaggio che lo possa avere messo in contatto con la pittura centro-italiana e specialmente urbinate. La ricerca ha anche riguardato l'approfondimento degli aspetti di calcolata costruzione prospettica che i dipinti carpacceschi, specialmente i teleri di Sant'Orsola, mettono in campo. In questo senso è stato dato rilievo all'affermazione manoscritta di Daniele Barbaro circa l'apprendistato di Carpaccio presso Girolamo Malatini, del quale si è cercato di ricostruire il magistero, addensando le notizie biografiche. Lo studio del ciclo di teleri per la Scuola di Sant'Orsola conta di una solida tradizione di studi, che ha gettato solide basi all'interno delle quali il presente lavoro ha tentato di comprenderne la cronologia interna e le ragioni del profondo mutamento che si verificano nella pittura carpaccesca nel passaggio dai primi agli ultimi teleri, in cui si allentano i vincoli disegnativi a favore di un nuovo senso del colore e della luce. Se gli esiti di questa parte del lavoro confluiscono nella sezione saggistica, che comprende anche qualche riflessione sul mutamento della pittura carpaccesca al trapasso di secolo, lo studio della grafica carpaccesca si concreta nella catalogazione che conclude il lavoro. Il catalogo, ordinato cronologicamente, privilegia i disegni autografi, non trascurando quelli della bottega più stretta e le copie antiche, talvolta in grado di trasmettere informazioni importanti circa gli originali da cui sono tratte. Dallo studio dei disegni, analizzati nei loro aspetti materiali e tecnici, cronologici e di provenienza, sono scaturite le riflessioni sulla grafica carpaccesca che costituiscono il capitolo settimo di questa tesi.| File | Dimensione | Formato | |
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