This research focuses on Merleau-Ponty’s aim to explore and form a new idea of Reason, i.e. an “expanded Reason”. The starting point is the ontological rehabilitation of Sensation, primarily the attention given to the secondaries qualities in opposition to Descartes, who had strongly rejected them. The a-conceptual nature of Sensation leads to reform the Intellect in correlation with an enhancement of the powers of Imagination. Through Kantian productive Imagination and its Lachièze-Rey’s interpretation as a body-related faculty, Imagination is considered by Merleau-Ponty as the natural ground of Cogito. The latter is defined as a “pensée existante”. This notion of Imagination and the emphasis on the existential aspect of Thought (in contrast with any essentialist interpretation) theoretically leads Merleau-Ponty to replace the genesis of Ideality in the Sensible and to take into account the highly multiform dimension of Imaginary. Imaginary is not assumed anymore as the contrary of the Real nor is correlated to the egological activity of Sinngebung. The interest Merleau-Ponty shows in psychoanalysis is indeed mostly justified by the prominent role given to Imaginary in clinical studies. Psychoanalytic methodology has nothing to do with the traditional play of the faculties nor with the classical idea of causality because according to Merleau-Ponty, even if a certain interpretation tends to highlight a mechanicist trend in Freudian metapsychology (which is, by the way, true), the central core of Freudian revolution is the operational concept of “surdétermination symbolique”, a new kind of causality excluding the Subject-Object antinomy. Furthermore, psychoanalysis allows Merleau-Ponty to point out a peculiar form of reflection of the body. Thanks to the Bergsonian concept of duration, but also in contrast to it, Merleau-Ponty develops a theory of temporality and spatiality where space and time are together involved in the ontological structuration of reflective relations. This is corroborated by the psychoanalytic notion of Unconscious and dream analysis. Space is positively evaluated after Bergson reduced it to an intellectual construct in his thesis Quid Aristoteles de loco senserit and in his Essai sur les données immédiates de la conscience. Merleau-Ponty’s account for the cogenerative simultaneity of space and time is related to the analysis of the chiasmatic relation of the visible and the invisible and the theory of Being. The imaginary invisibility of the Sensible, which Merleau-Ponty conceives both as a sensible object and the sentient body, helps him to redefine the field of Thinking and the technical meaning of “concept”. Thinking and concepts head towards a never ending clarification of Being and its sensible enigmas, which we always experience in our natural condition of perceptive faith. Merleau-Ponty’s program of enhancing the dimension of Reason coincides therefore with the claim for an exam of the primal layer (“couche”) of sensible beings, whose texture is discovered as imaginary-formed (against Sartre’s thesis of the non-observability of Imaginary) and doubled by invisibility. From a methodological point of view, such a reconsideration of the relationship between the Imaginary and the Real entails that philosophical reflection is thus lead to question its own technical skills to express this primordial ground (the skepticism of the Cartesian doubt and the phenomenological eidetic reduction), and to interpret them as an ineluctable yet insufficient way to “becoming accustomed” to Being.

