È possibile ripensare oggi il rapporto tra il cinema della Nouvelle Vague e Parigi? Questo volume suggerisce di farlo secondo tre direttrici che invitano a interrogare i paradigmi consolidati. In primo luogo proponendo un ampliamento filmografico che, attraverso la riscoperta di pellicole custodite negli archivi di Parigi, travalica i confini del canone e del novero di autori consacrati. Poi, tramite l’integrazione delle prospettive estetiche con gli approcci socio-culturali che hanno rinnovato la tradizione di studi sulla Nouvelle Vague agli inizi del millennio. Infine, volgendo l’attenzione ai segni di inquietudine che minano l’immagine di una Parigi amata, familiare, misurata a partire da corpi in movimento. Segni riconducibili sia al clima culturale che individua nella città il punto di osservazione privilegiato per analizzare le dinamiche della società dei consumi, sia agli interventi urbanistici che negli anni cinquanta e sessanta mutano drasticamente il volto della capitale, non inferiori per estensione a quelli attuati dal barone Haussmann. Affiorano così le ambiguità e le contraddizioni che caratterizzano l’incontro della Nouvelle Vague con le novità architettoniche e urbanistiche del proprio tempo, le cui manifestazioni si avvertono, inaspettatamente, ben al di là del celebre Due o tre cose che so di lei.

Parigi ci appartiene? Sguardi inquieti sulla città negli anni della Nouvelle Vague

Giulia Lavarone
2022

Abstract

È possibile ripensare oggi il rapporto tra il cinema della Nouvelle Vague e Parigi? Questo volume suggerisce di farlo secondo tre direttrici che invitano a interrogare i paradigmi consolidati. In primo luogo proponendo un ampliamento filmografico che, attraverso la riscoperta di pellicole custodite negli archivi di Parigi, travalica i confini del canone e del novero di autori consacrati. Poi, tramite l’integrazione delle prospettive estetiche con gli approcci socio-culturali che hanno rinnovato la tradizione di studi sulla Nouvelle Vague agli inizi del millennio. Infine, volgendo l’attenzione ai segni di inquietudine che minano l’immagine di una Parigi amata, familiare, misurata a partire da corpi in movimento. Segni riconducibili sia al clima culturale che individua nella città il punto di osservazione privilegiato per analizzare le dinamiche della società dei consumi, sia agli interventi urbanistici che negli anni cinquanta e sessanta mutano drasticamente il volto della capitale, non inferiori per estensione a quelli attuati dal barone Haussmann. Affiorano così le ambiguità e le contraddizioni che caratterizzano l’incontro della Nouvelle Vague con le novità architettoniche e urbanistiche del proprio tempo, le cui manifestazioni si avvertono, inaspettatamente, ben al di là del celebre Due o tre cose che so di lei.
2022
978-88-6938-298-7
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Parigi ci appartiene.pdf

accesso aperto

Tipologia: Published (publisher's version)
Licenza: Creative commons
Dimensione 9.17 MB
Formato Adobe PDF
9.17 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3452285
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact