Intestinal parasites are common in dogs worldwide and their importance has recently increased for a renewed awareness on the public health relevance that some of them have. For this reason, firstly were detected presence and prevalence of intestinal helminths and protozoa in two different canine populations (shelter-dog and owned-dog) and in canine faecal samples collected in green and urban areas of the city of Padua. Secondly, the canine faecal pollution was evaluated from the point of view of citizen through the administration of questionnaires considering the people's perception of the health risk related to faecal contamination. Initially, 318 canine faecal samples collected from 8 rescue shelters in the North-eastern Italy, 237 stool samples of owned dogs and 705 environmental stools were analysed by microscopy. Then, 285 shelter-samples, 234 owned-samples and all the environmental faecal samples were submitted to molecular analyses to determine and characterize the isolates of Giardia duodenalis and Cryptosporidium spp.. Moreover, 521 interviews were submitted to citizens (dog-owners and no dog-owners). Overall prevalence for at least one parasite were 52.5% (n=167/318), 13.9% (n=33/237) and 1.7% (n=13/705) in shelter-dogs (S), in owned-dogs (O) and in environmental stools (E), respectively; Trichuris vulpis showed the highest overall prevalence rate (29.2% in S, 5.5% in O, 1.4% in E), followed by G. duodenalis (15.1% and 1.1% in S and in E, respectively); whereas Toxocara canis (5.1%) was the second most prevalent parasite in O. Prevalence rates of other parasites in O and in E were very low, while in S were detected higher prevalence values for T. canis (9.7%), ancylostomatids (8.2%) and Cystoisospora spp. (5.7%). Real Time PCR detected G. duodenalis in 57.9% (n=165/285) in S, 17.5% (n=41/234) in O and 28.9% (n=204/705) in E. Among positive samples, 79, 19 and 22 isolates were characterised by Nested PCR (beta-giardin and/or SSU-rRNA genes) in S, O and E, respectively. The assemblages mainly detected were the host-specific genotypes C and D, while three were identified as the human-specific assemblage B. The prevalence rates detected for Cryptosporidium spp. were very low (1.1% in S, 3% in O and 1.7% in E). The isolates from shelters were sequenced as C. parvum (COWP gene), one in urban areas was identified as C. canis, the others were confirmed as Cryptposporidium spp.. Statistical analyses were performed to evaluate risk factors for intestinal parasites in S and for Giardia (Real Time PCR results) in O, in relation to canine individual data. Citizens, without differences between dog-owners and no dog-owners, do not know that canine faeces could represent a source of infection for dogs and humans. Although the results describe a relatively limited risk of dog-originating zoonoses, there is the need to increase the quality of shelter management for health safety of both shelter operators and people involved in pet-adoption and to improve the information and education of people towards a widespread awareness of health risks related to pet-animals, and to reduce canine faecal pollution with intestinal parasites.

