Background: Frailty is one of the most problematic expression of population ageing. It is a state of vulnerability and is associated with a greater risk for adverse outcomes such as falls, disability and death. Identifying early markers for the onset of this clinical syndrome is more than just a scientific challenge. One of the most important component of frailty is the sarcopenia, a progressive loss of skeletal muscle mass, strength, and power. Recent insight suggests that vitamin D may be important in preserving from muscle mass and, strength which are key components of frailty. Cognition and dementia have already been considered as components of frailty, but the role of frailty as a possible determinant of dementia has been poorly investigated. We examined the relationship between serum 25-hydroxyvitamin D (25OHD) levels and the presence of frailty syndrome, and the association between vitamin D deficiency and the onset of frailty in a sample of older male and female adults. We also estimated the predictive role of frailty syndrome on incident dementia in the same population. Methods: This research is part of the Progetto Veneto Anziani (Pro.V.A), an Italian prospective population-based cohort study conduct in Italy between 1995 and 2001 with follow up assessment at 4.4 years. A total of 1577 subjects (978 women and 599 men) aged ≥ 65 years completed interviews, medical examinations and functional assessments, and provided blood samples. For the purpose of the second part of this study, 1181 partecipans (712 women and 469 men) were studied, excluding subjects with alterations of MMSE. Serum 25OHD levels were measured at the baseline and categorized into clinical groups: 25OHD deficient (<50 nmol/L), insufficient (≥50 to <75 nmol/L) and sufficient (≥75 nmol/L). Frailty syndrome was defined using a modified measurement of Cardiovascular Health study criteria. Analyses were adjusted for relevant confounders including health status and physical performance. Results: Frailty was present at baseline in 457 (29%) subjects. The prevalence of frail syndrome was significantly higher among 25OHD-deficient participants compared to 25OHD-sufficient ones (43.4% vs 20.7%, p<.0001). Compered to normal Vitamin D status, Vitamin D deficiency and vitamin D insufficient were independently associated to the likelihood of being frail, even adjusting for multiple potential confounders (OR: 1.657, 95% CI: 1.232-2.228; p<0.001 for the deficient group and OR: 1.392, 95% CI: 1.024-1.891; p<0.05). In a subsample of 1129 non-frail participants, the 27% became frail at 4.4 years; nevertheless after adjusting for health and functional confounders, Vitamin D deficiency was no longer associated to the risk of the onset of frailty. Participants who developed dementia in follow-up were about 19% (228) of the sample. The subjects with frailty status were more likely to be dementia (OR: 1.87, 95% CI 1.02-3.30). Frailty syndrome was also associated with a greater risk of developing dementia (RR: 1.94, 95% CI: 1.42-2.64). Conclusion: Vitamin D deficiency is associated to frailty syndrome in elderly men and women, regardless of several confounding factors. By the way, vitamin D deficiency does not predict the onset of frailty, as well as other health condition. Frailty is a risk factor of dementia.

