Quale significato, quale valore, quale portata, per il pensiero e la pratica politica è possibile attribuire al concetto di “theatrum philosophicum” – filosofia-teatro? Il presente lavoro si propone di esplorare delle piste di risposta a queste domande attraverso il lavoro di Michel Foucault. Attraverso i concetti, i testi e gli strumenti drammatici utilizzati da Foucault vuole interrogarsi su ciò che il teatro può "fare" alla filosofia, quando quest'ultima rinuncia a un ideale di sistematicità per diventare pratica d'invenzione. Diversi nuclei concettuali legati al campo semantico del teatro sono affrontati, attraversando in diagonale tutta la produzione di Foucault: il tragico e il tragico; il doppio; il simulacro; la finzione; i drammi della verità; le scene politiche e resistenti dei corpi. Attraverso questi centri di interrogazione, il teatro si rivela uno strumento estremamente proficuo per sfuggire ai quadri della tradizione occidentale nel discorso filosofico: un modo di ripensare il pensiero di Michel Foucault in tutto il suo valore teorico e pratico, ma senza ridurlo a formule astratte, universali, preconcette. Tracciando un percorso tra teatro e filosofia (o meglio: un percorso che utilizza il teatro per ripensare lo spazio e il ruolo della filosofia), e accettando le ambiguità intrinseche a un uso spesso indiretto e metaforico della concettualità teatrale, questa ricerca che attraversa il pensiero di Foucault grazie al teatro ci ha condotti alla formulazione di una tesi precisa: grazie alle sue dimensioni di sdoppiamento, raddoppiamento e sperimentazione pubblica, corporea, differenziale del reale, il teatro è una forza di esperienza che esprime emblematicamente la forza critica alla base della filosofia di Foucault come gesto concreto di pensiero, come dinamica di trasformazione di se stessi e degli altri. La teatralità, lungi dall'essere una dimensione estetizzante e marginale nelle analisi di Foucault, può rappresentarne un filo conduttore come movimento di rottura e rielaborazione incessante del sé: come una prova sul palcoscenico che viene costantemente ricominciata, come un gioco teatrale di mascheramento e smascheramento, come una performance politica. È un altro nome per la forza di alterazione, il movimento di cambiamento nel modo di guardare il mondo che il pensiero di Foucault ha sempre rivendicato come compito fondamentale.

What meaning, value, relevance for philosophical thought and political practice is possible to ascribe to the concept of theatrum philosophicum, of “philosophy-theatre”? The present research explores possible answers to these questions starting from the analysis of Michel Foucault’s works. By focusing on the theatrical concepts, texts, tools and stylistic devices used by Foucault, my aim is to investigate how theatre can contribute to philosophy, when philosophy is not meant to become a systematic project but rather a creative practice. To this end, I examine a series of notions related to the semantic field of theatre, taking into account Foucault’s enterprise as a whole: the tragic and tragedy; the theme of the double; the notion of simulacra; the fictional writing; the “dramatics” and dramaturgies of truth; the political and resistant scenes of the bodies. Through all these research axes, theatre reveals itself as an extremely fruitful device to call into question the traditional Western philosophical discourse. Theatre is a way to rethink the theoretical and practical relevance of Foucault’s philosophy, without reducing it to abstract, universal, and preordained formulas. Drawing a path between theatre and philosophy (or better, an analytical framework that employs theatre to rethink the place and the role of philosophy), and accepting the ambiguities of an indirect and metaphorical use of the theatrical conceptuality, I formulate a clear hypothesis: thanks to its powers of repetition, duplication and public test, theatre is a form of philosophical experience, which emblematically conveys the critical attitude lying at the heart of Foucault’s philosophy. Theatre helps conceive the activity of thinking as a concrete practice of transformation, which changes the forms of relation the self has to her/himself and to others. Theatre is not an esthetical and marginal dimension of Foucault’s works, but rather the fil rouge that connects them as a movement of shifting, displacing and perpetual re-elaboration of our own mode of looking at the world and at our subjectivity. Foucault’s theatrum-philosophicum is a way to rethink philosophy as a political performance.

Scènes de la vérité. Michel Foucault et le théâtre(2015 Dec 03).