I parassiti intestinali sono comuni nei cani in tutto il mondo e la loro importanza è recentemente aumentata per una rinata consapevolezza dell'impatto che alcuni di essi hanno sulla salute pubblica. Per questa ragione, come prima cosa sono state valutate presenza e prevalenza di elminti e protozoi intestinali in due diverse popolazioni canine (di canile e di proprietà) e in campioni fecali raccolti in aree verdi e urbane della città di Padova. Poi, la problematica della contaminazione ambientale da feci canine è stata affrontata anche dal punto di vista del cittadino attraverso la somministrazione di questionari che valutassero la percezione delle persone del rischio per la salute correlato alla fecalizzazione. Quindi, 318 campioni di feci canine raccolti in 8 canili del nord-est Italia, 237 campioni di feci di cani di proprietà  e 705 campioni fecali raccolti nell'ambiente sono stati analizzati con tecnica copromicroscopica. Poi, 285 campioni di canile, 234 di proprietà  e tutti i campioni ambientali sono stati sottoposti ad indagini biomolecolari per individuare e tipizzare gli isolati di Giardia duodenalis e Cryptosporidium spp.. Inoltre, sono state rivolte ai cittadini, distinti in proprietari di cani e non proprietari, 521 interviste. Sono risultati positivi ad almeno un parassita il 52,5% (n=167/318) dei cani di canile (C), il 13,9% (n=33/237) dei cani di proprietà  (P) e l'1,7% (n=13/705) dei campioni ambientali (A); Trichuris vulpis è risultato il parassita con la prevalenza maggiore (29,2% in C, 5,5% in P, 1,4% in A), seguito da G. duodenalis (15,1% e 1,1%, rispettivamente in C e in A); mentre Toxocara canis (5,1%) è risultato il secondo parassita maggiormente frequente in P. Altri parassiti hanno mostrato in P ed in A valori di prevalenza molto bassi, mentre in C sono stati evidenziati valori maggiori per T. canis (9,7%), gli ancylostomatidi (8,2%) e Cystoisospora spp. (5,7%). La Real Time PCR ha individuato G. duodenalis nel 57,9% (n=165/285) dei campioni in C, nel 17,5% (n=41/234) in P e nel 28,9% (n=204/705) in A. Tra i positivi, sono stati identificati con la Nested PCR (geni beta-giardina e/o SSU-rRNA) 79, 19 e 22 campioni rispettivamente di C, P e A. La maggior parte degli assemblaggi identificati erano genotipi ospite-specifici C e D del cane, tre sono stati identificati come assemblaggio B specifico dell'uomo. I valori di prevalenza per Cryptosporidium spp. sono risultati molto bassi (1,1% in C, 3% in P e 1,7% in A). Gli isolati del canile sono stati sequenziati come C. parvum (gene COWP), uno nelle aree urbane è stato identificato come C. canis, gli altri sono stati confermati a livello di genere (Cryptosporidium spp.). L'analisi statistica è stata eseguita per valutare possibili fattori di rischio per la presenza di parassiti intestinali in C e di Giardia (risultati Real Time PCR) in P in relazione ai dati individuali. I cittadini, senza differenze significative tra proprietari e non proprietari, ignoravano che le feci possano rappresentare un fonte di infezione per cani e uomini. Sebbene i risultati descrivano un rischio relativamente limitato di zoonosi che derivano dal cane, esiste la necessità  di incrementare la qualità  di gestione dei canili per la salute degli operatori che vi lavorano e delle eventuali famiglie adottanti e di migliorare l'informazione e l'educazione delle persone verso una consapevolezza diffusa dei rischi per la salute che sono correlati agli animali da compagnia e nell'ottica di ridurre la contaminazione ambientale da parassiti intestinali.

Parassiti intestinali in popolazioni canine, fecalizzazione ambientale nella città  di Padova e rischi per l'uomo / Simonato, Giulia. - (2016 Apr).

Parassiti intestinali in popolazioni canine, fecalizzazione ambientale nella città  di Padova e rischi per l'uomo.

