The work focuses on the analysis of recidivism, a hybrid and multifaceted legal institution that has been at the center of the debate among scholars and courts for years without ever being given a truly definitive classification. On one side, the interest in recidivism stems from the relevance of this subject with respect to the broader issue of the purpose of criminal penalties within the sanctioning system; such interest is also associated to the strong connection of recidivism with the fundamental principle of legality of criminal sanctions, recently reaffirmed also by supranational courts. On the other hand, with specific reference to Italian national legislation, in the last few years the Italian Supreme Court and the Italian Constitutional Court have both offered interesting interpretations of the provisions governing recidivism, with the aim of reconciling such rules – as amended by the latest major reform in 2005 – with the fundamental principles of criminal law that are enshrined in the Italian Constitution. It is therefore under this perspective that chapter I focuses on the main reforms which have dealt with recidivism in our legal system: indeed, since the approval of the “Rocco Code” in 1930, and through the 1974 Reform and the so-called “ex Cirielli” Act of 2005, the features of the institution have been gradually redesigned, according to criminal policies often conflicting and some times driven by questionable purposes. The study devotes considerable attention to the analysis of the latest reform, while highlighting the analogies with the so-called “three strikes and you're out” criminal policy that has inspired numerous criminal legislations throughout the United States of America in the last decades of the twentieth century. Under the new Italian legal framework, the recidivist offender is subject to a particularly harsh treatment and is accorded a differentiated and more detrimental criminal status, extended also to the enforcement of sentences, which results in a sort of double enforcement track based on the qualification of the relevant offender. In this respect, both courts and scholars have outlined the actual risk that such provisions may represent a dangerous return to the past, as well as to laws openly conflicting with the constitutional principles of culpability and of individual criminal liability. Once the numerous critical issues arisen out of the reform passed in 2005 have been identified, chapter II thoroughly investigates into the various interpretations set forth by criminal courts to try and mitigate the system of automatic sanctions and foreclosures based on absolute presumptions, introduced by the 2005 reform. Whereas some questions of constitutionality have been rejected, as the Italian Constitutional Court maintained that the contested provisions could be interpreted and enforced in accordance with the Constitution, others - even very recent - have been upheld and the relevant provisions declared unconstitutional. Such interpretation process is therefore of the outmost importance and is yet in fieri: indeed, the latest decision of the Constitutional Court, regarding the unconstitutionality of the only case of compulsory application of recidivism still existing in our legal system (article 99 par. 5 of the Italian Criminal Code) was rendered only few months ago, and the its effects are still being discussed by interpreters. The last chapter deals, from a critical prospective and with comparative insights with the outstanding critical issues arising from the discipline on recidivism, namely regarding the principles of materiality, culpability and proportionality of criminal penalties. The diachronic study of the legal framework is in a constant dialogue with the dogmatic analysis of the legal foundations and nature of the institution, with a view to finding a difficult balance between combating the phenomenon of recidivism, and complying with constitutional principles.