Introduzione: la fragilità è una delle maggiori problematiche della popolazione anziana. E’ uno stato di vulnerabilità ed è associata ad un aumento di diversi outcomes quali le cadute, la disabilità e la morte. Identificare precocemente marcatori dell’espressione clinica della sindrome è più di una sfida scientifica. Una delle più importanti componenti della fragilità è la sarcopenia, una progressiva perdita di massa, forza e potenza muscolare. Studi recenti suggeriscono che la vitamina D potrebbe avere un ruolo nel preservare massa e forza muscolari, componenti chiave della fragilità. Anche lo stato cognitivo e la demenza sono considerati componenti della fragilità, ma il ruolo della fragilità come possibile determinante della demenza è stato poco investigato. In questo studio è stata esaminata l’associazione tra la deficienza di vitamina D e la fragilità in un campione di uomini e donne anziani. Inoltre è stato esaminato il ruolo predittivo della fragilità sulla demenza nella stessa popolazione. Metodi: Questa ricerca fa parte del Progetto Veneto Anziani (Pro.V.A.), studio prospettivo di coorte della popolazione italiana, condotto in Italia tra il 1995 e il 2001 con un follow-up a 4.4 anni. Un totale di 1577 soggetti (978 donne e 599 uomini) di età ≥ 65 anni ha completato le interviste, gli esami medici, le valutazioni funzionali e ha fornito un campione di sangue. Nella seconda parte dello studio, sono stati valutati 1181 partecipanti (712 donne e 469 uomini), escludendo i soggetti con MMSE < 24. I livelli di vitamina D sono stati misurati al basale e categorizzati in sottogruppi: livelli deficienti (<50 nmol/L), insufficienti (≥50 e <70 nmol/L) e sufficienti (≥75 nmol/L). La fragilità è stata definita usando i criteri modificati del Cardiovascular Health study. Le analisi sono state aggiustate per fattori confondenti, tra cui lo stato di salute e la performance fisica. Risultati: La fragilità al basale era presente in 457 (29%) soggetti. La prevalenza della fragilità era significativamente più alta tra i soggetti con deficienza di vitamina D rispetto ai soggetti con sufficienza (43.4% vs 20.7%, p<.0001). Se paragonate a livelli sufficienti di vitamina D, la deficienza e l’insufficienza di vitamina D erano indipendentemente associate ad una maggiore probabilità di essere fragili, anche dopo correzione per multipli potenziali fattori confondenti (OR: 1.657, 95% CI: 1.232-2.228; p<0.001 per la deficienza, e OR: 1.392, 95% CI: 1.024-1.891; p<0.05 per l’insufficienza di vitamina D). Dei 1129 partecipanti non fragili, il 27% diventa fragile a 4.4 anni; tuttavia dopo correzione per fattori confondenti, la deficienza di vitamina D non risulta più associata al rischio di sviluppare fragilità. I soggetti che sviluppano demenza nel follow-up era circa il 19% (n=288) del campione. I soggetti fragili avevano maggiori probabilità di essere dementi (OR:1.87, 95% CI 1.02-3.30). Inoltre la fragilità risultava associata a un maggior rischio di sviluppare demenza (RR: 1.94, 95% CI 1.41-2.2.64), anche dopo correzione per fattori confondenti. Conclusioni: la deficienza di vitamina D risulta associata alla fragilità in uomini e donne anziani, indipendentemente da fattori confondenti. Tuttavia, la deficienza di vitamina D non predice il rischio di sviluppare fragilità, quando corretta per lo stato di salute. La fragilità risulta un fattore di rischio nello sviluppo di demenza.

SERUM 25-HYDROXYVITAMIN D, FRAILTY SYNDROME AND RISK OF DEMENTIA IN ELDERLY MEN AND WOMEN: Pro.V.A. STUDY / Sarti, Silvia. - (2016 Jan 14).