La tesi prova a ricostruire il percorso di allargamento della ragione, auspicato a più riprese da Merleau-Ponty, attraverso la perlustrazione degli assi portanti della sua filosofia. Si è tentato di vedere nella riabilitazione ontologica della sensazione, in particolare delle qualità secondarie tanto avversate dall’ontologia razionalistica cartesiana, non soltanto il punto di partenza ma anche la linfa vitale della proposta filosofica di Merleau-Ponty. L’enfasi sulla a-concettualità della sensazione percettiva conduce ad una riforma dell’intelletto e ad una apertura del concetto che ha per correlato essenziale un’estensione ipertrofica del potere dell’immaginazione. Sulla base dell’immaginazione produttiva di Kant, filtrata dalla lettura di Lachièze-Rey che ne fa una facoltà corporalmente strutturata, Merleau-Ponty definisce l’immaginazione come il fondo naturale del Cogito. Quest’ultimo è concepito come “pensée existante”. Una siffatta immaginazione, unitamente all’enfasi accordata al carattere d’esistenza del pensiero (di contro ad ogni lettura essenzialista), porta Merleau-Ponty a ricollocare la genesi dell’idealità entro la culla della sensorialità. Una volta articolata in tal modo l’immaginazione, Merleau-Ponty è libero di esplorare il terreno fecondo dell’immaginario, non più costretto entro i termini restrittivi dell’antinomia al reale imposti dal regime della Sinngebung. Sarà proprio il tema dell’immaginario ad emergere con forza dalla disamina dei contributi di trascendenza offerti dall’istanza psicoanalitica. La psicoanalisi consente a Merleau-Ponty di mutuare una metodologia che oltrepassa il gioco delle facoltà e delinea una causalità di sovradeterminazione simbolica, indipendente dalle rigide nozioni di “soggetto” e “oggetto”. Essa gli permette inoltre di ribadire vigorosamente la peculiare riflessività del corpo. Grazie alla dottrina bergsoniana della durata, ma anche in contrasto con essa, Merleau-Ponty elabora una idea di temporalità e spazialità secondo la quale tempo e spazio sono implicati nella strutturazione ontologica dei rapporti riflessivi stessi. Ciò è corroborato dalla nozione psicoanalitica di inconscio e dal portato ontologico e simbolico dei sogni. Lo spazio viene ampiamente rivalutato da Merleau-Ponty, rispetto alla riduzione cui l’ha costretto Bergson nella tesi latina Quid Aristoteles de loco senserit e nel capitale saggio Essai sur les données immédiates de la conscience. La teoria merleau-pontyana della simultaneità cogenerativa di spazio e tempo è correlata all’analisi della relazione chiasmatica tra il visibile e l’invisibile, nonché con il concetto di “deiscenza” dell’Essere. Il contatto con l’invisibilità immaginaria del sensibile ― inteso nella duplice accezione di sensibile e sensibile-senziente corporeo ― ridefinisce il piano di lavoro del pensiero e del concetto nei termini di una delucidazione mai completa degli enigmi dell’Essere, di cui facciamo esperienza nel regime naturale della fede percettiva. La riforma della ragione viene pertanto a coincidere con l’appello ad esaminare lo strato (“couche”) primordiale degli esseri sensibili, la cui “texture” Merleau-Ponty, di contro al principio di non-osservabilità dell’immaginario stabilito da Sartre, scopre essere connotata precisamente di immaginario. Dal punto di vista metodologico, questa rivalutazione dei rapporti tra immaginario e reale induce Merleau-Ponty a sostenere che la riflessione filosofica, interrogando il fondo primordiale dell’Essere, è inevitabilmente portata a mettere in questione i suoi stessi strumenti tecnici (lo scetticismo del dubbio cartesiano e la riduzione eidetica della fenomenologia). Essi si rivelano le modalità insopprimibili, anche se insufficienti, di cui disponiamo per “nous apprivoiser” all’Essere.

Ovunque e in nessun luogo. Sensazione, immaginazione e ragione nel pensiero di Maurice Merleau-Ponty / De Toni, Emmanuela. - (2018 Nov 30).

Ovunque e in nessun luogo. Sensazione, immaginazione e ragione nel pensiero di Maurice Merleau-Ponty

