Introduction. Monocytes are cells of the innate immunity system with high heterogeneity and plasticity and are involved in acute and chronic inflammatory states. Monocytes are traditionally distinguished in three subsets, based on CD14 (LPS co-receptor) and CD16 (FcγIII receptor with low IgG affinity) expression: classical, intermediate and non-classical. Monocyte subsets have a developmental relationship and differ in phenotypic and functional characteristics. Distribution of monocyte subsets has been shown to predict cardiovascular outcomes. Nevertheless, monocytes have now been redefined as a continuum of subsets with dynamic changes of their characteristics and classification into different subtypes may be an oversimplification. Monocytes have been studied in cardiovascular diseases because they are involved in inflammatory processes linked with these pathological states: they have a central role in the development of atherosclerotic plaques, that represent the major cause of cardiovascular events. Changes within different monocyte subsets are reported in several studies in relation with cardiovascular risk factors and cardiovascular diseases. Aim of the study. The aim of this study is to establish whether distribution of monocytes based on CD14 and CD16 fluorescence intensity provides incremental and complementary information in relation to cardiovascular risk factors, prevalent cardiovascular diseases and cardiovascular outcomes beyond enumeration of traditional subsets. Materials and methods. A cohort of 227 patients with high cardiovascular risk (patients with at least two classical cardiovascular risk factors or with establish cardiovascular disease) were recruited for this study and followed up for a median of 4 years. Monocyte subsets were quantified and characterized at baseline using polychromatic flow cytometry, based on the CD14 e CD16 expression; for each monocyte subset frequency and mean fluorescence intensity (MFI) of CD14 and CD16 were determined, evaluating the continuous distribution. These monocyte characteristics were studied in patients in relation to cardiovascular risk factors, prevalence of coronary artery disease (CAD) and occurrence of major adverse cardiovascular events (MACE) during follow-up. Results. In relation to cardiovascular risk factors, every monocyte subset of patients with type 2 diabetes showed a consistent shift toward higher CD16 fluorescence intensity, despite no changes in their frequencies. Patients with coronary artery disease (CAD) at baseline displayed a doubled amount of CD14++ CD16+, intermediate monocytes, and a shift of non-classical and classical monocytes towards intermediates ones. During follow-up, cardiovascular death or cardiovascular events occurred in 26 patients, who showed monocyte displacement similar to those of patients with CAD at baseline. Using a Cox proportional hazard regression models, among monocytes parameters, only the higher CD16 expression on classical monocytes, independently predicted adverse cardiovascular outcomes, but not the level of intermediate monocytes or other subsets. Discussion and conclusion. Changes within monocyte subsets in patients with CAD and in patients with incident MACE during follow-up suggested a shift of classical and non-classical monocytes towards intermediate monocytes, showing phenotypic changes within the monocyte continuum. The predictive role of CD16 MFI on classical monocytes highlights how the concept of monocyte continuum can be used to shape the cardiovascular risk more than frequencies of monocyte subsets can do.

