The research focuses on the consequence of the Frankish conquest of Regnum Langobardorum (774) from the perspective of transformations in culture and identity. In order to build and organize a new reign, the cultural and ideological initiative towards the creation of a common social memory was crucial. According to this political strategy it was compiled a codex known as Epitome Phillipsiana, a careful selection of texts that contributed to the modification of Italian cultural inheritance, so to place Italy at the centre of the universal world history, which was seen, from a Christian point of view, as salvation history. The Epitome constitutes the link between centre and periphery: the city, thus, was the place in which this link could be expressed best. The putting forward of a model of identity in which past and present coexisted, and tradition and innovation were synchronized and balanced, was directed towards the drawing of the élite's consensus to the new Carolingian rulers. At the local level the main responsibility for this political implementation lied on counts and bishops, who often came from the regions beyond the Alps. In Verona, where the Epitome might have been produced at the beginning of IXth century, the king's intermediaries tried to keep the control on the city and to strengthen their position. It was with this aim in mind that they acted on the ideological level, working upon local traditions, both seculars and religious, to spread a symbolic image of Verona as a royal and holy city: in which the urban élites recognized themselves in this image, thus transforming their identities. However, the reality was much more complex: the global picture was not one of a dualistic pattern, expressed in terms of conquerors and conquered, or in a ethnic sense, of Franks on one hand and Lombards on the other hand. Rather, the formation of political entourages around the main centers of local power derived from contingent choice of individuals and the changes at the top level of power played an important role in leading relational dynamics. In this competitive situation, that could degenerate into hostility, it was essential that the relationship between king, his representatives and the élites ended in an equilibrium of forces that could assure the reign's stability. The connection between the royal and the local level, traditionally left apart, and between the institutional developments and familiar affairs, has exposed under a background of a continuous redefinition of alliances, the construction of an original urbane identity within the Verona of the regnum Italiae.

La ricerca indaga le conseguenze della conquista del Regnum Langobardorum da parte dei Franchi (774) sotto il profilo delle trasformazioni culturali e identitarie. Nella costruzione di un nuovo regno fondamentale fu l'iniziativa ideologico-culturale, volta alla creazione in Italia di una memoria identitaria comune. In tale strategia politica si inserisce la produzione letteraria e narrativa e, in particolare, la compilazione di un codice, noto come Epitome Phillipsiana. Tale codice con un'accorta selezione di testi contribuì alla modificazione dell'eredità culturale atta a collocare l'Italia al centro della storia universale del mondo concepita in senso cristiano come storia della salvezza. L'Epitome costituisce l'organo di raccordo tra centro e periferia e la città era il luogo privilegiato in cui tale raccordo si poteva realizzare. La proposta di un modello identitario in cui passato e presente, tradizione e innovazione si modulavano in un loro equilibrio era finalizzata ad attirare il consenso delle élites intorno ai governanti carolingi. All'interno delle realtà locali i principali responsabili dell'attuazione di tale politica furono il conte e il vescovo, spesso provenienti dall'area transalpina. Così a Verona, dove l'Epitome sarebbe stata prodotta all'inizio del IX secolo, gli intermediari regi cercarono di mantenere il controllo sulla città e al contempo di rafforzare la propria posizione. A tale scopo essi agirono sul piano ideologico, recuperando tradizioni locali, laiche e religiose, per diffondere un'immagine simbolica di Verona regia e santa, in cui le élites urbane si riconobbero, con la conseguente trasformazione delle propria identità. La realtà, però, si presentava molto più complessa e articolata: il quadro non si riduceva a uno schema dualistico nei termini di conquistatori/conquistati, oppure in senso etnico, di Franchi da una parte e Longobardi dall'altra. La formazione degli entourage intorno ai principali poli del potere locale rispondeva, bensì, a scelte contingenti da parte degli individui, e i rivolgimenti ai vertici del potere avevano un peso rilevante nella definizione delle dinamiche relazionali. In tale situazione di competitività, che poteva degenerare in conflittualità, era importante che il rapporto tra re, suoi rappresentanti ed élites si risolvesse in un bilanciamento delle forze in gioco per garantire la stabilità del regno. Il collegamento tra due livelli tradizionalmente tenuti distinti, regno e città, tra sviluppi istituzionali e vicende familiari, ha permesso di individuare sullo sfondo di un continuo farsi e disfarsi di alleanze la costruzione di un'identità urbana originale nella Verona del regno italico.

Un modello per il regno dei Carolingi in Italia. L'Epitome Phillipsiana e l'identità urbana di Verona dopo il 774 / Tondini, Giovanna. - (2011 Jan).

Un modello per il regno dei Carolingi in Italia. L'Epitome Phillipsiana e l'identità urbana di Verona dopo il 774.

