The dissertation analyzes the political movement that led Pennsylvania to join the other American colonies in the resistance against the English Crown; the same movement that led the colony to declare the independence and to approve one of the most radical State Constitutions of the American Revolution. Studying the revolutionary discourse and the constitutional debate, the paper focuses mostly on the issue of the military organization and on the role the militia companies played in the renovation of the political order of a Quaker colony, whose political and institutional culture was pacifist since the foundation. All these issues are essential to understand the meaning of the American Revolution in Pennsylvania: the extralegal and voluntary character of the militia companies, rooted in the colonial years, gave the revolutionaries a bent to self government and a tendency for egalitarian resistance to governors that turned out to be essential for the revolutionary and constitutional practice. Against the rift usually put by the historians between the reconstruction of the events, on one side, and the consideration of the ideas recurring in the public debate on the other, the work thematizes the meaning the American Revolution in Pennsylvania takes at the political, conceptual and historic threshold of modernity. Therefore, before taking into consideration the facts of the Revolution, the dissertation focuses on some unavoidable considerations argued by historians about the ideal meaning of the American Revolution and its contribution to the birth of the political modernity. Pennsylvania revolutionary movement has often been described either as the emergence of a democratic order or as a preview of the political development of the American history in the nineteenth century. Through the analysis of its initial development, this work shows how often, paradoxically, the egalitarian results considered as the evidence of the modernity rose instead from political and conceptual necessities which were far from being egalitarian and democratic.

Il lavoro indaga il movimento politico che spinse la Pennsylvania ad unirsi alle altre province americane nella resistenza alla Corona inglese e nella dichiarazione dell’indipendenza e che al contempo la condusse ad approvare, nel 1776, una delle Costituzioni statali più radicali del periodo rivoluzionario. Nell’analisi del discorso rivoluzionario e dell’esito costituzionale tematizza in particolare la questione dell’organizzazione della difesa militare, il problema della milizia e il ruolo che questi elementi ebbero nel rinnovamento dell’ordine politico di una colonia quacchera per fondazione e pacifista per cultura politica e istituzionale. Essi sono decisivi per comprendere il segno assunto dalla Rivoluzione Americana in Pennsylvania: il carattere volontario ed extralegale delle compagnie di milizia, radicato nel passato coloniale, consegnò ai rivoluzionari un’abitudine all’autogoverno e una declinazione egalitaria della resistenza ai governanti, decisivi nel caratterizzare la pratica rivoluzionaria e costituzionale. Nel suo dispiegarsi, il lavoro muove alla ricomposizione della frattura posta tipicamente dalla storiografia tra l’analisi degli eventi della resistenza, da una parte, e la considerazione delle risorse ideali ricorrenti nel dibattito pubblico, dall’altra. Lo fa con l’intento di misurare il significato che il contesto rivoluzionario di Philadelphia, quale piano specifico della Rivoluzione Americana, assume alla soglia della modernità politica, storica e concettuale. Per questo, prima di avviare la considerazione degli eventi e del dibattito rivoluzionario si sofferma su alcune imprescindibili conclusioni argomentate, da un lato, dalla storiografia in relazione al portato ideale della rivoluzione e, dall’altro, dalla storia del pensiero politico sull’emergere della modernità nell’età delle rivoluzioni. Spesso descritta come l’affermarsi di un ordine modernamente democratico e come anticipazione di caratteri ottocenteschi della storia politica americana, l’analisi della rivoluzione in Pennsylvania permette di andare alla radice di quel movimento e di misurarne i caratteri nel suo iniziale dispiegarsi. E di valutarne, in questo modo, la tensione rispetto ai tratti politici della modernità. Mostrando come più spesso, paradossalmente, gli esiti egalitari assunti a evidenza della novità politica nascano in seno a esperienze ed esigenze politiche e concettuali tutt’altro che egalitarie.

Resistenza, autogoverno e opposizione. La milizia nella Rivoluzione in Pennsylvania, 1775-1777 / del bono, Davide. - (2017 Jul 15).