Scènes de la vérité. Michel Foucault et le théâtre

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2015

Abstract

What meaning, value, relevance for philosophical thought and political practice is possible to ascribe to the concept of theatrum philosophicum, of “philosophy-theatre”? The present research explores possible answers to these questions starting from the analysis of Michel Foucault’s works. By focusing on the theatrical concepts, texts, tools and stylistic devices used by Foucault, my aim is to investigate how theatre can contribute to philosophy, when philosophy is not meant to become a systematic project but rather a creative practice. To this end, I examine a series of notions related to the semantic field of theatre, taking into account Foucault’s enterprise as a whole: the tragic and tragedy; the theme of the double; the notion of simulacra; the fictional writing; the “dramatics” and dramaturgies of truth; the political and resistant scenes of the bodies. Through all these research axes, theatre reveals itself as an extremely fruitful device to call into question the traditional Western philosophical discourse. Theatre is a way to rethink the theoretical and practical relevance of Foucault’s philosophy, without reducing it to abstract, universal, and preordained formulas. Drawing a path between theatre and philosophy (or better, an analytical framework that employs theatre to rethink the place and the role of philosophy), and accepting the ambiguities of an indirect and metaphorical use of the theatrical conceptuality, I formulate a clear hypothesis: thanks to its powers of repetition, duplication and public test, theatre is a form of philosophical experience, which emblematically conveys the critical attitude lying at the heart of Foucault’s philosophy. Theatre helps conceive the activity of thinking as a concrete practice of transformation, which changes the forms of relation the self has to her/himself and to others. Theatre is not an esthetical and marginal dimension of Foucault’s works, but rather the fil rouge that connects them as a movement of shifting, displacing and perpetual re-elaboration of our own mode of looking at the world and at our subjectivity. Foucault’s theatrum-philosophicum is a way to rethink philosophy as a political performance.
3-dic-2015
Quale significato, quale valore, quale portata, per il pensiero e la pratica politica è possibile attribuire al concetto di “theatrum philosophicum” – filosofia-teatro? Il presente lavoro si propone di esplorare delle piste di risposta a queste domande attraverso il lavoro di Michel Foucault. Attraverso i concetti, i testi e gli strumenti drammatici utilizzati da Foucault vuole interrogarsi su ciò che il teatro può "fare" alla filosofia, quando quest'ultima rinuncia a un ideale di sistematicità per diventare pratica d'invenzione. Diversi nuclei concettuali legati al campo semantico del teatro sono affrontati, attraversando in diagonale tutta la produzione di Foucault: il tragico e il tragico; il doppio; il simulacro; la finzione; i drammi della verità; le scene politiche e resistenti dei corpi. Attraverso questi centri di interrogazione, il teatro si rivela uno strumento estremamente proficuo per sfuggire ai quadri della tradizione occidentale nel discorso filosofico: un modo di ripensare il pensiero di Michel Foucault in tutto il suo valore teorico e pratico, ma senza ridurlo a formule astratte, universali, preconcette. Tracciando un percorso tra teatro e filosofia (o meglio: un percorso che utilizza il teatro per ripensare lo spazio e il ruolo della filosofia), e accettando le ambiguità intrinseche a un uso spesso indiretto e metaforico della concettualità teatrale, questa ricerca che attraversa il pensiero di Foucault grazie al teatro ci ha condotti alla formulazione di una tesi precisa: grazie alle sue dimensioni di sdoppiamento, raddoppiamento e sperimentazione pubblica, corporea, differenziale del reale, il teatro è una forza di esperienza che esprime emblematicamente la forza critica alla base della filosofia di Foucault come gesto concreto di pensiero, come dinamica di trasformazione di se stessi e degli altri. La teatralità, lungi dall'essere una dimensione estetizzante e marginale nelle analisi di Foucault, può rappresentarne un filo conduttore come movimento di rottura e rielaborazione incessante del sé: come una prova sul palcoscenico che viene costantemente ricominciata, come un gioco teatrale di mascheramento e smascheramento, come una performance politica. È un altro nome per la forza di alterazione, il movimento di cambiamento nel modo di guardare il mondo che il pensiero di Foucault ha sempre rivendicato come compito fondamentale.
Michel Foucault - teatro - filosofia - tragedia - dramma - verità – corpo – esperienza
Scènes de la vérité. Michel Foucault et le théâtre(2015 Dec 03).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3425902
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