This PhD thesis enquires about the meanings of public space and multicultural cohabitation in urban environments going through transformation processes, enquiring the relations between social actors, structured space and diversity in the contemporary town. The work presented is the result of a research held in downtown Genoa, between 2005 and 2008, based on ethnographic methodology and tools: participating observation, interviews and life histories. Genoa is an interesting town for describing several urban changes, passed through urban redevelopment and gentrification: in the last decades the historical centre went from being a bond to a resource of the town, passing from neglected area to new centre of interest. The specific field of enquiry is represent by the ancient harbour, where there is an open space that may be investigated as a boundary zone. A place where the boundary works in a polisemic way, showing the various meanings that the “limit” device may take. According to the single situation taking place on the square and town scenario, the “boundary square” may work as a clash area, but also as a peaceful zone, pulling for cohabitation among different identities. A boundary zone in both metaphorical and physical sense, the square actually hosts a real boundary, dividing the apparently homogeneous open public space in two separated entities, two regions referring to different ways of managing public space: public and private entities. An invisible but powerful space boundary, based on a time-boundary: after having been abandoned for a long time, since approximately ten years the old commercial port, an area historically closed to citizens, has been renewed and “opened” to the public, becoming an area dedicated to consumption and tourist attractions. A boundary therefore becoming powerfully symbolic, determining a change also in the self-representation that the town makes if itself and its future. The ethnographic research has been chosen in order to give voice to some categories of the inhabitants who use the square coming from different paths, points of view that may be used in order to tell the story of a part of daily life in downtown Genoa. It has been chosen to underline border visions, who may better express various forms of resistance, shaped as tactics or strategies: old and new inhabitants, children, immigrants, youngsters, and a lot of those “useless” people who live in contemporary town interstices. From such voices emerges the increasing desertification ongoing in public spaces, but also the marginalization of change processes, decided elsewhere and expressed with a language stigmatizing the open air life. And still, right from the disagreement experiences it is possible to start again, in order to create a new sense of town, listening to the implicit recognition requests, as well as the critical proposals, emerging from public spaces and submitted to the public attention.

Questa tesi di dottorato si interroga sui significati dello spazio pubblico e sulla convivenza multiculturale in ambiti urbani in trasformazione, indagando i rapporti tra attore sociale, spazio costruito e diversità nella città contemporanea. Il lavoro è frutto di una ricerca condotta nel centro storico di Genova dal 2005 al 2008, basata su metodi e strumenti etnografici: osservazione partecipante, interviste e racconti di vita. Genova è una città adatta a descrivere molti cambiamenti urbani, attraversata da fasi di riqualificazione urbana e gentrification: negli ultimi decenni il centro storico si è trasformato da vincolo a risorsa della città, passando da area negletta a nuovo centro di interesse. Il campo di indagine specifico è rappresentato dal porto antico, che contiene uno spazio aperto indagato come luogo di confine. Un luogo dove il confine funziona in modo polisemico, rivelando le diverse accezioni e significati che questo dispositivo può assumere. A seconda della situazione che si presenta sulla scena della piazza e della città, la “piazza di confine” può funzionare come terreno di scontro ma anche come zona adatta alla pacificazione e alla convivenza delle diversità. Oltre a essere un luogo di confine in senso metaforico, nella piazza esiste un confine reale, che divide lo spazio aperto (apparentemente omogeneo) in due entità distinte, due regioni che fanno riferimento a diverse modalità di gestione dello spazio pubblico (ente pubblica ed entità privata). Un confine spaziale invisibile ma potente, costruito a partire da un confine temporale: a partire da una decina di anni, infatti, il vecchio porto commerciale, area da sempre chiusa alla cittadinanza, dopo un lungo periodo di abbandono è stato riqualificato e “aperto”, trasformandosi in una zona dedicata a luoghi di consumo e attrazioni turistiche. Un confine che quindi diventa potentemente simbolico, determinando un cambiamento anche nella rappresentazione che la città fa di se stessa e del suo futuro. Con l’indagine etnografica si è voluto dare voce ad alcune categorie di abitanti che utilizzano la piazza a partire da percorsi differenti, punti di vista attraverso i quali è possibile narrare una parte della vita quotidiana in centro storico. Si è dato maggiormente risalto a visioni dal margine, che meglio possono esprimere forme di resistenza distinte, che prendono la forma di tattiche o strategie: vecchi e nuovi abitanti, bambini, immigrati, giovani, e molta di quella popolazione degli “inutili” che abita gli interstizi della città contemporanea. Da queste voci emerge la progressiva desertificazione in corso negli spazi pubblici, ma anche una marginalizzazione dai processi di cambiamento, che vengono decisi altrove e che usano linguaggi stigmatizzanti nei confronti della vita all’aperto. Tuttavia proprio dalle esperienze di dissenso è ancora possibile ripartire per costruire un nuovo senso della città, ascoltando le richieste implicite di riconoscimento e le proposte critiche che emergono dagli spazi pubblici, e che vengono poste all’attenzione della collettività.

Tra spazi contesi e luoghi comuni. Etnografia di una piazza di confine nel centro antico di Genova / Mucci, Silvia. - (2009).

