Riflessioni rimaste incompiute, destinate a perdersi nelle pieghe della memoria, trovano l'occasione di essere trascritte. Nessuna pretesa di parlare di cose nuove, ma solo di rivisitare e riattualizzare, per meglio comprendere, cose già dette riguardo un’idea di architettura, quella razionale, su cui Maestri del contemporaneo da Hendrik Petrus Berlage a Louis Isidore Kahn fino ad Aldo Rossi, seppur con sfumature diverse, hanno esercitato la propria arte del costruire. Proprio il pensiero di questi autori, che si è coerentemente espresso nell’opera costruita, si pone, per chi scrive, come premessa ineludibile alla comprensione di un’autentica esperienza d’architettura. Poiché credo che non vi sia modo migliore per capire l’architettura se non quello di studiare le opere esemplari che la storia ed i Maestri ci hanno lasciato in eredità come testimonianza certa di un pensiero compiuto scolpito nell’eternità della pietra. I Maestri considerati in questo scritto hanno inteso edificare templi in continuità con quella tradizione millenaria per la quale la forma aspirava a rappresentare un mondo: quello delle idee. Tali autori si pongono in controtendenza rispetto ad una cultura moderna dominante per la quale la forma non sarebbe il portato di una volontà di rappresentazione di un pensiero ideale, quanto il solo risultato di un pensare funzionale. Questo scritto in modo palese e dichiarato si pone dalla parte di chi, oggi, crede ancora nella forma come evocazione di un’idea, intesa ad alimentare il progetto e a dare, per questo, senso e valore alla realtà.

Esperienza d’architettura. La lezione dei Maestri. Hendrik Petrus Berlage, Louis I. Kahn, Aldo Rossi

Alessandro Dalla Caneva
2016

Abstract

Riflessioni rimaste incompiute, destinate a perdersi nelle pieghe della memoria, trovano l'occasione di essere trascritte. Nessuna pretesa di parlare di cose nuove, ma solo di rivisitare e riattualizzare, per meglio comprendere, cose già dette riguardo un’idea di architettura, quella razionale, su cui Maestri del contemporaneo da Hendrik Petrus Berlage a Louis Isidore Kahn fino ad Aldo Rossi, seppur con sfumature diverse, hanno esercitato la propria arte del costruire. Proprio il pensiero di questi autori, che si è coerentemente espresso nell’opera costruita, si pone, per chi scrive, come premessa ineludibile alla comprensione di un’autentica esperienza d’architettura. Poiché credo che non vi sia modo migliore per capire l’architettura se non quello di studiare le opere esemplari che la storia ed i Maestri ci hanno lasciato in eredità come testimonianza certa di un pensiero compiuto scolpito nell’eternità della pietra. I Maestri considerati in questo scritto hanno inteso edificare templi in continuità con quella tradizione millenaria per la quale la forma aspirava a rappresentare un mondo: quello delle idee. Tali autori si pongono in controtendenza rispetto ad una cultura moderna dominante per la quale la forma non sarebbe il portato di una volontà di rappresentazione di un pensiero ideale, quanto il solo risultato di un pensare funzionale. Questo scritto in modo palese e dichiarato si pone dalla parte di chi, oggi, crede ancora nella forma come evocazione di un’idea, intesa ad alimentare il progetto e a dare, per questo, senso e valore alla realtà.
2016
978-88-8497-567-6
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