The relationship between opera and cinema has affected the seventh art since its very outset, pointing out some of its most relevant episodes. This dissertation deals with such deep dialogue focusing on opera’s quotations in Italian cinema within a timeframe running from 1960 to 2015. A broad and thorough combing through Italian films of the last fifty years has resulted into a significant corpus of about 200 movies in which opera, in its many different occurrences, substantiates the film narrative. Such a survey has included both authors notoriously attentive and sensitive to the relationship between cinema and opera (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, the Taviani Brothers, Marco Bellocchio) and less studied directors whose work is nevertheless interwoven with significant episodes of the operatic repertoire and thus brings to light the widespread dissemination of melodrama within Italian cinema. Starting from a theoretical definition of the figure of the quotation and of its placement within discourse studies and intertextuality studies (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), the first part of the dissertation is devoted to a critical analysis of the corpus which highlights multiple patterns of opera’s quotation and the manifold implications and layering of meaning that they generate within the filmic text. The vast literature about film music has been considered in the survey – with a particular concern for Sergio Miceli’s writings, which provided some of the basic categories underpinning this research – as well as the theoretical contributions about the intersections between cinema and opera, which have become increasingly widespread especially, but not exclusively, in the Anglo-Saxon literature in the last decades. The second part of the dissertation is entirely dedicated to individual film-makers who made plentiful and totally original use of melodrama in their filmic production. The work of Bernardo Bertoucci is examined in the first place as well as its ambivalent relationship with opera tradition. Marco Bellocchio’s movies are then analysed as the most interesting case-study in the last fifty years for the way the director constantly renovated and rethought his own relationship with melodrama, always attaining original outcomes from an expressive point of view. The last chapter is focused on contemporary cinema and deals with an extreme case-study, Mario Martone’s full-length film Noi credevamo, whose soundtrack is entirely made up of quotations from XIX century opera repertoire.

Il rapporto tra il teatro d’opera e il cinema italiano ha, fin dagli albori, attraversato la settima arte, scandendone alcuni momenti di primaria importanza. Il presente lavoro di ricerca è dedicato a una parte di questo fitto scambio e si focalizza sulle citazioni del melodramma operistico all’interno della cinematografia nazionale in un arco cronologico circoscritto tra il 1960 e il 2015. Attraverso un vasto lavoro di setaccio è stato possibile costruire un imponente corpus – circa 200 pellicole – portando così alla luce numerosi episodi in cui il teatro d’opera, in forme diverse, entra a far parte del racconto filmico; la ricognizione ha tenuto conto sia di registi notoriamente più attenti e sensibili al rapporto con il melodramma (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, i fratelli Taviani, Marco Bellocchio), sia di registi meno indagati e che al contempo hanno profuso nelle loro pellicole momenti significativi di pagine del repertorio lirico, facendo così emergere la capillare diffusione del teatro musicale nel panorama cinematografico italiano. Dopo aver fornito un quadro teorico sulla figura della citazione attestandola all’interno degli studi sul dialogismo e sull’intertestualità (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), la prima sezione del lavoro, è votata alla discussione del corpus, mettendo in risalto le diverse forme in cui si manifesta la citazione operistica, al fine di evidenziare le differenti implicazioni e le stratificazioni di significato che essa apporta al testo filmico. L’indagine ha tenuto conto dell’ampia letteratura sulla musica per film – in particolar modo gli studi di Sergio Miceli da cui sono state mutuate alcune categorie alla base della ricerca – e dei contributi teorici sulle intersezioni tra cinema e melodramma, che negli ultimi decenni hanno trovato sempre più ampia diffusione specialmente nel mondo anglosassone, ma non solo. La seconda parte della tesi è invece interamente dedicata a singoli cineasti che nella loro produzione filmica hanno più volte, e in modo del tutto originale, fatto ricorso al teatro d’opera. Dapprima viene presa in esame la filmografia di Bernardo Bertolucci e il suo ambivalente rapporto con la tradizione, per poi passare in rassegna le pellicole di Marco Bellocchio, che rappresenta l’esempio più interessante degli ultimi cinquant’anni per come ha saputo rinnovare e ripensare costantemente il proprio rapporto con il melodramma, ricercando soluzioni espressive mai uguali a loro stesse. Il capitolo conclusivo si focalizza invece sul cinema contemporaneo, analizzando il “caso limite” di Mario Martone, segnatamente il suo lungometraggio Noi credevamo, la cui colonna sonora è interamente composta di citazioni tratte dal repertorio operistico ottocentesco.

Forme della citazione del melodramma operistico nel cinema italiano: 1960-2015 / Verona, Francesco. - (2016 Jul 27).

