La violenza maschile contro le donne rappresenta un tema molto dibattuto dalla ricerca scientifica, orientata ad approfondire un fenomeno persistente e a fornire dati e informazioni attendibili per pianificare politiche e interventi di prevenzione, di protezione delle vittime, di repressione degli atti violenti. Il campo d’analisi riguarda moltissimi aspetti dei rapporti di genere, analizzati da discipline diverse, con approcci interpretativi e strumenti metodologici anche molto eterogenei. Proponiamo un percorso di lettura, condotto prevalentemente nell’ambito delle scienze sociali, che ricostruisce l’evoluzione degli studi sulla violenza maschile contro le donne a partire dagli anni 1970, focalizzando l’attenzione sui nodi critici rilevanti nella discussione contemporanea. Dovendo individuare un criterio selettivo, abbiamo circoscritto questa rassegna alle linee di ricerca sviluppate nel dibattito internazionale e in Italia sulle relazioni interpersonali nelle situazioni di vita quotidiana, in cui prevalentemente si manifesta la violenza oggetto d’analisi del progetto VIVA. La rassegna include studi sviluppati in ambito femminista e dagli studi delle donne, con qualche incursione sugli apporti dei Black feminism Studies, dei Latinamerican Studies, dei Gender Migration Studies e della Critical Race Theory: queste ricerche infatti hanno influenzato in modi diversi il dibattito pubblico e quello scientifico [Corradi 2014]. Si tratta di studi accomunati dal fatto di privilegiare una metodologia di ricerca gender sensitive, capace di prendere in considerazione la sofferenza e l’agency delle donne [Schwartz 1997; Creazzo 2008]. Metteremo in luce le eterogeneità interne a queste analisi, le principali critiche, le risposte che sembrano più convincenti dal punto di vista analitico e interpretativo. Approfondiremo in particolare due dibattiti: nel primo è discussa la necessità di affiancare al genere altri costrutti gerarchici di differenza, in modo da raggiungere una comprensione più approfondita delle esperienze di violenza subite e orientare in maniera più precisa gli interventi necessari a sostenere e proteggere le vittime. Nel secondo dibattito sono interrogati i presupposti teorici e gli impianti metodologici degli studi che adottano un approccio di genere, sostenendo che la violenza sia una pratica reciproca nelle situazioni di conflitto: la vittimizzazione delle donne sarebbe sovra-rappresentata, per effetto di una distorsione provocata dall’aver focalizzato l’attenzione sulle loro esperienze. Tuttavia, la comparazione di studi internazionali pare confermare come severità, effetti, motivazioni e significati associati alla violenza subita dalle donne non siano comparabili a quelli di pratiche apparentemente analoghe subite dagli uomini. Alla luce dell’analisi condotta, adottare un approccio analitico-interpretativo che impieghi la categoria del genere pare necessario nello studio di un fenomeno strettamente connesso con le diseguaglianze e le asimmetrie tra donne e uomini, come peraltro riconosciuto a livello internazionale in diversi documenti, come quelli prodotti dalla Conferenza di Vienna nel 1993, di Pechino nel 1995, o più recentemente la Convenzione di Istanbul, 2011.

La ricerca sulla violenza maschile contro le donne. Una rassegna della letteratura

Angela Maria Toffanin
2019

Abstract

La violenza maschile contro le donne rappresenta un tema molto dibattuto dalla ricerca scientifica, orientata ad approfondire un fenomeno persistente e a fornire dati e informazioni attendibili per pianificare politiche e interventi di prevenzione, di protezione delle vittime, di repressione degli atti violenti. Il campo d’analisi riguarda moltissimi aspetti dei rapporti di genere, analizzati da discipline diverse, con approcci interpretativi e strumenti metodologici anche molto eterogenei. Proponiamo un percorso di lettura, condotto prevalentemente nell’ambito delle scienze sociali, che ricostruisce l’evoluzione degli studi sulla violenza maschile contro le donne a partire dagli anni 1970, focalizzando l’attenzione sui nodi critici rilevanti nella discussione contemporanea. Dovendo individuare un criterio selettivo, abbiamo circoscritto questa rassegna alle linee di ricerca sviluppate nel dibattito internazionale e in Italia sulle relazioni interpersonali nelle situazioni di vita quotidiana, in cui prevalentemente si manifesta la violenza oggetto d’analisi del progetto VIVA. La rassegna include studi sviluppati in ambito femminista e dagli studi delle donne, con qualche incursione sugli apporti dei Black feminism Studies, dei Latinamerican Studies, dei Gender Migration Studies e della Critical Race Theory: queste ricerche infatti hanno influenzato in modi diversi il dibattito pubblico e quello scientifico [Corradi 2014]. Si tratta di studi accomunati dal fatto di privilegiare una metodologia di ricerca gender sensitive, capace di prendere in considerazione la sofferenza e l’agency delle donne [Schwartz 1997; Creazzo 2008]. Metteremo in luce le eterogeneità interne a queste analisi, le principali critiche, le risposte che sembrano più convincenti dal punto di vista analitico e interpretativo. Approfondiremo in particolare due dibattiti: nel primo è discussa la necessità di affiancare al genere altri costrutti gerarchici di differenza, in modo da raggiungere una comprensione più approfondita delle esperienze di violenza subite e orientare in maniera più precisa gli interventi necessari a sostenere e proteggere le vittime. Nel secondo dibattito sono interrogati i presupposti teorici e gli impianti metodologici degli studi che adottano un approccio di genere, sostenendo che la violenza sia una pratica reciproca nelle situazioni di conflitto: la vittimizzazione delle donne sarebbe sovra-rappresentata, per effetto di una distorsione provocata dall’aver focalizzato l’attenzione sulle loro esperienze. Tuttavia, la comparazione di studi internazionali pare confermare come severità, effetti, motivazioni e significati associati alla violenza subita dalle donne non siano comparabili a quelli di pratiche apparentemente analoghe subite dagli uomini. Alla luce dell’analisi condotta, adottare un approccio analitico-interpretativo che impieghi la categoria del genere pare necessario nello studio di un fenomeno strettamente connesso con le diseguaglianze e le asimmetrie tra donne e uomini, come peraltro riconosciuto a livello internazionale in diversi documenti, come quelli prodotti dalla Conferenza di Vienna nel 1993, di Pechino nel 1995, o più recentemente la Convenzione di Istanbul, 2011.
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