A fondamento della legislazione per il patrimonio culturale vi è il riconoscimento che questo riveste un “interesse pubblico” e dunque ogni individuo ha diritto a vederlo protetto e a «partecipare alla vita culturale della comunità», come propone la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). Ogni Stato, però, implementa questo diritto in maniera variabile, inserendo la gestione del patrimonio culturale nel proprio contesto normativo. Questa ricerca ha indagato quale sia allo stato attuale lo spazio giuridico per la partecipazione del pubblico nel settore dei beni culturali in Italia e Inghilterra, focalizzando l’attenzione in particolare sull’archeologia. La tesi prende le mosse dall’analisi dei documenti internazionali di UNESCO, Council of Europe e Unione Europea per tracciare l’evoluzione della tendenza a incoraggiare gli Stati ad aumentare la partecipazione pubblica, intesa come strumento di democrazia; continua poi con l’esame delle legislazioni italiana e inglese, la prima più protezionistica e la seconda più liberale, per delineare un bilancio comparativo tra i due sistemi. Infine, propone delle modifiche pratiche per ripensare il sistema della ricerca, tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali in Italia, al fine di perseguire in modo più partecipativo e inclusivo l’interesse “pubblico” nella cura dei beni culturali.
Aspetti giuridici della partecipazione sociale nel campo dei beni culturali: il caso dell'archeologia partecipata. Studio comparato dei modelli inglese e italiano / Benetti, Francesca. - (2020).
Aspetti giuridici della partecipazione sociale nel campo dei beni culturali: il caso dell'archeologia partecipata. Studio comparato dei modelli inglese e italiano
Benetti, Francesca
2020
Abstract
A fondamento della legislazione per il patrimonio culturale vi è il riconoscimento che questo riveste un “interesse pubblico” e dunque ogni individuo ha diritto a vederlo protetto e a «partecipare alla vita culturale della comunità», come propone la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). Ogni Stato, però, implementa questo diritto in maniera variabile, inserendo la gestione del patrimonio culturale nel proprio contesto normativo. Questa ricerca ha indagato quale sia allo stato attuale lo spazio giuridico per la partecipazione del pubblico nel settore dei beni culturali in Italia e Inghilterra, focalizzando l’attenzione in particolare sull’archeologia. La tesi prende le mosse dall’analisi dei documenti internazionali di UNESCO, Council of Europe e Unione Europea per tracciare l’evoluzione della tendenza a incoraggiare gli Stati ad aumentare la partecipazione pubblica, intesa come strumento di democrazia; continua poi con l’esame delle legislazioni italiana e inglese, la prima più protezionistica e la seconda più liberale, per delineare un bilancio comparativo tra i due sistemi. Infine, propone delle modifiche pratiche per ripensare il sistema della ricerca, tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali in Italia, al fine di perseguire in modo più partecipativo e inclusivo l’interesse “pubblico” nella cura dei beni culturali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_PhD_Benetti.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Accesso gratuito
Dimensione
4.54 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.54 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.