Tondini, Giovanna
2011

Abstract

La ricerca indaga le conseguenze della conquista del Regnum Langobardorum da parte dei Franchi (774) sotto il profilo delle trasformazioni culturali e identitarie. Nella costruzione di un nuovo regno fondamentale fu l'iniziativa ideologico-culturale, volta alla creazione in Italia di una memoria identitaria comune. In tale strategia politica si inserisce la produzione letteraria e narrativa e, in particolare, la compilazione di un codice, noto come Epitome Phillipsiana. Tale codice con un'accorta selezione di testi contribuì alla modificazione dell'eredità culturale atta a collocare l'Italia al centro della storia universale del mondo concepita in senso cristiano come storia della salvezza. L'Epitome costituisce l'organo di raccordo tra centro e periferia e la città era il luogo privilegiato in cui tale raccordo si poteva realizzare. La proposta di un modello identitario in cui passato e presente, tradizione e innovazione si modulavano in un loro equilibrio era finalizzata ad attirare il consenso delle élites intorno ai governanti carolingi. All'interno delle realtà locali i principali responsabili dell'attuazione di tale politica furono il conte e il vescovo, spesso provenienti dall'area transalpina. Così a Verona, dove l'Epitome sarebbe stata prodotta all'inizio del IX secolo, gli intermediari regi cercarono di mantenere il controllo sulla città e al contempo di rafforzare la propria posizione. A tale scopo essi agirono sul piano ideologico, recuperando tradizioni locali, laiche e religiose, per diffondere un'immagine simbolica di Verona regia e santa, in cui le élites urbane si riconobbero, con la conseguente trasformazione delle propria identità. La realtà, però, si presentava molto più complessa e articolata: il quadro non si riduceva a uno schema dualistico nei termini di conquistatori/conquistati, oppure in senso etnico, di Franchi da una parte e Longobardi dall'altra. La formazione degli entourage intorno ai principali poli del potere locale rispondeva, bensì, a scelte contingenti da parte degli individui, e i rivolgimenti ai vertici del potere avevano un peso rilevante nella definizione delle dinamiche relazionali. In tale situazione di competitività, che poteva degenerare in conflittualità, era importante che il rapporto tra re, suoi rappresentanti ed élites si risolvesse in un bilanciamento delle forze in gioco per garantire la stabilità del regno. Il collegamento tra due livelli tradizionalmente tenuti distinti, regno e città, tra sviluppi istituzionali e vicende familiari, ha permesso di individuare sullo sfondo di un continuo farsi e disfarsi di alleanze la costruzione di un'identità urbana originale nella Verona del regno italico.
gen-2011
The research focuses on the consequence of the Frankish conquest of Regnum Langobardorum (774) from the perspective of transformations in culture and identity. In order to build and organize a new reign, the cultural and ideological initiative towards the creation of a common social memory was crucial. According to this political strategy it was compiled a codex known as Epitome Phillipsiana, a careful selection of texts that contributed to the modification of Italian cultural inheritance, so to place Italy at the centre of the universal world history, which was seen, from a Christian point of view, as salvation history. The Epitome constitutes the link between centre and periphery: the city, thus, was the place in which this link could be expressed best. The putting forward of a model of identity in which past and present coexisted, and tradition and innovation were synchronized and balanced, was directed towards the drawing of the élite's consensus to the new Carolingian rulers. At the local level the main responsibility for this political implementation lied on counts and bishops, who often came from the regions beyond the Alps. In Verona, where the Epitome might have been produced at the beginning of IXth century, the king's intermediaries tried to keep the control on the city and to strengthen their position. It was with this aim in mind that they acted on the ideological level, working upon local traditions, both seculars and religious, to spread a symbolic image of Verona as a royal and holy city: in which the urban élites recognized themselves in this image, thus transforming their identities. However, the reality was much more complex: the global picture was not one of a dualistic pattern, expressed in terms of conquerors and conquered, or in a ethnic sense, of Franks on one hand and Lombards on the other hand. Rather, the formation of political entourages around the main centers of local power derived from contingent choice of individuals and the changes at the top level of power played an important role in leading relational dynamics. In this competitive situation, that could degenerate into hostility, it was essential that the relationship between king, his representatives and the élites ended in an equilibrium of forces that could assure the reign's stability. The connection between the royal and the local level, traditionally left apart, and between the institutional developments and familiar affairs, has exposed under a background of a continuous redefinition of alliances, the construction of an original urbane identity within the Verona of the regnum Italiae.
Identità, élites, Regno italico, Verona, 774, Epitome Phillipsiana
Un modello per il regno dei Carolingi in Italia. L'Epitome Phillipsiana e l'identità urbana di Verona dopo il 774 / Tondini, Giovanna. - (2011 Jan).
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