The thesis undertakes a general study on the dramaturgical work L'Adamo by Giovan Battista Andreini through a textual analysis both on the more known first version (published in 1613, and then reedited, in a quasi-identical reprint, in 1617) and on the second version (1641) almost unknown to the critics; in the last case the study primarily concerns a textual and thematic comparison with the first version The thesis also conducts a research on the reference sources of the work (for both the first and the second version): various comparisons reveal the predominant reference to texts of the sacred-representative tradition and in particular to the French mystères of the Renaissance era. It is even more than possible that, in the process of composing L'Adamo, the author has also sourced from Italian "sacre rappresentazioni"; however, it is not easy to quantify this last connection, since Italian "sacre rappresentazioni" concerning the creation of the world and Adamo and Eve's events did not survive till our times, except for very few cases; a noteworthy indirect evidence of their existence is present in the poem La palermitana by Teofilo Folengo. This general study discloses the intrinsic values and the problems concerning the work, in the two versions: the passage from the first to the second version mostly marks the change of the cultural environment and the author's attempt to conform to it. It is difficult to assign a genre classification to Andreini's Adamo in its first version and even more so in the second. The heterogeneous nature of the Andreini's drama reflects above all the double status of the work which was intended both for the literature and for the theatric scene. This fact can be also put in relation to the overall scarce response of the critics to the work, due to the excessive encumbrance of the scenic features in the literary reviewers' eyes, and the excessive burden of the literary style according to theater experts. The assortment of genres operated by Andreini in L'Adamo reflects a global view (which is proto-baroque in the first version and mature baroque in the second) where the opposites converge in a perspective which is naif and in the same time spiteful: the World (Mondo), with its heaviness and its tempting solicitations, contrasts to the celestial ascent, but at the same time, as an obstacle to the ascent, it becomes an incentive, an impulse, and a viaticum. Finally (at least in the first version) the World (Mondo) becomes Heaven (Cielo). However, if Mondo, according to the Baroque aestheticism, is a "gran teatro", then Cielo, within which Mondo fuses itself, is also bound to be, in itself, a "gran Teatro Celeste". And it is perhaps because of the intimate impulse to express all of this, that Andreini, through his Adamo, theatricalizes the celestial events where the first man was born: Coelum in Theatro.

La tesi svolge un'indagine complessiva sull'opera drammaturgica L'Adamo di Giovan Battista Andreini operando un'analisi testuale sia sulla più nota prima versione (pubblicata nel 1613, poi riedita in una sostanziale ristampa nel 1617) che sulla seconda (del 1641) quasi sconosciuta alla critica; in quest'ultimo caso attuandovi uno studio soprattutto di taglio comparativo rispetto alla versione originaria. La tesi svolge inoltre una ricerca sulle fonti di riferimento per l'opera (prima e seconda versione): attraverso i raffronti operati, vi emerge il predominante riferimento, per la gestazione dell'opera stessa, in testi della tradizione sacro-rappresentativa e in particolare, ma non solo, nei mystères francesi di epoca rinascimentale. Non è escluso, anzi è probabile, che per la composizione dell'Adamo l'autore possa aver attinto anche da sacre rappresentazioni italiane: una verifica in tal senso tuttavia non è facile da quantificare, dato che testi di sacre rappresentazioni italiane, che sviluppino significativamente il tema della creazione del mondo e delle vicende di Adamo ed Eva, non sono sopravvissuti fino a noi, se non in numero esiguo; una significativa testimonianza indiretta della loro esistenza si può riscontrare nel poema folenghiano La palermitana. Da questo studio complessivo emergono i valori intrinseci e le problematiche inerenti all'opera, nelle due versioni: il passaggio dalla prima alla seconda versione segna soprattutto l'evolversi del clima culturale rispetto al quale l'autore cerca una sorta di adeguamento; emerge inoltre la difficoltà  di fornire un'indicazione di genere per l'Adamo andreiniano della prima versione e ancora di più per la seconda. L'eterogeneità  che sta alla base del dramma di Andreini riflette innanzitutto il suo doppio statuto di opera pensata parimenti per la lettura e per la scena. Tale fatto può essere messo in relazione con l'incerta complessiva fortuna dell'opera: trovandovi il critico letterario eccessivo l'ingombro degli espedienti scenici; e percependovi il cultore di un teatro scenicamente inteso l'eccessivo peso di uno stile ricercato. La commistione di genere operata dall'Andreini nell'Adamo riflette una visione di insieme (che è proto-barocca nella prima versione e di un barocco maturo nella seconda) ove gli opposti convergono in un gioco di visione che è naif e insieme smaliziato: il Mondo si oppone con la sua pesantezza e le sue sollecitazioni tentatrici all'ascesa celeste, ma al tempo stesso, in quanto ostacolo all'ascesa, esso ne diventa stimolo, propulsore, viatico; e infine (nella prima versione almeno) Mondo diventa Cielo. Ma se il Mondo è baroccamente un "gran teatro" allora anche il Cielo, in cui il Mondo si scioglie, è destinato ad essere, in se stesso, un gran Teatro Celeste. Ed è forse per l'intimo impulso di esprimere tutto questo che, attraverso l'Adamo, l'Andreini teatralizza le vicende celesti che hanno dato vita all'essere umano: Coelum in Theatro.

Coelum in theatro: Sull'Adamo di Giovan Battista Andreini e la sua riscrittura / Sangati, Andrea. - (2012 Jan 30).

