This thesis retraces the missionary ethno-exhibitionary phenomenon in Italy between 1850 and 1925. The missionary practice is a particular aspect of the largest phenomenon of spectacularization of otherness which took place in Europe since the early decades of the nineteenth century. My investigation starts from the so-called «Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna», which occurred in Turin in 1858, and ends with the examination of the «Esposizione Missionaria Vaticana», organized by the Holy See for the Jubilee Year 1925. The Lottery in Turin, which had been organized by Giuseppe Ortalda (the diocesan director of the Opera of Propagation of the Faith) is probably the first missionary experience of ethno-exhibition in Italy.
Between the two significant experiences there are many expositive episodes, which, despite their different set-ups, generally contributed to the progressive definition of a genre. The «Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche», which took place in Turin in 1898, is particularly significant: the second chapter deals generously with it. The analysis of the phenomenon highlighted its identity potential. Religious exhibitions were mostly self-representative and had missionary-animation purposes, which have been pursued staging - and building - the otherness which must be evangelized. The thesis, then, highlights significant affinities, in Italy, between catholic and secular ethno-exhibtions. Forging exotic imaginations, they both contributed to the definition of a synthetic national-colonial culture. Missionary museums, which are a particular category of ecclesiastical museums, are the permanent outcome of this phenomenon. An anthropological analysis thus completes my PhD thesis: with reference to some specific case studies (among which stands out, in this essay, the «Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino»), I pointed out the problems related to the collections preserved by contemporary set-ups. The thesis finally reflects on the possible post-ethnographic use of the pieces.

La tesi ricostruisce la pratica etno-espositiva missionaria in Italia tra il 1850 e il 1925, aspetto particolare del più vasto fenomeno di spettacolarizzazione dell'alterità che si è affermato in Europa a partire dal XIX secolo. L'indagine prende le mosse dall’analisi della prima esperienza missionaria di esibizione di oggetti esotici registrata in Italia (la Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna, organizzata nel 1858 dal direttore dell'Opera della Propagazione della Fede di Torino Giuseppe Ortalda) e si conclude con l’esame dell’Esposizione Missionaria Vaticana, organizzata dalla Santa Sede per l'anno giubilare 1925. Tra le due significative esperienze si collocano numerosi episodi espositivi, che pur differendo talvolta anche sensibilmente negli allestimenti, contribuirono complessivamente alla progressiva definizione di un genere. Va ricordata in particolare l'imponente Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche di Torino del 1898, affrontata nel secondo capitolo. L'analisi degli eventi espositivi ne ha evidenziato soprattutto il potenziale identitario. Le mostre religiose ebbero intenti perlopiù auto-rappresentativi e di animazione missionaria, perseguiti tuttavia con abbondante ricorso alla messa in scena - e alla costruzione - dell'alterità da evangelizzare. Nella tesi sono messe in luce sensibili affinità in Italia tra le pratiche etno-espositive missionarie e quelle laiche: nel forgiare immaginari esotici le une e le altre contribuirono in definitiva alla definizione sintetica di una unica cultura coloniale nazionale. Esito permanente del fenomeno otto e novecentesco sono i musei missionari, categoria particolare dei Musei ecclesiastici. Un'analisi antropologica completa dunque la tesi: in riferimento ad alcuni casi studio specifici (tra i quali risalta in questa sede, per qualità d'analisi, il Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino), vengono evidenziate le problematicità delle collezioni conservate dagli allestimenti contemporanei. La tesi si conclude con una riflessione sul possibile uso post-etnografico dei pezzi.

Costruire l'alterità. Le collezioni etnografiche dei missionari cattolici italiani (1850 - 1925): genealogie ed allestimenti museali / Gasparotto, Ilaria. - (2018 Jan 13).

