The aim of this study is to analyse the sense of Being in Heidegger’s philosophy and his attempt to go beyond western metaphysics. In order to do that, it considers the relationship between Heidegger, on one hand, and Schelling and Hegel, on the other hand. This relationship is crucial both for what Heidegger is able to make explicit in Schelling’s philosophy, and for what he’s not able to make explicit in Hegel’s philosophy. What he makes explicit in Schelling’s philosophy is the fact that Being, according to its own nature, hides itself. On the grounds of this nature of Being Heidegger tries to go beyond metaphysics. What he doesn’t make explicit in Hegel’s philosophy is the sense of his dialectic’s semantic interlacement. Because of this, Heidegger’s attempt to go beyond metaphysics reveals itself to be a mere reversal of metaphysics. That is to say, a mere inability to go really beyond it. It is because Heidegger doesn’t understand the essence of Hegel’s dialectic that his overcoming of metaphysics fails.
La presente ricerca intende analizzare la riflessione heideggeriana sul senso dell’essere e il suo tentativo di oltrepassare la metafisica occidentale. Intende farlo mostrando che per la filosofia di Heidegger è decisivo il rapporto con l’idealismo di Schelling e Hegel. Lo è tanto per quel che riesce a portare all’esplicito in Schelling, quanto per quel che non riesce a portare all’esplicito in Hegel. Quel che porta all’esplicito in Schelling è il ritrarsi dell’essere come essenziale alla sua semantica fondamentale (al suo essere fondamento dell’ente). Esso è decisivo perché è ciò in base al quale Heidegger opera il suo tentativo di oltrepassare la metafisica. Quel che non porta all’esplicito in Hegel è l’intreccio semantico degli opposti che anima la dialettica. Esso è decisivo perché proprio per l’indietreggiare di fronte a questo intreccio (che Heidegger sfiora soltanto nella nozione di “vibrazione dell’essere” presente nei Beiträge) il suo oltrepassamento della metafisica finisce per essere un mero ribaltamento della metafisica e quindi un irretimento in quella stessa metafisica che vorrebbe oltressare. Esso è cioè decisivo perché decide il fallimento del tentativo heideggeriano di portarsi oltre la metafisica.
Identità e differenza. Heidegger, Hegel e l'altro inizio del pensiero(2008).
Identità e differenza. Heidegger, Hegel e l'altro inizio del pensiero.
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2008
Abstract
La presente ricerca intende analizzare la riflessione heideggeriana sul senso dell’essere e il suo tentativo di oltrepassare la metafisica occidentale. Intende farlo mostrando che per la filosofia di Heidegger è decisivo il rapporto con l’idealismo di Schelling e Hegel. Lo è tanto per quel che riesce a portare all’esplicito in Schelling, quanto per quel che non riesce a portare all’esplicito in Hegel. Quel che porta all’esplicito in Schelling è il ritrarsi dell’essere come essenziale alla sua semantica fondamentale (al suo essere fondamento dell’ente). Esso è decisivo perché è ciò in base al quale Heidegger opera il suo tentativo di oltrepassare la metafisica. Quel che non porta all’esplicito in Hegel è l’intreccio semantico degli opposti che anima la dialettica. Esso è decisivo perché proprio per l’indietreggiare di fronte a questo intreccio (che Heidegger sfiora soltanto nella nozione di “vibrazione dell’essere” presente nei Beiträge) il suo oltrepassamento della metafisica finisce per essere un mero ribaltamento della metafisica e quindi un irretimento in quella stessa metafisica che vorrebbe oltressare. Esso è cioè decisivo perché decide il fallimento del tentativo heideggeriano di portarsi oltre la metafisica.File | Dimensione | Formato | |
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