Forme della citazione del melodramma operistico nel cinema italiano: 1960-2015

Verona, Francesco
2016

Abstract

Il rapporto tra il teatro d’opera e il cinema italiano ha, fin dagli albori, attraversato la settima arte, scandendone alcuni momenti di primaria importanza. Il presente lavoro di ricerca è dedicato a una parte di questo fitto scambio e si focalizza sulle citazioni del melodramma operistico all’interno della cinematografia nazionale in un arco cronologico circoscritto tra il 1960 e il 2015. Attraverso un vasto lavoro di setaccio è stato possibile costruire un imponente corpus – circa 200 pellicole – portando così alla luce numerosi episodi in cui il teatro d’opera, in forme diverse, entra a far parte del racconto filmico; la ricognizione ha tenuto conto sia di registi notoriamente più attenti e sensibili al rapporto con il melodramma (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, i fratelli Taviani, Marco Bellocchio), sia di registi meno indagati e che al contempo hanno profuso nelle loro pellicole momenti significativi di pagine del repertorio lirico, facendo così emergere la capillare diffusione del teatro musicale nel panorama cinematografico italiano. Dopo aver fornito un quadro teorico sulla figura della citazione attestandola all’interno degli studi sul dialogismo e sull’intertestualità (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), la prima sezione del lavoro, è votata alla discussione del corpus, mettendo in risalto le diverse forme in cui si manifesta la citazione operistica, al fine di evidenziare le differenti implicazioni e le stratificazioni di significato che essa apporta al testo filmico. L’indagine ha tenuto conto dell’ampia letteratura sulla musica per film – in particolar modo gli studi di Sergio Miceli da cui sono state mutuate alcune categorie alla base della ricerca – e dei contributi teorici sulle intersezioni tra cinema e melodramma, che negli ultimi decenni hanno trovato sempre più ampia diffusione specialmente nel mondo anglosassone, ma non solo. La seconda parte della tesi è invece interamente dedicata a singoli cineasti che nella loro produzione filmica hanno più volte, e in modo del tutto originale, fatto ricorso al teatro d’opera. Dapprima viene presa in esame la filmografia di Bernardo Bertolucci e il suo ambivalente rapporto con la tradizione, per poi passare in rassegna le pellicole di Marco Bellocchio, che rappresenta l’esempio più interessante degli ultimi cinquant’anni per come ha saputo rinnovare e ripensare costantemente il proprio rapporto con il melodramma, ricercando soluzioni espressive mai uguali a loro stesse. Il capitolo conclusivo si focalizza invece sul cinema contemporaneo, analizzando il “caso limite” di Mario Martone, segnatamente il suo lungometraggio Noi credevamo, la cui colonna sonora è interamente composta di citazioni tratte dal repertorio operistico ottocentesco.
27-lug-2016
The relationship between opera and cinema has affected the seventh art since its very outset, pointing out some of its most relevant episodes. This dissertation deals with such deep dialogue focusing on opera’s quotations in Italian cinema within a timeframe running from 1960 to 2015. A broad and thorough combing through Italian films of the last fifty years has resulted into a significant corpus of about 200 movies in which opera, in its many different occurrences, substantiates the film narrative. Such a survey has included both authors notoriously attentive and sensitive to the relationship between cinema and opera (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, the Taviani Brothers, Marco Bellocchio) and less studied directors whose work is nevertheless interwoven with significant episodes of the operatic repertoire and thus brings to light the widespread dissemination of melodrama within Italian cinema. Starting from a theoretical definition of the figure of the quotation and of its placement within discourse studies and intertextuality studies (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), the first part of the dissertation is devoted to a critical analysis of the corpus which highlights multiple patterns of opera’s quotation and the manifold implications and layering of meaning that they generate within the filmic text. The vast literature about film music has been considered in the survey – with a particular concern for Sergio Miceli’s writings, which provided some of the basic categories underpinning this research – as well as the theoretical contributions about the intersections between cinema and opera, which have become increasingly widespread especially, but not exclusively, in the Anglo-Saxon literature in the last decades. The second part of the dissertation is entirely dedicated to individual film-makers who made plentiful and totally original use of melodrama in their filmic production. The work of Bernardo Bertoucci is examined in the first place as well as its ambivalent relationship with opera tradition. Marco Bellocchio’s movies are then analysed as the most interesting case-study in the last fifty years for the way the director constantly renovated and rethought his own relationship with melodrama, always attaining original outcomes from an expressive point of view. The last chapter is focused on contemporary cinema and deals with an extreme case-study, Mario Martone’s full-length film Noi credevamo, whose soundtrack is entirely made up of quotations from XIX century opera repertoire.
Melodramma, teatro d'opera, cinema italiano, intertestualità, Bellocchio, Bertolucci, Martone
Forme della citazione del melodramma operistico nel cinema italiano: 1960-2015 / Verona, Francesco. - (2016 Jul 27).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3425255
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