Benché gli italiani hanno sempre migrato, il fenomeno d’emigrazione di massa successo alla fine dell’Ottocento, conosciuto come la grande emigrazione italiana, e senza dubbio, un episodio notevole della storia contemporanea perché rappresenta uno dei più grandi esodi di una popolazione nella storia recente. La crisi agraria, la scarsa capacità dell’Italia di adattarsi alle innovazioni portate dalla rivoluzione industriale e dal capitalismo che cominciavano a dominare i meccanismi economici europei, così come la crescita demografica, che messe una grandissima pressione sulle vecchie basi economiche, causarono la diffusione della povertà, del vagabondaggio e la riduzione del consumo a limiti insopportabili in alcune aree rurali. Nel frattempo, la crescita della domanda di lavoro all’estero, causata dal massiccio processo di modernizzazione iniziato nei paesi dell'Europa centrale (edifici pubblici, ferrovie, strade) determinarono gli italiani dell’Italia settentrionale, specialisti formati durante i grandi lavori pubblici durante la conquista napoleonica, a partecipare facilmente a queste costruzioni e a formare un forte flusso migratorio stagionale verso altri paesi europei e poi verso altri continenti. Uno dei paesi europei che riceverono immigrati italiani fu anche la Romania, benché questo capitolo è meno noto nella storiografia. Anche se il numero di italiani emigrati in Romania è molto basso rispetto all'enorme quantità di emigranti italiani verso altri stati europei, il fatto non dovrebbe essere ignorato. Le regioni che hanno fornito la maggior parte degli immigrati italiani in Romania furono quelle dell'Italia nord-orientale: Friuli e Veneto. I maestri veneziani e friulani svolsero un ruolo decisivo nel processo accelerato di modernizzazione e costruzione della rete infrastrutturale in diversi paesi dell'Europa orientale nella seconda metà del XIX secolo, compresa la Romania. La presenza italiana in Romania nella seconda metà del diciannovesimo secolo deve essere assolutamente collegata alla modernizzazione dello stato romeno, a cui gli immigrati italiani contribuirono in modo significativo: architetti, scalpellini, falegnami, tagliapietra, commercianti, artisti, costruttori di ferrovie, ponti, strade, ecc. In quel periodo, in Romania c'era una grave mancanza di operai specializzati e qualificati per lavorare nelle varie industrie o persino nel settore agricolo, che attraversava un processo di meccanizzazione, e il problema fu risolto con l’aiuto della manodopera straniera. L'emigrazione italiana in Romania durante la seconda metà dell’Ottocento e la prima parte del Novecento fu maggiormente temporanea o stagionale, poiché la parte più importante era composta da lavoratori italiani che venivano in Romania nei mesi primaverili e tornavano in Italia alla fine dell'autunno. Benché l'immigrazione italiana in Moldavia fosse meno numerosa di quella in altre regioni del paese, essa ebbe le stesse principali caratteristiche dell'immigrazione italiana nel resto della Romania: gran parte di questi immigrati provenivano dal Veneto e dal Friuli, erano muratori, minatori, imprenditori e appaltatori di edifici e opere pubbliche e molti di loro erano immigrati stagionali e temporanei (anche se una parte di loro si stabilirono definitivamente nel paese). Come immigrati, gli italiani hanno assunto indubbiamente il ruolo di mediatori culturali, incoraggiando lo scambio di conoscenze e pratiche tra i due territori. Dalle conoscenze tecniche che hanno portato con loro, ai vari contributi culturali che hanno avuto in campi come il circo, il teatro, la musica, la stampa, questi immigranti agirono da legami tra due culture. Lavoratori qualificati, artisti, missionari: indipendentemente dalla loro professione, gli immigrati italiani in Romania hanno dato il loro contributo allo sviluppo delle infrastrutture, della tecnologia e della cultura romena.

