Il saggio rilegge un profilo rilevante all’interno dei percorsi di filosofia del diritto maturati, nell’ultimo secolo, nel contesto dell’Università di Padova: il legame fra diritto e ‘conversione del conflitto in controversia’. Se tale funzione del diritto è stata sinora fortemente connessa alla dimensione processuale, l’avvento e la diffusione di strumenti di composizione del conflitto che si costituiscono per struttura e logica come ‘alternativi al giudizio’, perché fondati sul consensus inter partes, pone un interrogativo circa la possibilità di intravvedere una dimensione processuale del diritto anche al di fuori della sua proiezione giudiziale. Ci si chiederà se gli strumenti consensuali di composizione del conflitto rispondano a una mera opzione volontaristica, che ‘distribuisce’ sulle parti una decisione altrimenti demandata al giudice, o se invece non vi siano, anche negli strumenti A.D.R. di tipo consensuale, come la mediazione o il negoziato, spazi per promuovere e rivalutare la dimensione processuale del diritto. Proponendo di coglierne la manifestazione nella abilitazione a un confronto ragionato e argomentato, alla ricerca di ‘ragioni condivise’ perché riconosciute come comuni e condivisibili, emerge la proposta di legare alla dimensione giuridica una indefettibile funzione (ri)abilitativa al dialogo, la quale non esaurisce nelle forme della processualità giudiziale la natura ‘complessa, specifica e necessaria’ del diritto.
Il diritto tra ‘conversione del conflitto in controversia’ e ‘abilitazione al dialogo’ La prospettiva processuale del diritto alla prova degli strumenti ADR consensuali
Reggio, F.
2022
Abstract
Il saggio rilegge un profilo rilevante all’interno dei percorsi di filosofia del diritto maturati, nell’ultimo secolo, nel contesto dell’Università di Padova: il legame fra diritto e ‘conversione del conflitto in controversia’. Se tale funzione del diritto è stata sinora fortemente connessa alla dimensione processuale, l’avvento e la diffusione di strumenti di composizione del conflitto che si costituiscono per struttura e logica come ‘alternativi al giudizio’, perché fondati sul consensus inter partes, pone un interrogativo circa la possibilità di intravvedere una dimensione processuale del diritto anche al di fuori della sua proiezione giudiziale. Ci si chiederà se gli strumenti consensuali di composizione del conflitto rispondano a una mera opzione volontaristica, che ‘distribuisce’ sulle parti una decisione altrimenti demandata al giudice, o se invece non vi siano, anche negli strumenti A.D.R. di tipo consensuale, come la mediazione o il negoziato, spazi per promuovere e rivalutare la dimensione processuale del diritto. Proponendo di coglierne la manifestazione nella abilitazione a un confronto ragionato e argomentato, alla ricerca di ‘ragioni condivise’ perché riconosciute come comuni e condivisibili, emerge la proposta di legare alla dimensione giuridica una indefettibile funzione (ri)abilitativa al dialogo, la quale non esaurisce nelle forme della processualità giudiziale la natura ‘complessa, specifica e necessaria’ del diritto.File | Dimensione | Formato | |
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