“Codice del Tesoro”, ovvero Codex Thesauri, è il nome con cui è meglio conosciuto il manoscritto della Biblioteca Antoniana di Padova che ha l’attuale segnatura 720: nome che gli deriva dal fatto di essere stato a lungo conservato nel Tesoro della Basilica del Santo, a Padova, accanto alle altre reliquie antoniane. Si tratta di un codice ben noto e nel contempo tuttavia ancora molto misterioso: se ci limitiamo a connotarlo secondo un solo aspetto, quello del suo contenuto, abbiamo a che fare col testimone più antico e più completo dei sermoni di Antonio di Padova, in quanto conserva i Sermones dominicales e i Sermones festivi del Santo, rispettivamente ai ff. 1rA-148rB (con una continuazione ai ff. 151rB-vB e ai ff. 152rA-181vB), cui fa seguito, ai ff. 182rA-205vB, una intricata raccolta di brevi testi, la cosiddetta Miscellanea, ovvero un corpus di sermoni cui si accostano altri materiali esegetici (S. Antonii Patavini Sermones dominicales et festivi 1979; Montagna 1980; Frasson - Gaffuri - Passarin 1996). Esso non è solo un libro, peraltro studiatissimo, scomposto e ricomposto mille volte, letto e riletto, osservato in filigrana, dalla grande importanza culturale, ma anche, o forse soprattutto, un oggetto dall’altrettanto grande valenza spirituale, sacro insomma, in cui la dimensione concreta, materiale perde di significato, arretra di fronte a quella simbolica ed evocativa: un oggetto che vale non tanto e non solo per quello che contiene ma per il suo rapporto con Antonio, di cui è diventato in qualche modo la manifestazione visibile e tangibile. Questa mutazione di senso, questa trasformazione di significato, questa vera e propria sacralizzazione del libro sono avvenute per un motivo peraltro non più plausibile, ovvero per il fatto che il Codice del Tesoro si potesse attribuire alla mano del Santo, o che, perlomeno, a lui si dovessero le note marginali di cui abbonda il volume. Si è però ora raggiunta la definitiva e fondata consapevolezza che questa attribuzione è da rigettare, in quanto del tutto indimostrabile: non si ha infatti purtroppo alcuna testimonianza della scrittura di Antonio, il che impedisce non solo di assegnargli la confezione dell’intero volume, ma anche di vedere nella sua mano una di quelle che sui margini di quello stesso volume appone numerose e puntuali annotazioni.

Il “Codice del Tesoro” della Biblioteca Antoniana di Padova

Giove', Nicoletta
2022

Abstract

“Codice del Tesoro”, ovvero Codex Thesauri, è il nome con cui è meglio conosciuto il manoscritto della Biblioteca Antoniana di Padova che ha l’attuale segnatura 720: nome che gli deriva dal fatto di essere stato a lungo conservato nel Tesoro della Basilica del Santo, a Padova, accanto alle altre reliquie antoniane. Si tratta di un codice ben noto e nel contempo tuttavia ancora molto misterioso: se ci limitiamo a connotarlo secondo un solo aspetto, quello del suo contenuto, abbiamo a che fare col testimone più antico e più completo dei sermoni di Antonio di Padova, in quanto conserva i Sermones dominicales e i Sermones festivi del Santo, rispettivamente ai ff. 1rA-148rB (con una continuazione ai ff. 151rB-vB e ai ff. 152rA-181vB), cui fa seguito, ai ff. 182rA-205vB, una intricata raccolta di brevi testi, la cosiddetta Miscellanea, ovvero un corpus di sermoni cui si accostano altri materiali esegetici (S. Antonii Patavini Sermones dominicales et festivi 1979; Montagna 1980; Frasson - Gaffuri - Passarin 1996). Esso non è solo un libro, peraltro studiatissimo, scomposto e ricomposto mille volte, letto e riletto, osservato in filigrana, dalla grande importanza culturale, ma anche, o forse soprattutto, un oggetto dall’altrettanto grande valenza spirituale, sacro insomma, in cui la dimensione concreta, materiale perde di significato, arretra di fronte a quella simbolica ed evocativa: un oggetto che vale non tanto e non solo per quello che contiene ma per il suo rapporto con Antonio, di cui è diventato in qualche modo la manifestazione visibile e tangibile. Questa mutazione di senso, questa trasformazione di significato, questa vera e propria sacralizzazione del libro sono avvenute per un motivo peraltro non più plausibile, ovvero per il fatto che il Codice del Tesoro si potesse attribuire alla mano del Santo, o che, perlomeno, a lui si dovessero le note marginali di cui abbonda il volume. Si è però ora raggiunta la definitiva e fondata consapevolezza che questa attribuzione è da rigettare, in quanto del tutto indimostrabile: non si ha infatti purtroppo alcuna testimonianza della scrittura di Antonio, il che impedisce non solo di assegnargli la confezione dell’intero volume, ma anche di vedere nella sua mano una di quelle che sui margini di quello stesso volume appone numerose e puntuali annotazioni.
2022
Sacra Vestigia. Antonio di Padova
9788896364093
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