Che questo territorio sia frutto di grandi fatiche che nei secoli si sono protratte è evidente, ovunque lo si percorra. Originariamente terra incerta, le opere di bonifica ne hanno trasformato profondamente l’assetto territoriale, creando a loro volta una realtà insediativa e un paesaggio altrettanto particolari e suggestivi tra il sistema insediativo che lungo la A4 e l’irrigidimento costiero che dai poli di Jesolo, Caorle e Bibione e, oltre il confine regionale, Lignano-Sabbiadoro che definisce un sistema in continua crescita che consuma suolo, ma anche acqua con la creazione di darsene, approdi, ormeggi temporanei e solide banchine. Un “caleidoscopio” di morfologie territoriali che da tempo rappresenta la contemporaneità qui nella Venezia orientale sembra accostare sistemi che appaiono però in frizione, perché le dinamiche di sviluppo che li percorrono incontrano momenti e punti di conflitto, così come le politiche che devono accompagnare (se non guidare) i processi di cambiamento e di sviluppo dei diversi sistemi trovano modi e forme di scontro ormai evidente che rendono prescrizioni e strategie non di rado davvero poco efficaci. Sull’eco delle parole di Zanzotto, non è possibile negare che una buona parte del degrado di questo territorio sia dovuto agli effetti dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione che ha interessato la Venezia orientale come il resto della regione, esponendola ad un’emergenza suolo, un’emergenza acqua, un’emergenza paesaggio. Il peso dell’azione antropica su questi eventi è indubbio così come da tempo è asserita la necessità non tanto di un’azione “riparatrice” – che risulta poi spesso solo provvisoria – quanto dell’indifferibile introduzione di approcci completamente diversi con cui concepire lo sviluppo sociale ed economico, le politiche territoriali, i piani urbanistici, ma soprattutto una diffusa consapevolezza collettiva dei valori del territorio.

Una “Patria artificiale” in un “Progresso scorsoio”. Dinamiche di un territorio in tensione

Savino M.
2022

Abstract

Che questo territorio sia frutto di grandi fatiche che nei secoli si sono protratte è evidente, ovunque lo si percorra. Originariamente terra incerta, le opere di bonifica ne hanno trasformato profondamente l’assetto territoriale, creando a loro volta una realtà insediativa e un paesaggio altrettanto particolari e suggestivi tra il sistema insediativo che lungo la A4 e l’irrigidimento costiero che dai poli di Jesolo, Caorle e Bibione e, oltre il confine regionale, Lignano-Sabbiadoro che definisce un sistema in continua crescita che consuma suolo, ma anche acqua con la creazione di darsene, approdi, ormeggi temporanei e solide banchine. Un “caleidoscopio” di morfologie territoriali che da tempo rappresenta la contemporaneità qui nella Venezia orientale sembra accostare sistemi che appaiono però in frizione, perché le dinamiche di sviluppo che li percorrono incontrano momenti e punti di conflitto, così come le politiche che devono accompagnare (se non guidare) i processi di cambiamento e di sviluppo dei diversi sistemi trovano modi e forme di scontro ormai evidente che rendono prescrizioni e strategie non di rado davvero poco efficaci. Sull’eco delle parole di Zanzotto, non è possibile negare che una buona parte del degrado di questo territorio sia dovuto agli effetti dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione che ha interessato la Venezia orientale come il resto della regione, esponendola ad un’emergenza suolo, un’emergenza acqua, un’emergenza paesaggio. Il peso dell’azione antropica su questi eventi è indubbio così come da tempo è asserita la necessità non tanto di un’azione “riparatrice” – che risulta poi spesso solo provvisoria – quanto dell’indifferibile introduzione di approcci completamente diversi con cui concepire lo sviluppo sociale ed economico, le politiche territoriali, i piani urbanistici, ma soprattutto una diffusa consapevolezza collettiva dei valori del territorio.
2022
Viaggio in Bonifica
978-88-8435-325-2
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