SERUM 25-HYDROXYVITAMIN D, FRAILTY SYNDROME AND RISK OF DEMENTIA IN ELDERLY MEN AND WOMEN: Pro.V.A. STUDY

Sarti, Silvia
2016

Abstract

Introduzione: la fragilità è una delle maggiori problematiche della popolazione anziana. E’ uno stato di vulnerabilità ed è associata ad un aumento di diversi outcomes quali le cadute, la disabilità e la morte. Identificare precocemente marcatori dell’espressione clinica della sindrome è più di una sfida scientifica. Una delle più importanti componenti della fragilità è la sarcopenia, una progressiva perdita di massa, forza e potenza muscolare. Studi recenti suggeriscono che la vitamina D potrebbe avere un ruolo nel preservare massa e forza muscolari, componenti chiave della fragilità. Anche lo stato cognitivo e la demenza sono considerati componenti della fragilità, ma il ruolo della fragilità come possibile determinante della demenza è stato poco investigato. In questo studio è stata esaminata l’associazione tra la deficienza di vitamina D e la fragilità in un campione di uomini e donne anziani. Inoltre è stato esaminato il ruolo predittivo della fragilità sulla demenza nella stessa popolazione. Metodi: Questa ricerca fa parte del Progetto Veneto Anziani (Pro.V.A.), studio prospettivo di coorte della popolazione italiana, condotto in Italia tra il 1995 e il 2001 con un follow-up a 4.4 anni. Un totale di 1577 soggetti (978 donne e 599 uomini) di età ≥ 65 anni ha completato le interviste, gli esami medici, le valutazioni funzionali e ha fornito un campione di sangue. Nella seconda parte dello studio, sono stati valutati 1181 partecipanti (712 donne e 469 uomini), escludendo i soggetti con MMSE < 24. I livelli di vitamina D sono stati misurati al basale e categorizzati in sottogruppi: livelli deficienti (<50 nmol/L), insufficienti (≥50 e <70 nmol/L) e sufficienti (≥75 nmol/L). La fragilità è stata definita usando i criteri modificati del Cardiovascular Health study. Le analisi sono state aggiustate per fattori confondenti, tra cui lo stato di salute e la performance fisica. Risultati: La fragilità al basale era presente in 457 (29%) soggetti. La prevalenza della fragilità era significativamente più alta tra i soggetti con deficienza di vitamina D rispetto ai soggetti con sufficienza (43.4% vs 20.7%, p<.0001). Se paragonate a livelli sufficienti di vitamina D, la deficienza e l’insufficienza di vitamina D erano indipendentemente associate ad una maggiore probabilità di essere fragili, anche dopo correzione per multipli potenziali fattori confondenti (OR: 1.657, 95% CI: 1.232-2.228; p<0.001 per la deficienza, e OR: 1.392, 95% CI: 1.024-1.891; p<0.05 per l’insufficienza di vitamina D). Dei 1129 partecipanti non fragili, il 27% diventa fragile a 4.4 anni; tuttavia dopo correzione per fattori confondenti, la deficienza di vitamina D non risulta più associata al rischio di sviluppare fragilità. I soggetti che sviluppano demenza nel follow-up era circa il 19% (n=288) del campione. I soggetti fragili avevano maggiori probabilità di essere dementi (OR:1.87, 95% CI 1.02-3.30). Inoltre la fragilità risultava associata a un maggior rischio di sviluppare demenza (RR: 1.94, 95% CI 1.41-2.2.64), anche dopo correzione per fattori confondenti. Conclusioni: la deficienza di vitamina D risulta associata alla fragilità in uomini e donne anziani, indipendentemente da fattori confondenti. Tuttavia, la deficienza di vitamina D non predice il rischio di sviluppare fragilità, quando corretta per lo stato di salute. La fragilità risulta un fattore di rischio nello sviluppo di demenza.
14-gen-2016
Background: Frailty is one of the most problematic expression of population ageing. It is a state of vulnerability and is associated with a greater risk for adverse outcomes such as falls, disability and death. Identifying early markers for the onset of this clinical syndrome is more than just a scientific challenge. One of the most important component of frailty is the sarcopenia, a progressive loss of skeletal muscle mass, strength, and power. Recent insight suggests that vitamin D may be important in preserving from muscle mass and, strength which are key components of frailty. Cognition and dementia have already been considered as components of frailty, but the role of frailty as a possible determinant of dementia has been poorly investigated. We examined the relationship between serum 25-hydroxyvitamin D (25OHD) levels and the presence of frailty syndrome, and the association between vitamin D deficiency and the onset of frailty in a sample of older male and female adults. We also estimated the predictive role of frailty syndrome on incident dementia in the same population. Methods: This research is part of the Progetto Veneto Anziani (Pro.V.A), an Italian prospective population-based cohort study conduct in Italy between 1995 and 2001 with follow up assessment at 4.4 years. A total of 1577 subjects (978 women and 599 men) aged ≥ 65 years completed interviews, medical examinations and functional assessments, and provided blood samples. For the purpose of the second part of this study, 1181 partecipans (712 women and 469 men) were studied, excluding subjects with alterations of MMSE. Serum 25OHD levels were measured at the baseline and categorized into clinical groups: 25OHD deficient (<50 nmol/L), insufficient (≥50 to <75 nmol/L) and sufficient (≥75 nmol/L). Frailty syndrome was defined using a modified measurement of Cardiovascular Health study criteria. Analyses were adjusted for relevant confounders including health status and physical performance. Results: Frailty was present at baseline in 457 (29%) subjects. The prevalence of frail syndrome was significantly higher among 25OHD-deficient participants compared to 25OHD-sufficient ones (43.4% vs 20.7%, p<.0001). Compered to normal Vitamin D status, Vitamin D deficiency and vitamin D insufficient were independently associated to the likelihood of being frail, even adjusting for multiple potential confounders (OR: 1.657, 95% CI: 1.232-2.228; p<0.001 for the deficient group and OR: 1.392, 95% CI: 1.024-1.891; p<0.05). In a subsample of 1129 non-frail participants, the 27% became frail at 4.4 years; nevertheless after adjusting for health and functional confounders, Vitamin D deficiency was no longer associated to the risk of the onset of frailty. Participants who developed dementia in follow-up were about 19% (228) of the sample. The subjects with frailty status were more likely to be dementia (OR: 1.87, 95% CI 1.02-3.30). Frailty syndrome was also associated with a greater risk of developing dementia (RR: 1.94, 95% CI: 1.42-2.64). Conclusion: Vitamin D deficiency is associated to frailty syndrome in elderly men and women, regardless of several confounding factors. By the way, vitamin D deficiency does not predict the onset of frailty, as well as other health condition. Frailty is a risk factor of dementia.
SERUM 25-HYDROXYVITAMIN D, FRAILTY SYNDROME, DEMENTIA.
SERUM 25-HYDROXYVITAMIN D, FRAILTY SYNDROME AND RISK OF DEMENTIA IN ELDERLY MEN AND WOMEN: Pro.V.A. STUDY / Sarti, Silvia. - (2016 Jan 14).
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