Introduzione. I monociti sono cellule del sistema dell’immunità innata con elevata eterogeneità e plasticità e sono coinvolti in stati infiammatori acuti e cronici. I monociti sono tradizionalmente distinti in tre sottopopolazioni, in base all'espressione del CD14 (co-recettore dell’LPS) e CD16 (recettore FcγIII con bassa affinità per IgG): classici, intermedi e non classici. Questi sottogruppi monocitari hanno una relazione evolutiva e differiscono per caratteristiche fenotipiche e funzionali. La distribuzione dei sottoinsiemi monocitari ha dimostrato di prevedere gli esiti cardiovascolari. Tuttavia, i monociti sono recentemente stati ridefiniti come un continuum di sottoinsiemi con cambiamenti dinamici delle loro caratteristiche e la categorizzazione in sottoinsiemi discreti può essere considerata come un’eccessiva semplificazione. Nelle malattie cardiovascolari i monociti sono stati studiati in quanto coinvolti in processi infiammatori legati a questi stati patologici: hanno un ruolo centrale nello sviluppo delle placche aterosclerotiche, che rappresentano la principale causa per gli eventi cardiovascolari. Diversi studi hanno dimostrato cambiamenti all'interno dei sottoinsiemi monocitari in relazione ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare e alle patologie cardiovascolari. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è stabilire se la distribuzione dei monociti basata sull'intensità di fluorescenza del CD14 e del CD16 fornisce informazioni incrementali e complementari in relazione ai fattori di rischio cardiovascolare, alle patologie cardiovascolari prevalenti e agli esiti cardiovascolari rispetto alla quantificazione della frequenza dei sottogruppi tradizionali. L'obiettivo dello studio è anche quello di verificare se questi cambiamenti predicono esiti cardiovascolari. Materiali e metodi. 227 pazienti ad alto rischio cardiovascolare (pazienti con almeno due classici fattori di rischio cardiovascolare o con malattia cardiovascolare stabilita) sono stati reclutati per questo studio e seguiti per una mediana di 4 anni. Le sottopopolazioni monocitarie sono state quantificate e caratterizzate al basale utilizzando la citometria a flusso policromatica, in base all'espressione di CD14 e CD16; per ciascun sottogruppo sono stati determinati la frequenza e l’ intensità media di fluorescenza (MFI) di CD14 e CD16, valutando la loro distribuzione lungo il continuum monocitario. Queste caratteristiche dei monociti sono state studiate nei pazienti correlandole ai fattori di rischio cardiovascolare, alla prevalenza di malattia coronarica (CAD) e alla comparsa di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) durante il follow-up. Risultati. In relazione ai fattori di rischio cardiovascolare, nei pazienti con diabete di tipo 2 è stato osservato un aumento consistente dell’ intensità di fluorescenza del CD16 all'interno di ciascun gruppo di monociti, nonostante non si sia rilevato nessun cambiamento nelle loro frequenze. I pazienti con malattia coronarica (CAD) al basale hanno mostrato un raddoppio nella frequenza dei monociti intermedi CD14++ CD16+ e uno spostamento di monociti classici e non classici verso quelli intermedi. Durante il follow-up, la morte cardiovascolare o eventi cardiovascolari si sono verificati in 26 pazienti, che hanno mostrato uno spostamento dei monociti simile a quelli dei pazienti con CAD al basale. Utilizzando il modello di Cox di regressione di rischio proporzionale, tra i parametri dei monociti, solo l'espressione del CD16, più elevata sui monociti classici, ma non il livello di monociti intermedi o di altri sottogruppi, predice indipendentemente gli eventi cardiovascolari avversi. Discussione e conclusione. I cambiamenti nei sottogruppi monocitari in pazienti con CAD e in pazienti evoluti in MACE durante il follow-up hanno suggerito uno “shift” dei monociti classici e non classici verso gli intermedi, mostrando cambiamenti fenotipici all'interno del continuum monocitario. Il ruolo predittivo dell’MFI del CD16 sui monociti classici evidenzia come il concetto di continuum monocitario possa essere utilizzato per modellare il rischio cardiovascolare più della frequenza delle diverse sottopopolazioni monocitarie.

The monocyte continuum and cardiovascular disease: Evaluation of the prognostic cardiovascular meaning of monocyte displacement along their continuum / Cappellari, Roberta. - (2018 Nov 29).

The monocyte continuum and cardiovascular disease: Evaluation of the prognostic cardiovascular meaning of monocyte displacement along their continuum