Italian immigrants in Romanian Moldavia at the end of the nineteenth century and the beginning of the twentieth century (1876-1916) Although Italians have always migrated, the phenomenon of mass migration from the end of the nineteenth century, which lasted about a century, known as the great Italian migration, is undoubtedly a remarkable episode in world's contemporary history, as it represents one of the biggest exoduses of a population in recent history. The agrarian crisis, the low capacity of the Italian space to adapt to the innovations brought by the eighteenth century's industrial revolution and the capitalism that started to dominate the European economic mechanisms, as well as the population growth, that put a lot of pressure on the old economic bases, caused the spread of poverty, vagabondage and the reduction of basic consumption to unbearable limits in some Italian rural areas. Meanwhile the growth of the demand for labor abroad caused by the major modernization works initiated by the Central European countries (public buildings, railways, roads, and mining) made the Italians from northern Italy, specialists formed during the time of the great public works of the Napoleonic conquest, join easily these works and building sites, establishing a very strong seasonal migratory flow towards other European countries and then to other continents. One of the European countries that received Italian immigrants was Romania, although this chapter is less well-known in historiography. Even though the number of Italians that emigrated to Romania is very low compared to the huge amount of Italian emigrants to other areas, the fact should not be ignored. The regions that provided the most Italian immigrants to Romania were those from North-Eastern Italy: Friuli and Veneto. Moreover, the Venetian and Friulian masters played a decisive role in the accelerated process of modernization and construction of the infrastructure network in several Eastern European countries in the second half of the nineteenth century, including Romania. The Italian presence in Romania in the second half of the nineteenth century must be absolutely connected to the modernization of the Romanian State, to which Italian immigrants contributed greatly: architects, stone cutters, woodcutters, stone workers, traders, artists, builders of railways, bridges, roads, etc. Thus, in that period, there was a severe lack of specialized and skilled people to work in the various industries or even in the agricultural sector which was undergoing mechanization and it was solved by bringing in foreign labor force.

Immigranti italiani nella Moldavia romena tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento (1876-1916) / Simion, Olivia. - (2018 Nov 30).

Immigranti italiani nella Moldavia romena tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento (1876-1916)