l lavoro è incentrato sull'analisi della recidiva, istituto dalla natura ibrida e dal carattere proteiforme, che ha interessato per anni il dibattito dottrinale e giurisprudenziale senza mai trovare una collocazione davvero definitiva. L'interesse per l'argomento nasce da un lato dalla considerazione circa la centralità dello stesso rispetto al più ampio problema della finalità della pena all'interno del sistema sanzionatorio, ed in particolare in relazione al principio fondamentale, recentemente riaffermato anche della giurisprudenza sovranazionale, di legalità della pena. Dall'altro lato, con specifico riferimento alla normativa nazionale, proprio negli ultimi anni si è assistito ad un interessante processo interpretativo da parte della giurisprudenza, sia di legittimità sia costituzionale, finalizzato a rendere compatibile la disciplina dell'istituto – così come ridisegnata dall'ultima grande riforma del 2005 – con i principi cardine del nostro diritto penale costituzionale. È dunque in quest'ottica che l'attenzione è stata dedicata, nel capitolo I, all'analisi delle riforme fondamentali che hanno avuto ad oggetto la recidiva nel nostro ordinamento: dal Codice Rocco del 1930, alla novella del 1974, per arrivare infine alla legge c.d. “ex Cirielli” del 2005, infatti, le caratteristiche dell'istituto sono state via via ridisegnate, rispondendo a politiche criminali spesso differenziate e ispirate a finalità non sempre condivisibili. Particolare considerazione quindi è stata assegnata all' analisi dell'ultima riforma, mettendone in luce anche i profili di analogia con la politica criminale che, negli ultimi decenni del secolo scorso, ha portato alla diffusione in America delle leggi dei c.d. “three strikes and you're out”. La nuova normativa risulta caratterizzata da un estremo rigore repressivo nei confronti del soggetto recidivo e dalla previsione di un vero e proprio statuto penale differenziato in peius, che coinvolge anche la fase di esecuzione della pena, generando una sorta di doppio binario esecutivo, in base alla qualifica soggettiva dell'autore del reato. Si è così avvertito sia in dottrina che in giurisprudenza il rischio concreto di un pericoloso ritorno al passato e a un diritto penale d'autore, in evidente contrasto con i principi costituzionali di colpevolezza e personalità della responsabilità penale. Rilevate, quindi, le numerose criticità cui ha dato vita la novella del 2005, nel capitolo II si analizzano compiutamente le soluzioni ermeneutiche proposte dalla giurisprudenza per cercare di depotenziare gli automatismi sanzionatori e le preclusioni basate su presunzioni assolute introdotte dalla riforma: mentre in alcuni casi le censure di costituzionalità hanno trovato risposta negativa, essendo percorribile una strada interpretativa idonea a salvare la norma a condizione di essere applicata in maniera conforme a Costituzione, in altri casi, anche recentissimi, la Consulta è arrivata a dichiarare la illegittimità costituzionale della previsione. Si tratta, dunque, di un percorso ermeneutico di assoluta rilevanza ed ancora in fieri, posto che l'ultima declaratoria di incostituzionalità, che ha avuto ad oggetto l'unica ipotesi di recidiva obbligatoria ancora presente nel nostro ordinamento (art. 99 co. 5 c.p.), è intervenuta pochi mesi fa e la portata degli effetti della stessa è attualmente al centro della analisi degli interpreti. L'ultimo capitolo affronta, in chiave critica e con spunti comparatistici, i permanenti punti di perplessità che l'attuale disciplina della recidiva pone, in particolare dal punto di vista dei principi di colpevolezza e proporzionalità della pena. Lo studio diacronico della disciplina normativa si pone in costante dialogo con l'analisi dogmatica circa il fondamento e la natura giuridica dell'istituto, nell'ottica di individuare un difficile punto di equilibrio tra contrasto al fenomeno del recidivismo e rispetto dei principi costituzionali.

Le metamorfosi della recidiva, tra prevenzione del reato e legalità della pena / Leso, Giulia. - (2016 Jan 31).

