Questo volume indaga il tema della verità processuale concentrandosi sullo statuto e sulla conoscibilità di quei fatti da cui tutto ha avuto avvio: dal modo in cui si producono, si esaminano e si valutano le prove fino al modo in cui si per- viene al giudizio o si fornisce la motivazione della decisione. La tesi di fondo è che il livello epistemologico sul quale si collocano le varie fasi dell’accertamento processuale è dato dalla dóxa, dall’opinione, che già Pla- tone aveva connotato come intermedia fra la sapienza e l’ignoranza. Assumere che la verità nel processo sia una verità che si colloca sul terreno dell’opinare non implica sostenere che il sapere processuale sia un sapere poco rigoroso, ma piuttosto invita a pensare al tipo di rigore che può essere proprio e specifico di questo contesto. L’intento è quello di fornire un vaglio critico del sapere doxastico che è pro- prio del processo, delle potenzialità e dei limiti degli strumenti probatori di cui ci si serve, dei criteri di controllabilità delle affermazioni che vengono prodotte nelle varie fasi, delle argomentazioni fornite pro o contro le opposte pretese. Lo scopo non è quello di delineare un metodo, una metodica, ma di prospetta- re una metodologia, cioè una ricerca su ciò che rende possibile il servirsi di de- terminati strumenti e di pensare ad una verità – quella inerente ai fatti di causa – che è suscettibile di essere accertata.
La verità nel processo. Percorsi di logica ed epistemologia
STEFANO FUSELLI
2022
Abstract
Questo volume indaga il tema della verità processuale concentrandosi sullo statuto e sulla conoscibilità di quei fatti da cui tutto ha avuto avvio: dal modo in cui si producono, si esaminano e si valutano le prove fino al modo in cui si per- viene al giudizio o si fornisce la motivazione della decisione. La tesi di fondo è che il livello epistemologico sul quale si collocano le varie fasi dell’accertamento processuale è dato dalla dóxa, dall’opinione, che già Pla- tone aveva connotato come intermedia fra la sapienza e l’ignoranza. Assumere che la verità nel processo sia una verità che si colloca sul terreno dell’opinare non implica sostenere che il sapere processuale sia un sapere poco rigoroso, ma piuttosto invita a pensare al tipo di rigore che può essere proprio e specifico di questo contesto. L’intento è quello di fornire un vaglio critico del sapere doxastico che è pro- prio del processo, delle potenzialità e dei limiti degli strumenti probatori di cui ci si serve, dei criteri di controllabilità delle affermazioni che vengono prodotte nelle varie fasi, delle argomentazioni fornite pro o contro le opposte pretese. Lo scopo non è quello di delineare un metodo, una metodica, ma di prospetta- re una metodologia, cioè una ricerca su ciò che rende possibile il servirsi di de- terminati strumenti e di pensare ad una verità – quella inerente ai fatti di causa – che è suscettibile di essere accertata.Pubblicazioni consigliate
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