Simion, Olivia
2018

Abstract

Italian immigrants in Romanian Moldavia at the end of the nineteenth century and the beginning of the twentieth century (1876-1916) Although Italians have always migrated, the phenomenon of mass migration from the end of the nineteenth century, which lasted about a century, known as the great Italian migration, is undoubtedly a remarkable episode in world's contemporary history, as it represents one of the biggest exoduses of a population in recent history. The agrarian crisis, the low capacity of the Italian space to adapt to the innovations brought by the eighteenth century's industrial revolution and the capitalism that started to dominate the European economic mechanisms, as well as the population growth, that put a lot of pressure on the old economic bases, caused the spread of poverty, vagabondage and the reduction of basic consumption to unbearable limits in some Italian rural areas. Meanwhile the growth of the demand for labor abroad caused by the major modernization works initiated by the Central European countries (public buildings, railways, roads, and mining) made the Italians from northern Italy, specialists formed during the time of the great public works of the Napoleonic conquest, join easily these works and building sites, establishing a very strong seasonal migratory flow towards other European countries and then to other continents. One of the European countries that received Italian immigrants was Romania, although this chapter is less well-known in historiography. Even though the number of Italians that emigrated to Romania is very low compared to the huge amount of Italian emigrants to other areas, the fact should not be ignored. The regions that provided the most Italian immigrants to Romania were those from North-Eastern Italy: Friuli and Veneto. Moreover, the Venetian and Friulian masters played a decisive role in the accelerated process of modernization and construction of the infrastructure network in several Eastern European countries in the second half of the nineteenth century, including Romania. The Italian presence in Romania in the second half of the nineteenth century must be absolutely connected to the modernization of the Romanian State, to which Italian immigrants contributed greatly: architects, stone cutters, woodcutters, stone workers, traders, artists, builders of railways, bridges, roads, etc. Thus, in that period, there was a severe lack of specialized and skilled people to work in the various industries or even in the agricultural sector which was undergoing mechanization and it was solved by bringing in foreign labor force.
30-nov-2018
Benché gli italiani hanno sempre migrato, il fenomeno d’emigrazione di massa successo alla fine dell’Ottocento, conosciuto come la grande emigrazione italiana, e senza dubbio, un episodio notevole della storia contemporanea perché rappresenta uno dei più grandi esodi di una popolazione nella storia recente. La crisi agraria, la scarsa capacità dell’Italia di adattarsi alle innovazioni portate dalla rivoluzione industriale e dal capitalismo che cominciavano a dominare i meccanismi economici europei, così come la crescita demografica, che messe una grandissima pressione sulle vecchie basi economiche, causarono la diffusione della povertà, del vagabondaggio e la riduzione del consumo a limiti insopportabili in alcune aree rurali. Nel frattempo, la crescita della domanda di lavoro all’estero, causata dal massiccio processo di modernizzazione iniziato nei paesi dell'Europa centrale (edifici pubblici, ferrovie, strade) determinarono gli italiani dell’Italia settentrionale, specialisti formati durante i grandi lavori pubblici durante la conquista napoleonica, a partecipare facilmente a queste costruzioni e a formare un forte flusso migratorio stagionale verso altri paesi europei e poi verso altri continenti. Uno dei paesi europei che riceverono immigrati italiani fu anche la Romania, benché questo capitolo è meno noto nella storiografia. Anche se il numero di italiani emigrati in Romania è molto basso rispetto all'enorme quantità di emigranti italiani verso altri stati europei, il fatto non dovrebbe essere ignorato. Le regioni che hanno fornito la maggior parte degli immigrati italiani in Romania furono quelle dell'Italia nord-orientale: Friuli e Veneto. I maestri veneziani e friulani svolsero un ruolo decisivo nel processo accelerato di modernizzazione e costruzione della rete infrastrutturale in diversi paesi dell'Europa orientale nella seconda metà del XIX secolo, compresa la Romania. La presenza italiana in Romania nella seconda metà del diciannovesimo secolo deve essere assolutamente collegata alla modernizzazione dello stato romeno, a cui gli immigrati italiani contribuirono in modo significativo: architetti, scalpellini, falegnami, tagliapietra, commercianti, artisti, costruttori di ferrovie, ponti, strade, ecc. In quel periodo, in Romania c'era una grave mancanza di operai specializzati e qualificati per lavorare nelle varie industrie o persino nel settore agricolo, che attraversava un processo di meccanizzazione, e il problema fu risolto con l’aiuto della manodopera straniera. L'emigrazione italiana in Romania durante la seconda metà dell’Ottocento e la prima parte del Novecento fu maggiormente temporanea o stagionale, poiché la parte più importante era composta da lavoratori italiani che venivano in Romania nei mesi primaverili e tornavano in Italia alla fine dell'autunno. Benché l'immigrazione italiana in Moldavia fosse meno numerosa di quella in altre regioni del paese, essa ebbe le stesse principali caratteristiche dell'immigrazione italiana nel resto della Romania: gran parte di questi immigrati provenivano dal Veneto e dal Friuli, erano muratori, minatori, imprenditori e appaltatori di edifici e opere pubbliche e molti di loro erano immigrati stagionali e temporanei (anche se una parte di loro si stabilirono definitivamente nel paese). Come immigrati, gli italiani hanno assunto indubbiamente il ruolo di mediatori culturali, incoraggiando lo scambio di conoscenze e pratiche tra i due territori. Dalle conoscenze tecniche che hanno portato con loro, ai vari contributi culturali che hanno avuto in campi come il circo, il teatro, la musica, la stampa, questi immigranti agirono da legami tra due culture. Lavoratori qualificati, artisti, missionari: indipendentemente dalla loro professione, gli immigrati italiani in Romania hanno dato il loro contributo allo sviluppo delle infrastrutture, della tecnologia e della cultura romena.
great italian emigration, Romania, Moldavia, ned og XIX century, beginning of XX century
Immigranti italiani nella Moldavia romena tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento (1876-1916) / Simion, Olivia. - (2018 Nov 30).
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