Costruire l'alterità. Le collezioni etnografiche dei missionari cattolici italiani (1850 - 1925): genealogie ed allestimenti museali

Gasparotto, Ilaria
2018

Abstract

La tesi ricostruisce la pratica etno-espositiva missionaria in Italia tra il 1850 e il 1925, aspetto particolare del più vasto fenomeno di spettacolarizzazione dell'alterità che si è affermato in Europa a partire dal XIX secolo. L'indagine prende le mosse dall’analisi della prima esperienza missionaria di esibizione di oggetti esotici registrata in Italia (la Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna, organizzata nel 1858 dal direttore dell'Opera della Propagazione della Fede di Torino Giuseppe Ortalda) e si conclude con l’esame dell’Esposizione Missionaria Vaticana, organizzata dalla Santa Sede per l'anno giubilare 1925. Tra le due significative esperienze si collocano numerosi episodi espositivi, che pur differendo talvolta anche sensibilmente negli allestimenti, contribuirono complessivamente alla progressiva definizione di un genere. Va ricordata in particolare l'imponente Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche di Torino del 1898, affrontata nel secondo capitolo. L'analisi degli eventi espositivi ne ha evidenziato soprattutto il potenziale identitario. Le mostre religiose ebbero intenti perlopiù auto-rappresentativi e di animazione missionaria, perseguiti tuttavia con abbondante ricorso alla messa in scena - e alla costruzione - dell'alterità da evangelizzare. Nella tesi sono messe in luce sensibili affinità in Italia tra le pratiche etno-espositive missionarie e quelle laiche: nel forgiare immaginari esotici le une e le altre contribuirono in definitiva alla definizione sintetica di una unica cultura coloniale nazionale. Esito permanente del fenomeno otto e novecentesco sono i musei missionari, categoria particolare dei Musei ecclesiastici. Un'analisi antropologica completa dunque la tesi: in riferimento ad alcuni casi studio specifici (tra i quali risalta in questa sede, per qualità d'analisi, il Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino), vengono evidenziate le problematicità delle collezioni conservate dagli allestimenti contemporanei. La tesi si conclude con una riflessione sul possibile uso post-etnografico dei pezzi.
13-gen-2018
This thesis retraces the missionary ethno-exhibitionary phenomenon in Italy between 1850 and 1925. The missionary practice is a particular aspect of the largest phenomenon of spectacularization of otherness which took place in Europe since the early decades of the nineteenth century. My investigation starts from the so-called «Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna», which occurred in Turin in 1858, and ends with the examination of the «Esposizione Missionaria Vaticana», organized by the Holy See for the Jubilee Year 1925. The Lottery in Turin, which had been organized by Giuseppe Ortalda (the diocesan director of the Opera of Propagation of the Faith) is probably the first missionary experience of ethno-exhibition in Italy.
Between the two significant experiences there are many expositive episodes, which, despite their different set-ups, generally contributed to the progressive definition of a genre. The «Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche», which took place in Turin in 1898, is particularly significant: the second chapter deals generously with it. The analysis of the phenomenon highlighted its identity potential. Religious exhibitions were mostly self-representative and had missionary-animation purposes, which have been pursued staging - and building - the otherness which must be evangelized. The thesis, then, highlights significant affinities, in Italy, between catholic and secular ethno-exhibtions. Forging exotic imaginations, they both contributed to the definition of a synthetic national-colonial culture. Missionary museums, which are a particular category of ecclesiastical museums, are the permanent outcome of this phenomenon. An anthropological analysis thus completes my PhD thesis: with reference to some specific case studies (among which stands out, in this essay, the «Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino»), I pointed out the problems related to the collections preserved by contemporary set-ups. The thesis finally reflects on the possible post-ethnographic use of the pieces.
Etno-esposizioni; cultura coloniale; collezioni etnografiche; missioni cattoliche / Ethno-exhibitions; colonial culture; ethnographic collections; catholic missions
Costruire l'alterità. Le collezioni etnografiche dei missionari cattolici italiani (1850 - 1925): genealogie ed allestimenti museali / Gasparotto, Ilaria. - (2018 Jan 13).
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