Le metamorfosi della recidiva, tra prevenzione del reato e legalità della pena

Leso, Giulia
2016

Abstract

l lavoro è incentrato sull'analisi della recidiva, istituto dalla natura ibrida e dal carattere proteiforme, che ha interessato per anni il dibattito dottrinale e giurisprudenziale senza mai trovare una collocazione davvero definitiva. L'interesse per l'argomento nasce da un lato dalla considerazione circa la centralità dello stesso rispetto al più ampio problema della finalità della pena all'interno del sistema sanzionatorio, ed in particolare in relazione al principio fondamentale, recentemente riaffermato anche della giurisprudenza sovranazionale, di legalità della pena. Dall'altro lato, con specifico riferimento alla normativa nazionale, proprio negli ultimi anni si è assistito ad un interessante processo interpretativo da parte della giurisprudenza, sia di legittimità sia costituzionale, finalizzato a rendere compatibile la disciplina dell'istituto – così come ridisegnata dall'ultima grande riforma del 2005 – con i principi cardine del nostro diritto penale costituzionale. È dunque in quest'ottica che l'attenzione è stata dedicata, nel capitolo I, all'analisi delle riforme fondamentali che hanno avuto ad oggetto la recidiva nel nostro ordinamento: dal Codice Rocco del 1930, alla novella del 1974, per arrivare infine alla legge c.d. “ex Cirielli” del 2005, infatti, le caratteristiche dell'istituto sono state via via ridisegnate, rispondendo a politiche criminali spesso differenziate e ispirate a finalità non sempre condivisibili. Particolare considerazione quindi è stata assegnata all' analisi dell'ultima riforma, mettendone in luce anche i profili di analogia con la politica criminale che, negli ultimi decenni del secolo scorso, ha portato alla diffusione in America delle leggi dei c.d. “three strikes and you're out”. La nuova normativa risulta caratterizzata da un estremo rigore repressivo nei confronti del soggetto recidivo e dalla previsione di un vero e proprio statuto penale differenziato in peius, che coinvolge anche la fase di esecuzione della pena, generando una sorta di doppio binario esecutivo, in base alla qualifica soggettiva dell'autore del reato. Si è così avvertito sia in dottrina che in giurisprudenza il rischio concreto di un pericoloso ritorno al passato e a un diritto penale d'autore, in evidente contrasto con i principi costituzionali di colpevolezza e personalità della responsabilità penale. Rilevate, quindi, le numerose criticità cui ha dato vita la novella del 2005, nel capitolo II si analizzano compiutamente le soluzioni ermeneutiche proposte dalla giurisprudenza per cercare di depotenziare gli automatismi sanzionatori e le preclusioni basate su presunzioni assolute introdotte dalla riforma: mentre in alcuni casi le censure di costituzionalità hanno trovato risposta negativa, essendo percorribile una strada interpretativa idonea a salvare la norma a condizione di essere applicata in maniera conforme a Costituzione, in altri casi, anche recentissimi, la Consulta è arrivata a dichiarare la illegittimità costituzionale della previsione. Si tratta, dunque, di un percorso ermeneutico di assoluta rilevanza ed ancora in fieri, posto che l'ultima declaratoria di incostituzionalità, che ha avuto ad oggetto l'unica ipotesi di recidiva obbligatoria ancora presente nel nostro ordinamento (art. 99 co. 5 c.p.), è intervenuta pochi mesi fa e la portata degli effetti della stessa è attualmente al centro della analisi degli interpreti. L'ultimo capitolo affronta, in chiave critica e con spunti comparatistici, i permanenti punti di perplessità che l'attuale disciplina della recidiva pone, in particolare dal punto di vista dei principi di colpevolezza e proporzionalità della pena. Lo studio diacronico della disciplina normativa si pone in costante dialogo con l'analisi dogmatica circa il fondamento e la natura giuridica dell'istituto, nell'ottica di individuare un difficile punto di equilibrio tra contrasto al fenomeno del recidivismo e rispetto dei principi costituzionali.
31-gen-2016
The work focuses on the analysis of recidivism, a hybrid and multifaceted legal institution that has been at the center of the debate among scholars and courts for years without ever being given a truly definitive classification. On one side, the interest in recidivism stems from the relevance of this subject with respect to the broader issue of the purpose of criminal penalties within the sanctioning system; such interest is also associated to the strong connection of recidivism with the fundamental principle of legality of criminal sanctions, recently reaffirmed also by supranational courts. On the other hand, with specific reference to Italian national legislation, in the last few years the Italian Supreme Court and the Italian Constitutional Court have both offered interesting interpretations of the provisions governing recidivism, with the aim of reconciling such rules – as amended by the latest major reform in 2005 – with the fundamental principles of criminal law that are enshrined in the Italian Constitution. It is therefore under this perspective that chapter I focuses on the main reforms which have dealt with recidivism in our legal system: indeed, since the approval of the “Rocco Code” in 1930, and through the 1974 Reform and the so-called “ex Cirielli” Act of 2005, the features of the institution have been gradually redesigned, according to criminal policies often conflicting and some times driven by questionable purposes. The study devotes considerable attention to the analysis of the latest reform, while highlighting the analogies with the so-called “three strikes and you're out” criminal policy that has inspired numerous criminal legislations throughout the United States of America in the last decades of the twentieth century. Under the new Italian legal framework, the recidivist offender is subject to a particularly harsh treatment and is accorded a differentiated and more detrimental criminal status, extended also to the enforcement of sentences, which results in a sort of double enforcement track based on the qualification of the relevant offender. In this respect, both courts and scholars have outlined the actual risk that such provisions may represent a dangerous return to the past, as well as to laws openly conflicting with the constitutional principles of culpability and of individual criminal liability. Once the numerous critical issues arisen out of the reform passed in 2005 have been identified, chapter II thoroughly investigates into the various interpretations set forth by criminal courts to try and mitigate the system of automatic sanctions and foreclosures based on absolute presumptions, introduced by the 2005 reform. Whereas some questions of constitutionality have been rejected, as the Italian Constitutional Court maintained that the contested provisions could be interpreted and enforced in accordance with the Constitution, others - even very recent - have been upheld and the relevant provisions declared unconstitutional. Such interpretation process is therefore of the outmost importance and is yet in fieri: indeed, the latest decision of the Constitutional Court, regarding the unconstitutionality of the only case of compulsory application of recidivism still existing in our legal system (article 99 par. 5 of the Italian Criminal Code) was rendered only few months ago, and the its effects are still being discussed by interpreters. The last chapter deals, from a critical prospective and with comparative insights with the outstanding critical issues arising from the discipline on recidivism, namely regarding the principles of materiality, culpability and proportionality of criminal penalties. The diachronic study of the legal framework is in a constant dialogue with the dogmatic analysis of the legal foundations and nature of the institution, with a view to finding a difficult balance between combating the phenomenon of recidivism, and complying with constitutional principles.
recidiva/recidivism
Le metamorfosi della recidiva, tra prevenzione del reato e legalità della pena / Leso, Giulia. - (2016 Jan 31).
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