Il legno di quercia sub-fossile, o bog oak, è un materiale relativamente raro dalla caratteristica colorazione che tende al nero. Utilizzato in passato per gli intarsi al posto dell’ebano, oggi costituisce un mercato di nicchia nella creazione di gioielli e piccola oggettistica di valore, nonché nel restauro di opere d’arte. Questo legno deriva dalla permanenza per lungo periodo in condizioni di anossia ed elevata umidità, tipicamente in torbiere o nei letti fangosi dei fiumi. In queste condizioni ambientali il legno non va incontro al naturale degrado biologico da funghi e insetti, e lentamente modifica le proprie caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche. Una volta recuperato il tronco presenta esternamente un tipico aspetto carbonizzato, mentre andando verso l’interno il legno è compatto e ben conservato, con una colorazione che può variare dal nero al bruno, in un gradiente dall’esterno verso l’interno che potrebbe dipendere dal tempo di permanenza nel substrato. In questo studio si presentano i dati relativi allo studio di due tronchi ritrovati interrati nel fiume Zero (Marcon, VE) e nel canale Piavon (Chiarano, TV), datati intorno al 400 d.C. e 1200 d.C. rispettivamente. Entrambi i tronchi sono privi di corteccia, con lo strato esterno degradato e di aspetto carbonizzato, di colore nero. Ad eccezione dello strato più esterno, i tronchi nel complesso appaiono intatti. Il tronco di Marcon presenta però una porzione anulare interna fortemente degradata, presumibilmente dovuta ad una profonda ferita longitudinale precedente all’interramento. Il legno dei tronchi è stato caratterizzato dal punto di vista anatomico, fisico (densità basale, densità basale residua, massimo contenuto di acqua, ritiri), meccanico (resistenza a compressione e durezza), chimico (analisi elementare) ed estetico (colore). Queste analisi hanno permesso di caratterizzare anche il degrado nelle diverse porzioni di tronco, mediante il confronto con il legno di quercia attuale (controllo). Dai risultati preliminari risulta che il materiale presenta segni di degrado biologico (batterico) anche in zone apparentemente intatte. La densità basale osservata risulta però elevata per la presenza di materiale estraneo derivato dall’ingresso di sedimento nelle cellule legnose, ben visibile nello studio anatomico e confermato anche dall’elevato contenuto di ceneri. Dal punto di vista meccanico, il legno risulta maggiormente resistente a compressione rispetto al legno sano. Per quanto riguarda il confronto tra i due campioni esaminati, non sembra esserci una differenza significativa tra le caratteristiche analizzate, nonostante la differenza di tempo di permanenza nel letto del fiume. Risulta evidente invece la differenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche tra bog oak e legno attuale.

Quercia sub-fossile nella pianura Veneta: confronto e caratterizzazione anatomica, chimica, fisica e meccanica di due ritrovamenti.

Michela Zanetti;Tiziana Urso
2022

Abstract

Il legno di quercia sub-fossile, o bog oak, è un materiale relativamente raro dalla caratteristica colorazione che tende al nero. Utilizzato in passato per gli intarsi al posto dell’ebano, oggi costituisce un mercato di nicchia nella creazione di gioielli e piccola oggettistica di valore, nonché nel restauro di opere d’arte. Questo legno deriva dalla permanenza per lungo periodo in condizioni di anossia ed elevata umidità, tipicamente in torbiere o nei letti fangosi dei fiumi. In queste condizioni ambientali il legno non va incontro al naturale degrado biologico da funghi e insetti, e lentamente modifica le proprie caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche. Una volta recuperato il tronco presenta esternamente un tipico aspetto carbonizzato, mentre andando verso l’interno il legno è compatto e ben conservato, con una colorazione che può variare dal nero al bruno, in un gradiente dall’esterno verso l’interno che potrebbe dipendere dal tempo di permanenza nel substrato. In questo studio si presentano i dati relativi allo studio di due tronchi ritrovati interrati nel fiume Zero (Marcon, VE) e nel canale Piavon (Chiarano, TV), datati intorno al 400 d.C. e 1200 d.C. rispettivamente. Entrambi i tronchi sono privi di corteccia, con lo strato esterno degradato e di aspetto carbonizzato, di colore nero. Ad eccezione dello strato più esterno, i tronchi nel complesso appaiono intatti. Il tronco di Marcon presenta però una porzione anulare interna fortemente degradata, presumibilmente dovuta ad una profonda ferita longitudinale precedente all’interramento. Il legno dei tronchi è stato caratterizzato dal punto di vista anatomico, fisico (densità basale, densità basale residua, massimo contenuto di acqua, ritiri), meccanico (resistenza a compressione e durezza), chimico (analisi elementare) ed estetico (colore). Queste analisi hanno permesso di caratterizzare anche il degrado nelle diverse porzioni di tronco, mediante il confronto con il legno di quercia attuale (controllo). Dai risultati preliminari risulta che il materiale presenta segni di degrado biologico (batterico) anche in zone apparentemente intatte. La densità basale osservata risulta però elevata per la presenza di materiale estraneo derivato dall’ingresso di sedimento nelle cellule legnose, ben visibile nello studio anatomico e confermato anche dall’elevato contenuto di ceneri. Dal punto di vista meccanico, il legno risulta maggiormente resistente a compressione rispetto al legno sano. Per quanto riguarda il confronto tra i due campioni esaminati, non sembra esserci una differenza significativa tra le caratteristiche analizzate, nonostante la differenza di tempo di permanenza nel letto del fiume. Risulta evidente invece la differenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche tra bog oak e legno attuale.
2022
Abstract-book Comunicazioni Orali
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