Simonato, Giulia
2016

Abstract

I parassiti intestinali sono comuni nei cani in tutto il mondo e la loro importanza è recentemente aumentata per una rinata consapevolezza dell'impatto che alcuni di essi hanno sulla salute pubblica. Per questa ragione, come prima cosa sono state valutate presenza e prevalenza di elminti e protozoi intestinali in due diverse popolazioni canine (di canile e di proprietà) e in campioni fecali raccolti in aree verdi e urbane della città di Padova. Poi, la problematica della contaminazione ambientale da feci canine è stata affrontata anche dal punto di vista del cittadino attraverso la somministrazione di questionari che valutassero la percezione delle persone del rischio per la salute correlato alla fecalizzazione. Quindi, 318 campioni di feci canine raccolti in 8 canili del nord-est Italia, 237 campioni di feci di cani di proprietà  e 705 campioni fecali raccolti nell'ambiente sono stati analizzati con tecnica copromicroscopica. Poi, 285 campioni di canile, 234 di proprietà  e tutti i campioni ambientali sono stati sottoposti ad indagini biomolecolari per individuare e tipizzare gli isolati di Giardia duodenalis e Cryptosporidium spp.. Inoltre, sono state rivolte ai cittadini, distinti in proprietari di cani e non proprietari, 521 interviste. Sono risultati positivi ad almeno un parassita il 52,5% (n=167/318) dei cani di canile (C), il 13,9% (n=33/237) dei cani di proprietà  (P) e l'1,7% (n=13/705) dei campioni ambientali (A); Trichuris vulpis è risultato il parassita con la prevalenza maggiore (29,2% in C, 5,5% in P, 1,4% in A), seguito da G. duodenalis (15,1% e 1,1%, rispettivamente in C e in A); mentre Toxocara canis (5,1%) è risultato il secondo parassita maggiormente frequente in P. Altri parassiti hanno mostrato in P ed in A valori di prevalenza molto bassi, mentre in C sono stati evidenziati valori maggiori per T. canis (9,7%), gli ancylostomatidi (8,2%) e Cystoisospora spp. (5,7%). La Real Time PCR ha individuato G. duodenalis nel 57,9% (n=165/285) dei campioni in C, nel 17,5% (n=41/234) in P e nel 28,9% (n=204/705) in A. Tra i positivi, sono stati identificati con la Nested PCR (geni beta-giardina e/o SSU-rRNA) 79, 19 e 22 campioni rispettivamente di C, P e A. La maggior parte degli assemblaggi identificati erano genotipi ospite-specifici C e D del cane, tre sono stati identificati come assemblaggio B specifico dell'uomo. I valori di prevalenza per Cryptosporidium spp. sono risultati molto bassi (1,1% in C, 3% in P e 1,7% in A). Gli isolati del canile sono stati sequenziati come C. parvum (gene COWP), uno nelle aree urbane è stato identificato come C. canis, gli altri sono stati confermati a livello di genere (Cryptosporidium spp.). L'analisi statistica è stata eseguita per valutare possibili fattori di rischio per la presenza di parassiti intestinali in C e di Giardia (risultati Real Time PCR) in P in relazione ai dati individuali. I cittadini, senza differenze significative tra proprietari e non proprietari, ignoravano che le feci possano rappresentare un fonte di infezione per cani e uomini. Sebbene i risultati descrivano un rischio relativamente limitato di zoonosi che derivano dal cane, esiste la necessità  di incrementare la qualità  di gestione dei canili per la salute degli operatori che vi lavorano e delle eventuali famiglie adottanti e di migliorare l'informazione e l'educazione delle persone verso una consapevolezza diffusa dei rischi per la salute che sono correlati agli animali da compagnia e nell'ottica di ridurre la contaminazione ambientale da parassiti intestinali.
apr-2016
Intestinal parasites are common in dogs worldwide and their importance has recently increased for a renewed awareness on the public health relevance that some of them have. For this reason, firstly were detected presence and prevalence of intestinal helminths and protozoa in two different canine populations (shelter-dog and owned-dog) and in canine faecal samples collected in green and urban areas of the city of Padua. Secondly, the canine faecal pollution was evaluated from the point of view of citizen through the administration of questionnaires considering the people's perception of the health risk related to faecal contamination. Initially, 318 canine faecal samples collected from 8 rescue shelters in the North-eastern Italy, 237 stool samples of owned dogs and 705 environmental stools were analysed by microscopy. Then, 285 shelter-samples, 234 owned-samples and all the environmental faecal samples were submitted to molecular analyses to determine and characterize the isolates of Giardia duodenalis and Cryptosporidium spp.. Moreover, 521 interviews were submitted to citizens (dog-owners and no dog-owners). Overall prevalence for at least one parasite were 52.5% (n=167/318), 13.9% (n=33/237) and 1.7% (n=13/705) in shelter-dogs (S), in owned-dogs (O) and in environmental stools (E), respectively; Trichuris vulpis showed the highest overall prevalence rate (29.2% in S, 5.5% in O, 1.4% in E), followed by G. duodenalis (15.1% and 1.1% in S and in E, respectively); whereas Toxocara canis (5.1%) was the second most prevalent parasite in O. Prevalence rates of other parasites in O and in E were very low, while in S were detected higher prevalence values for T. canis (9.7%), ancylostomatids (8.2%) and Cystoisospora spp. (5.7%). Real Time PCR detected G. duodenalis in 57.9% (n=165/285) in S, 17.5% (n=41/234) in O and 28.9% (n=204/705) in E. Among positive samples, 79, 19 and 22 isolates were characterised by Nested PCR (beta-giardin and/or SSU-rRNA genes) in S, O and E, respectively. The assemblages mainly detected were the host-specific genotypes C and D, while three were identified as the human-specific assemblage B. The prevalence rates detected for Cryptosporidium spp. were very low (1.1% in S, 3% in O and 1.7% in E). The isolates from shelters were sequenced as C. parvum (COWP gene), one in urban areas was identified as C. canis, the others were confirmed as Cryptposporidium spp.. Statistical analyses were performed to evaluate risk factors for intestinal parasites in S and for Giardia (Real Time PCR results) in O, in relation to canine individual data. Citizens, without differences between dog-owners and no dog-owners, do not know that canine faeces could represent a source of infection for dogs and humans. Although the results describe a relatively limited risk of dog-originating zoonoses, there is the need to increase the quality of shelter management for health safety of both shelter operators and people involved in pet-adoption and to improve the information and education of people towards a widespread awareness of health risks related to pet-animals, and to reduce canine faecal pollution with intestinal parasites.
intestinal parasites; dog; canine faecal pollution; zoonoses; public health
Parassiti intestinali in popolazioni canine, fecalizzazione ambientale nella città  di Padova e rischi per l'uomo / Simonato, Giulia. - (2016 Apr).
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