Cappellari, Roberta
2018

Abstract

Introduzione. I monociti sono cellule del sistema dell’immunità innata con elevata eterogeneità e plasticità e sono coinvolti in stati infiammatori acuti e cronici. I monociti sono tradizionalmente distinti in tre sottopopolazioni, in base all'espressione del CD14 (co-recettore dell’LPS) e CD16 (recettore FcγIII con bassa affinità per IgG): classici, intermedi e non classici. Questi sottogruppi monocitari hanno una relazione evolutiva e differiscono per caratteristiche fenotipiche e funzionali. La distribuzione dei sottoinsiemi monocitari ha dimostrato di prevedere gli esiti cardiovascolari. Tuttavia, i monociti sono recentemente stati ridefiniti come un continuum di sottoinsiemi con cambiamenti dinamici delle loro caratteristiche e la categorizzazione in sottoinsiemi discreti può essere considerata come un’eccessiva semplificazione. Nelle malattie cardiovascolari i monociti sono stati studiati in quanto coinvolti in processi infiammatori legati a questi stati patologici: hanno un ruolo centrale nello sviluppo delle placche aterosclerotiche, che rappresentano la principale causa per gli eventi cardiovascolari. Diversi studi hanno dimostrato cambiamenti all'interno dei sottoinsiemi monocitari in relazione ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare e alle patologie cardiovascolari. Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è stabilire se la distribuzione dei monociti basata sull'intensità di fluorescenza del CD14 e del CD16 fornisce informazioni incrementali e complementari in relazione ai fattori di rischio cardiovascolare, alle patologie cardiovascolari prevalenti e agli esiti cardiovascolari rispetto alla quantificazione della frequenza dei sottogruppi tradizionali. L'obiettivo dello studio è anche quello di verificare se questi cambiamenti predicono esiti cardiovascolari. Materiali e metodi. 227 pazienti ad alto rischio cardiovascolare (pazienti con almeno due classici fattori di rischio cardiovascolare o con malattia cardiovascolare stabilita) sono stati reclutati per questo studio e seguiti per una mediana di 4 anni. Le sottopopolazioni monocitarie sono state quantificate e caratterizzate al basale utilizzando la citometria a flusso policromatica, in base all'espressione di CD14 e CD16; per ciascun sottogruppo sono stati determinati la frequenza e l’ intensità media di fluorescenza (MFI) di CD14 e CD16, valutando la loro distribuzione lungo il continuum monocitario. Queste caratteristiche dei monociti sono state studiate nei pazienti correlandole ai fattori di rischio cardiovascolare, alla prevalenza di malattia coronarica (CAD) e alla comparsa di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) durante il follow-up. Risultati. In relazione ai fattori di rischio cardiovascolare, nei pazienti con diabete di tipo 2 è stato osservato un aumento consistente dell’ intensità di fluorescenza del CD16 all'interno di ciascun gruppo di monociti, nonostante non si sia rilevato nessun cambiamento nelle loro frequenze. I pazienti con malattia coronarica (CAD) al basale hanno mostrato un raddoppio nella frequenza dei monociti intermedi CD14++ CD16+ e uno spostamento di monociti classici e non classici verso quelli intermedi. Durante il follow-up, la morte cardiovascolare o eventi cardiovascolari si sono verificati in 26 pazienti, che hanno mostrato uno spostamento dei monociti simile a quelli dei pazienti con CAD al basale. Utilizzando il modello di Cox di regressione di rischio proporzionale, tra i parametri dei monociti, solo l'espressione del CD16, più elevata sui monociti classici, ma non il livello di monociti intermedi o di altri sottogruppi, predice indipendentemente gli eventi cardiovascolari avversi. Discussione e conclusione. I cambiamenti nei sottogruppi monocitari in pazienti con CAD e in pazienti evoluti in MACE durante il follow-up hanno suggerito uno “shift” dei monociti classici e non classici verso gli intermedi, mostrando cambiamenti fenotipici all'interno del continuum monocitario. Il ruolo predittivo dell’MFI del CD16 sui monociti classici evidenzia come il concetto di continuum monocitario possa essere utilizzato per modellare il rischio cardiovascolare più della frequenza delle diverse sottopopolazioni monocitarie.
29-nov-2018
Introduction. Monocytes are cells of the innate immunity system with high heterogeneity and plasticity and are involved in acute and chronic inflammatory states. Monocytes are traditionally distinguished in three subsets, based on CD14 (LPS co-receptor) and CD16 (FcγIII receptor with low IgG affinity) expression: classical, intermediate and non-classical. Monocyte subsets have a developmental relationship and differ in phenotypic and functional characteristics. Distribution of monocyte subsets has been shown to predict cardiovascular outcomes. Nevertheless, monocytes have now been redefined as a continuum of subsets with dynamic changes of their characteristics and classification into different subtypes may be an oversimplification. Monocytes have been studied in cardiovascular diseases because they are involved in inflammatory processes linked with these pathological states: they have a central role in the development of atherosclerotic plaques, that represent the major cause of cardiovascular events. Changes within different monocyte subsets are reported in several studies in relation with cardiovascular risk factors and cardiovascular diseases. Aim of the study. The aim of this study is to establish whether distribution of monocytes based on CD14 and CD16 fluorescence intensity provides incremental and complementary information in relation to cardiovascular risk factors, prevalent cardiovascular diseases and cardiovascular outcomes beyond enumeration of traditional subsets. Materials and methods. A cohort of 227 patients with high cardiovascular risk (patients with at least two classical cardiovascular risk factors or with establish cardiovascular disease) were recruited for this study and followed up for a median of 4 years. Monocyte subsets were quantified and characterized at baseline using polychromatic flow cytometry, based on the CD14 e CD16 expression; for each monocyte subset frequency and mean fluorescence intensity (MFI) of CD14 and CD16 were determined, evaluating the continuous distribution. These monocyte characteristics were studied in patients in relation to cardiovascular risk factors, prevalence of coronary artery disease (CAD) and occurrence of major adverse cardiovascular events (MACE) during follow-up. Results. In relation to cardiovascular risk factors, every monocyte subset of patients with type 2 diabetes showed a consistent shift toward higher CD16 fluorescence intensity, despite no changes in their frequencies. Patients with coronary artery disease (CAD) at baseline displayed a doubled amount of CD14++ CD16+, intermediate monocytes, and a shift of non-classical and classical monocytes towards intermediates ones. During follow-up, cardiovascular death or cardiovascular events occurred in 26 patients, who showed monocyte displacement similar to those of patients with CAD at baseline. Using a Cox proportional hazard regression models, among monocytes parameters, only the higher CD16 expression on classical monocytes, independently predicted adverse cardiovascular outcomes, but not the level of intermediate monocytes or other subsets. Discussion and conclusion. Changes within monocyte subsets in patients with CAD and in patients with incident MACE during follow-up suggested a shift of classical and non-classical monocytes towards intermediate monocytes, showing phenotypic changes within the monocyte continuum. The predictive role of CD16 MFI on classical monocytes highlights how the concept of monocyte continuum can be used to shape the cardiovascular risk more than frequencies of monocyte subsets can do.
Monocytes; Monocyte subpopulations; Cardiovascular diseases; Atherosclerosis; Monociti; Sottopopolazioni monocitarie; Patologie cardiovascolari; Aterosclerosi
The monocyte continuum and cardiovascular disease: Evaluation of the prognostic cardiovascular meaning of monocyte displacement along their continuum / Cappellari, Roberta. - (2018 Nov 29).
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