Patrick Modiano ha più volte manifestato ammirazione per le opere di Georges Simenon, cui viene spesso paragonato per l’attenzione alla topografia parigina e per la scelta di atmosfere misteriose, allusive e chiaroscurali. Come il padre del Commissario Maigret, Modiano utilizza anche una sintassi breve, paratattica, quasi “clinica” che, da una parte, si nutre di dettagli abbondanti ed enigmatici, seminati alla rinfusa per confondere il lettore; dall’altra, si serve di colori, odori, rumori e percezioni nel tentativo di giustificare coincidenze altrimenti inspiegabili. Tuttavia, le inchieste di Modiano o dei narratori autofinzionali che portano il suo nome non giungono mai ad un epilogo lieto e rassicurante: al contrario, questi ultimi sembrano avviluppati in unico grande à rebours tra gli irrisolti del passato, che sfugge continuamente e i cui spettri continuano ad ossessionare il presente. In questa comunicazione ci proponiamo quindi di mostrare come la maggior parte dei protagonisti modianeschi si rivelino dei detective elusivi ed inadeguati in ogni operazione di decifrazione fattuale, non arrivando mai a svelare alcun tipo di verità sulle loro ricerche: essi non solo non soddisfano le aspettative euristiche dei loro lettori, ma suscitano al contrario dubbi sulla loro stessa attendibilità di testimoni del reale – un reale che rimane impenetrabile, ridotto ad un punto di vista, parziale e precario. Così anche il segreto della loro identità resta inconoscibile o incompiuto, come il senso stesso dei romanzi di Modiano, che sembrano dei “gialli ma”...

Modiano nouveau Maigret? “Ce qui me motive, pour écrire, c’est retrouver des traces"

Francesca Dainese
2022

Abstract

Patrick Modiano ha più volte manifestato ammirazione per le opere di Georges Simenon, cui viene spesso paragonato per l’attenzione alla topografia parigina e per la scelta di atmosfere misteriose, allusive e chiaroscurali. Come il padre del Commissario Maigret, Modiano utilizza anche una sintassi breve, paratattica, quasi “clinica” che, da una parte, si nutre di dettagli abbondanti ed enigmatici, seminati alla rinfusa per confondere il lettore; dall’altra, si serve di colori, odori, rumori e percezioni nel tentativo di giustificare coincidenze altrimenti inspiegabili. Tuttavia, le inchieste di Modiano o dei narratori autofinzionali che portano il suo nome non giungono mai ad un epilogo lieto e rassicurante: al contrario, questi ultimi sembrano avviluppati in unico grande à rebours tra gli irrisolti del passato, che sfugge continuamente e i cui spettri continuano ad ossessionare il presente. In questa comunicazione ci proponiamo quindi di mostrare come la maggior parte dei protagonisti modianeschi si rivelino dei detective elusivi ed inadeguati in ogni operazione di decifrazione fattuale, non arrivando mai a svelare alcun tipo di verità sulle loro ricerche: essi non solo non soddisfano le aspettative euristiche dei loro lettori, ma suscitano al contrario dubbi sulla loro stessa attendibilità di testimoni del reale – un reale che rimane impenetrabile, ridotto ad un punto di vista, parziale e precario. Così anche il segreto della loro identità resta inconoscibile o incompiuto, come il senso stesso dei romanzi di Modiano, che sembrano dei “gialli ma”...
2022
Giallo ma... Polimorfismo e ibridazioni del poliziesco contemporaneo"
978-88-6680-430-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3470497
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