De Toni, Emmanuela
2018

Abstract

La tesi prova a ricostruire il percorso di allargamento della ragione, auspicato a più riprese da Merleau-Ponty, attraverso la perlustrazione degli assi portanti della sua filosofia. Si è tentato di vedere nella riabilitazione ontologica della sensazione, in particolare delle qualità secondarie tanto avversate dall’ontologia razionalistica cartesiana, non soltanto il punto di partenza ma anche la linfa vitale della proposta filosofica di Merleau-Ponty. L’enfasi sulla a-concettualità della sensazione percettiva conduce ad una riforma dell’intelletto e ad una apertura del concetto che ha per correlato essenziale un’estensione ipertrofica del potere dell’immaginazione. Sulla base dell’immaginazione produttiva di Kant, filtrata dalla lettura di Lachièze-Rey che ne fa una facoltà corporalmente strutturata, Merleau-Ponty definisce l’immaginazione come il fondo naturale del Cogito. Quest’ultimo è concepito come “pensée existante”. Una siffatta immaginazione, unitamente all’enfasi accordata al carattere d’esistenza del pensiero (di contro ad ogni lettura essenzialista), porta Merleau-Ponty a ricollocare la genesi dell’idealità entro la culla della sensorialità. Una volta articolata in tal modo l’immaginazione, Merleau-Ponty è libero di esplorare il terreno fecondo dell’immaginario, non più costretto entro i termini restrittivi dell’antinomia al reale imposti dal regime della Sinngebung. Sarà proprio il tema dell’immaginario ad emergere con forza dalla disamina dei contributi di trascendenza offerti dall’istanza psicoanalitica. La psicoanalisi consente a Merleau-Ponty di mutuare una metodologia che oltrepassa il gioco delle facoltà e delinea una causalità di sovradeterminazione simbolica, indipendente dalle rigide nozioni di “soggetto” e “oggetto”. Essa gli permette inoltre di ribadire vigorosamente la peculiare riflessività del corpo. Grazie alla dottrina bergsoniana della durata, ma anche in contrasto con essa, Merleau-Ponty elabora una idea di temporalità e spazialità secondo la quale tempo e spazio sono implicati nella strutturazione ontologica dei rapporti riflessivi stessi. Ciò è corroborato dalla nozione psicoanalitica di inconscio e dal portato ontologico e simbolico dei sogni. Lo spazio viene ampiamente rivalutato da Merleau-Ponty, rispetto alla riduzione cui l’ha costretto Bergson nella tesi latina Quid Aristoteles de loco senserit e nel capitale saggio Essai sur les données immédiates de la conscience. La teoria merleau-pontyana della simultaneità cogenerativa di spazio e tempo è correlata all’analisi della relazione chiasmatica tra il visibile e l’invisibile, nonché con il concetto di “deiscenza” dell’Essere. Il contatto con l’invisibilità immaginaria del sensibile ― inteso nella duplice accezione di sensibile e sensibile-senziente corporeo ― ridefinisce il piano di lavoro del pensiero e del concetto nei termini di una delucidazione mai completa degli enigmi dell’Essere, di cui facciamo esperienza nel regime naturale della fede percettiva. La riforma della ragione viene pertanto a coincidere con l’appello ad esaminare lo strato (“couche”) primordiale degli esseri sensibili, la cui “texture” Merleau-Ponty, di contro al principio di non-osservabilità dell’immaginario stabilito da Sartre, scopre essere connotata precisamente di immaginario. Dal punto di vista metodologico, questa rivalutazione dei rapporti tra immaginario e reale induce Merleau-Ponty a sostenere che la riflessione filosofica, interrogando il fondo primordiale dell’Essere, è inevitabilmente portata a mettere in questione i suoi stessi strumenti tecnici (lo scetticismo del dubbio cartesiano e la riduzione eidetica della fenomenologia). Essi si rivelano le modalità insopprimibili, anche se insufficienti, di cui disponiamo per “nous apprivoiser” all’Essere.
30-nov-2018
This research focuses on Merleau-Ponty’s aim to explore and form a new idea of Reason, i.e. an “expanded Reason”. The starting point is the ontological rehabilitation of Sensation, primarily the attention given to the secondaries qualities in opposition to Descartes, who had strongly rejected them. The a-conceptual nature of Sensation leads to reform the Intellect in correlation with an enhancement of the powers of Imagination. Through Kantian productive Imagination and its Lachièze-Rey’s interpretation as a body-related faculty, Imagination is considered by Merleau-Ponty as the natural ground of Cogito. The latter is defined as a “pensée existante”. This notion of Imagination and the emphasis on the existential aspect of Thought (in contrast with any essentialist interpretation) theoretically leads Merleau-Ponty to replace the genesis of Ideality in the Sensible and to take into account the highly multiform dimension of Imaginary. Imaginary is not assumed anymore as the contrary of the Real nor is correlated to the egological activity of Sinngebung. The interest Merleau-Ponty shows in psychoanalysis is indeed mostly justified by the prominent role given to Imaginary in clinical studies. Psychoanalytic methodology has nothing to do with the traditional play of the faculties nor with the classical idea of causality because according to Merleau-Ponty, even if a certain interpretation tends to highlight a mechanicist trend in Freudian metapsychology (which is, by the way, true), the central core of Freudian revolution is the operational concept of “surdétermination symbolique”, a new kind of causality excluding the Subject-Object antinomy. Furthermore, psychoanalysis allows Merleau-Ponty to point out a peculiar form of reflection of the body. Thanks to the Bergsonian concept of duration, but also in contrast to it, Merleau-Ponty develops a theory of temporality and spatiality where space and time are together involved in the ontological structuration of reflective relations. This is corroborated by the psychoanalytic notion of Unconscious and dream analysis. Space is positively evaluated after Bergson reduced it to an intellectual construct in his thesis Quid Aristoteles de loco senserit and in his Essai sur les données immédiates de la conscience. Merleau-Ponty’s account for the cogenerative simultaneity of space and time is related to the analysis of the chiasmatic relation of the visible and the invisible and the theory of Being. The imaginary invisibility of the Sensible, which Merleau-Ponty conceives both as a sensible object and the sentient body, helps him to redefine the field of Thinking and the technical meaning of “concept”. Thinking and concepts head towards a never ending clarification of Being and its sensible enigmas, which we always experience in our natural condition of perceptive faith. Merleau-Ponty’s program of enhancing the dimension of Reason coincides therefore with the claim for an exam of the primal layer (“couche”) of sensible beings, whose texture is discovered as imaginary-formed (against Sartre’s thesis of the non-observability of Imaginary) and doubled by invisibility. From a methodological point of view, such a reconsideration of the relationship between the Imaginary and the Real entails that philosophical reflection is thus lead to question its own technical skills to express this primordial ground (the skepticism of the Cartesian doubt and the phenomenological eidetic reduction), and to interpret them as an ineluctable yet insufficient way to “becoming accustomed” to Being.
Merleau-Ponty Sensazione Ragione Immaginazione Immaginario Essere Qualità Colore Corpo Descartes Bergson Sartre
Ovunque e in nessun luogo. Sensazione, immaginazione e ragione nel pensiero di Maurice Merleau-Ponty / De Toni, Emmanuela. - (2018 Nov 30).
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