Coelum in theatro: Sull'Adamo di Giovan Battista Andreini e la sua riscrittura

Sangati, Andrea
2012

Abstract

La tesi svolge un'indagine complessiva sull'opera drammaturgica L'Adamo di Giovan Battista Andreini operando un'analisi testuale sia sulla più nota prima versione (pubblicata nel 1613, poi riedita in una sostanziale ristampa nel 1617) che sulla seconda (del 1641) quasi sconosciuta alla critica; in quest'ultimo caso attuandovi uno studio soprattutto di taglio comparativo rispetto alla versione originaria. La tesi svolge inoltre una ricerca sulle fonti di riferimento per l'opera (prima e seconda versione): attraverso i raffronti operati, vi emerge il predominante riferimento, per la gestazione dell'opera stessa, in testi della tradizione sacro-rappresentativa e in particolare, ma non solo, nei mystères francesi di epoca rinascimentale. Non è escluso, anzi è probabile, che per la composizione dell'Adamo l'autore possa aver attinto anche da sacre rappresentazioni italiane: una verifica in tal senso tuttavia non è facile da quantificare, dato che testi di sacre rappresentazioni italiane, che sviluppino significativamente il tema della creazione del mondo e delle vicende di Adamo ed Eva, non sono sopravvissuti fino a noi, se non in numero esiguo; una significativa testimonianza indiretta della loro esistenza si può riscontrare nel poema folenghiano La palermitana. Da questo studio complessivo emergono i valori intrinseci e le problematiche inerenti all'opera, nelle due versioni: il passaggio dalla prima alla seconda versione segna soprattutto l'evolversi del clima culturale rispetto al quale l'autore cerca una sorta di adeguamento; emerge inoltre la difficoltà  di fornire un'indicazione di genere per l'Adamo andreiniano della prima versione e ancora di più per la seconda. L'eterogeneità  che sta alla base del dramma di Andreini riflette innanzitutto il suo doppio statuto di opera pensata parimenti per la lettura e per la scena. Tale fatto può essere messo in relazione con l'incerta complessiva fortuna dell'opera: trovandovi il critico letterario eccessivo l'ingombro degli espedienti scenici; e percependovi il cultore di un teatro scenicamente inteso l'eccessivo peso di uno stile ricercato. La commistione di genere operata dall'Andreini nell'Adamo riflette una visione di insieme (che è proto-barocca nella prima versione e di un barocco maturo nella seconda) ove gli opposti convergono in un gioco di visione che è naif e insieme smaliziato: il Mondo si oppone con la sua pesantezza e le sue sollecitazioni tentatrici all'ascesa celeste, ma al tempo stesso, in quanto ostacolo all'ascesa, esso ne diventa stimolo, propulsore, viatico; e infine (nella prima versione almeno) Mondo diventa Cielo. Ma se il Mondo è baroccamente un "gran teatro" allora anche il Cielo, in cui il Mondo si scioglie, è destinato ad essere, in se stesso, un gran Teatro Celeste. Ed è forse per l'intimo impulso di esprimere tutto questo che, attraverso l'Adamo, l'Andreini teatralizza le vicende celesti che hanno dato vita all'essere umano: Coelum in Theatro.
30-gen-2012
The thesis undertakes a general study on the dramaturgical work L'Adamo by Giovan Battista Andreini through a textual analysis both on the more known first version (published in 1613, and then reedited, in a quasi-identical reprint, in 1617) and on the second version (1641) almost unknown to the critics; in the last case the study primarily concerns a textual and thematic comparison with the first version The thesis also conducts a research on the reference sources of the work (for both the first and the second version): various comparisons reveal the predominant reference to texts of the sacred-representative tradition and in particular to the French mystères of the Renaissance era. It is even more than possible that, in the process of composing L'Adamo, the author has also sourced from Italian "sacre rappresentazioni"; however, it is not easy to quantify this last connection, since Italian "sacre rappresentazioni" concerning the creation of the world and Adamo and Eve's events did not survive till our times, except for very few cases; a noteworthy indirect evidence of their existence is present in the poem La palermitana by Teofilo Folengo. This general study discloses the intrinsic values and the problems concerning the work, in the two versions: the passage from the first to the second version mostly marks the change of the cultural environment and the author's attempt to conform to it. It is difficult to assign a genre classification to Andreini's Adamo in its first version and even more so in the second. The heterogeneous nature of the Andreini's drama reflects above all the double status of the work which was intended both for the literature and for the theatric scene. This fact can be also put in relation to the overall scarce response of the critics to the work, due to the excessive encumbrance of the scenic features in the literary reviewers' eyes, and the excessive burden of the literary style according to theater experts. The assortment of genres operated by Andreini in L'Adamo reflects a global view (which is proto-baroque in the first version and mature baroque in the second) where the opposites converge in a perspective which is naif and in the same time spiteful: the World (Mondo), with its heaviness and its tempting solicitations, contrasts to the celestial ascent, but at the same time, as an obstacle to the ascent, it becomes an incentive, an impulse, and a viaticum. Finally (at least in the first version) the World (Mondo) becomes Heaven (Cielo). However, if Mondo, according to the Baroque aestheticism, is a "gran teatro", then Cielo, within which Mondo fuses itself, is also bound to be, in itself, a "gran Teatro Celeste". And it is perhaps because of the intimate impulse to express all of this, that Andreini, through his Adamo, theatricalizes the celestial events where the first man was born: Coelum in Theatro.
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Coelum in theatro: Sull'Adamo di Giovan Battista Andreini e la sua riscrittura / Sangati, Andrea. - (2012 Jan 30).
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