Resistenza, autogoverno e opposizione. La milizia nella Rivoluzione in Pennsylvania, 1775-1777.

del bono, davide
2017

Abstract

Il lavoro indaga il movimento politico che spinse la Pennsylvania ad unirsi alle altre province americane nella resistenza alla Corona inglese e nella dichiarazione dell’indipendenza e che al contempo la condusse ad approvare, nel 1776, una delle Costituzioni statali più radicali del periodo rivoluzionario. Nell’analisi del discorso rivoluzionario e dell’esito costituzionale tematizza in particolare la questione dell’organizzazione della difesa militare, il problema della milizia e il ruolo che questi elementi ebbero nel rinnovamento dell’ordine politico di una colonia quacchera per fondazione e pacifista per cultura politica e istituzionale. Essi sono decisivi per comprendere il segno assunto dalla Rivoluzione Americana in Pennsylvania: il carattere volontario ed extralegale delle compagnie di milizia, radicato nel passato coloniale, consegnò ai rivoluzionari un’abitudine all’autogoverno e una declinazione egalitaria della resistenza ai governanti, decisivi nel caratterizzare la pratica rivoluzionaria e costituzionale. Nel suo dispiegarsi, il lavoro muove alla ricomposizione della frattura posta tipicamente dalla storiografia tra l’analisi degli eventi della resistenza, da una parte, e la considerazione delle risorse ideali ricorrenti nel dibattito pubblico, dall’altra. Lo fa con l’intento di misurare il significato che il contesto rivoluzionario di Philadelphia, quale piano specifico della Rivoluzione Americana, assume alla soglia della modernità politica, storica e concettuale. Per questo, prima di avviare la considerazione degli eventi e del dibattito rivoluzionario si sofferma su alcune imprescindibili conclusioni argomentate, da un lato, dalla storiografia in relazione al portato ideale della rivoluzione e, dall’altro, dalla storia del pensiero politico sull’emergere della modernità nell’età delle rivoluzioni. Spesso descritta come l’affermarsi di un ordine modernamente democratico e come anticipazione di caratteri ottocenteschi della storia politica americana, l’analisi della rivoluzione in Pennsylvania permette di andare alla radice di quel movimento e di misurarne i caratteri nel suo iniziale dispiegarsi. E di valutarne, in questo modo, la tensione rispetto ai tratti politici della modernità. Mostrando come più spesso, paradossalmente, gli esiti egalitari assunti a evidenza della novità politica nascano in seno a esperienze ed esigenze politiche e concettuali tutt’altro che egalitarie.
15-lug-2017
The dissertation analyzes the political movement that led Pennsylvania to join the other American colonies in the resistance against the English Crown; the same movement that led the colony to declare the independence and to approve one of the most radical State Constitutions of the American Revolution. Studying the revolutionary discourse and the constitutional debate, the paper focuses mostly on the issue of the military organization and on the role the militia companies played in the renovation of the political order of a Quaker colony, whose political and institutional culture was pacifist since the foundation. All these issues are essential to understand the meaning of the American Revolution in Pennsylvania: the extralegal and voluntary character of the militia companies, rooted in the colonial years, gave the revolutionaries a bent to self government and a tendency for egalitarian resistance to governors that turned out to be essential for the revolutionary and constitutional practice. Against the rift usually put by the historians between the reconstruction of the events, on one side, and the consideration of the ideas recurring in the public debate on the other, the work thematizes the meaning the American Revolution in Pennsylvania takes at the political, conceptual and historic threshold of modernity. Therefore, before taking into consideration the facts of the Revolution, the dissertation focuses on some unavoidable considerations argued by historians about the ideal meaning of the American Revolution and its contribution to the birth of the political modernity. Pennsylvania revolutionary movement has often been described either as the emergence of a democratic order or as a preview of the political development of the American history in the nineteenth century. Through the analysis of its initial development, this work shows how often, paradoxically, the egalitarian results considered as the evidence of the modernity rose instead from political and conceptual necessities which were far from being egalitarian and democratic.
rivoluzione americana, milizia, Pennsylvania, modernità politica,
Resistenza, autogoverno e opposizione. La milizia nella Rivoluzione in Pennsylvania, 1775-1777 / del bono, Davide. - (2017 Jul 15).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3426660
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