Tra spazi contesi e luoghi comuni. Etnografia di una piazza di confine nel centro antico di Genova

Mucci, Silvia
2009

Abstract

Questa tesi di dottorato si interroga sui significati dello spazio pubblico e sulla convivenza multiculturale in ambiti urbani in trasformazione, indagando i rapporti tra attore sociale, spazio costruito e diversità nella città contemporanea. Il lavoro è frutto di una ricerca condotta nel centro storico di Genova dal 2005 al 2008, basata su metodi e strumenti etnografici: osservazione partecipante, interviste e racconti di vita. Genova è una città adatta a descrivere molti cambiamenti urbani, attraversata da fasi di riqualificazione urbana e gentrification: negli ultimi decenni il centro storico si è trasformato da vincolo a risorsa della città, passando da area negletta a nuovo centro di interesse. Il campo di indagine specifico è rappresentato dal porto antico, che contiene uno spazio aperto indagato come luogo di confine. Un luogo dove il confine funziona in modo polisemico, rivelando le diverse accezioni e significati che questo dispositivo può assumere. A seconda della situazione che si presenta sulla scena della piazza e della città, la “piazza di confine” può funzionare come terreno di scontro ma anche come zona adatta alla pacificazione e alla convivenza delle diversità. Oltre a essere un luogo di confine in senso metaforico, nella piazza esiste un confine reale, che divide lo spazio aperto (apparentemente omogeneo) in due entità distinte, due regioni che fanno riferimento a diverse modalità di gestione dello spazio pubblico (ente pubblica ed entità privata). Un confine spaziale invisibile ma potente, costruito a partire da un confine temporale: a partire da una decina di anni, infatti, il vecchio porto commerciale, area da sempre chiusa alla cittadinanza, dopo un lungo periodo di abbandono è stato riqualificato e “aperto”, trasformandosi in una zona dedicata a luoghi di consumo e attrazioni turistiche. Un confine che quindi diventa potentemente simbolico, determinando un cambiamento anche nella rappresentazione che la città fa di se stessa e del suo futuro. Con l’indagine etnografica si è voluto dare voce ad alcune categorie di abitanti che utilizzano la piazza a partire da percorsi differenti, punti di vista attraverso i quali è possibile narrare una parte della vita quotidiana in centro storico. Si è dato maggiormente risalto a visioni dal margine, che meglio possono esprimere forme di resistenza distinte, che prendono la forma di tattiche o strategie: vecchi e nuovi abitanti, bambini, immigrati, giovani, e molta di quella popolazione degli “inutili” che abita gli interstizi della città contemporanea. Da queste voci emerge la progressiva desertificazione in corso negli spazi pubblici, ma anche una marginalizzazione dai processi di cambiamento, che vengono decisi altrove e che usano linguaggi stigmatizzanti nei confronti della vita all’aperto. Tuttavia proprio dalle esperienze di dissenso è ancora possibile ripartire per costruire un nuovo senso della città, ascoltando le richieste implicite di riconoscimento e le proposte critiche che emergono dagli spazi pubblici, e che vengono poste all’attenzione della collettività.
2009
This PhD thesis enquires about the meanings of public space and multicultural cohabitation in urban environments going through transformation processes, enquiring the relations between social actors, structured space and diversity in the contemporary town. The work presented is the result of a research held in downtown Genoa, between 2005 and 2008, based on ethnographic methodology and tools: participating observation, interviews and life histories. Genoa is an interesting town for describing several urban changes, passed through urban redevelopment and gentrification: in the last decades the historical centre went from being a bond to a resource of the town, passing from neglected area to new centre of interest. The specific field of enquiry is represent by the ancient harbour, where there is an open space that may be investigated as a boundary zone. A place where the boundary works in a polisemic way, showing the various meanings that the “limit” device may take. According to the single situation taking place on the square and town scenario, the “boundary square” may work as a clash area, but also as a peaceful zone, pulling for cohabitation among different identities. A boundary zone in both metaphorical and physical sense, the square actually hosts a real boundary, dividing the apparently homogeneous open public space in two separated entities, two regions referring to different ways of managing public space: public and private entities. An invisible but powerful space boundary, based on a time-boundary: after having been abandoned for a long time, since approximately ten years the old commercial port, an area historically closed to citizens, has been renewed and “opened” to the public, becoming an area dedicated to consumption and tourist attractions. A boundary therefore becoming powerfully symbolic, determining a change also in the self-representation that the town makes if itself and its future. The ethnographic research has been chosen in order to give voice to some categories of the inhabitants who use the square coming from different paths, points of view that may be used in order to tell the story of a part of daily life in downtown Genoa. It has been chosen to underline border visions, who may better express various forms of resistance, shaped as tactics or strategies: old and new inhabitants, children, immigrants, youngsters, and a lot of those “useless” people who live in contemporary town interstices. From such voices emerges the increasing desertification ongoing in public spaces, but also the marginalization of change processes, decided elsewhere and expressed with a language stigmatizing the open air life. And still, right from the disagreement experiences it is possible to start again, in order to create a new sense of town, listening to the implicit recognition requests, as well as the critical proposals, emerging from public spaces and submitted to the public attention.
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Tra spazi contesi e luoghi comuni. Etnografia di una piazza di confine nel centro antico di Genova / Mucci, Silvia. - (2009).
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