The thesis aims to investigate the huge visual, literary and collective fortune of the so.called "Thrones" of Ravenna. The "Thrones" are a series of twelve marble fragmentary roman reliefs, datable to the Claudian age, depicting two couple of putti who hold the emblems of different divinities, on the sides of the empty throne of the same divinities, on an architectural background with an high podium and Corinthian fluted pilasters. Considered for centuries to be the work of the most famous ancient greek scultors, in particular Phidia, Praxitelis and Polyklet, the "Thrones" have been exposed in prestigious places, as the basilica of San Vitale in Ravenna, piazza San Marco in Venice, the Medici's collections in Florence and Rome and the Biella's Baptistry. Because of their attribution to the ancient greek art, and because they were exposed in important and easily accessible places, the "Thrones" have been used by the artist as the classical model to create the iconography of the putto, or "spiritello", as this subject was called in Italy during the fifteenth century, After an introduction, the second and the third chapters deal respectively with the collective and literary fortune of the Throne of Saturn at the Museo Archeologico Nazionale of Venice and of the two Thrones of Neptune in San Vitale: in fact, they are the "Thrones" which enjoyed the greates success. The fourth chapter investigate the iconographic fortune of all the reliefs in sculpture, painting, drawings, small bronzes and majolica. The thesis ends with the catalogue of the "Thrones" and with Appendici which collect all their archival and literary attestations.

La tesi si propone di indagare la vastissima fortuna iconografica, collezionistica e letteraria dei cosiddetti "Troni" di Ravenna. I "Troni" sono dodici rilievi marmorei frammentari di epoca romana, databili all'età claudia, raffiguranti due coppie di putti che reggono gli emblemi di diverse divinità, ai lati del seggio vuoto delle divinità stesse, su uno sfondo architettonico costituito da un alto podio e paraste scanalate corinzie. Considerati per secoli opera dei più celebri scultori greci, in particolare Fidia, Prassitele e Policleto, i "Troni" sono stati esposti fin dal Medioevo in sedi del massimo prestigio, dalla basilica di San Vitale a Ravenna a piazza San Marco a Venezia, dalle collezioni medicee di Firenze e Roma al battistero di Biella. Qui sono stati ammirati e descritti dalle guide e dai diari di viaggio di viaggiatori stranieri in Italia, nonché resi oggetto di trattazioni erudite, in un arco di tempo compreso almeno dal Quattrocento all'Ottocento. Dopo un'introduzione, il secondo e il terzo capitolo trattano rispettivamente la fortuna collezionistica e letteraria di quelli tra i "Troni" che hanno goduto del maggiore successo, vale a dire quello di Saturno al Museo Archeologico Nazionale di Venezia e i due di Nettuno in San Vitale. Il quarto capitolo indaga la fortuna visiva di tutti i frammenti nella scultura, nella pittura, nella grafica, nei bronzetti e nella maiolica. Seguono un catalogo ragionato dei "Troni" e Appendici che raccolgono tutte le loro attestazioni archivistiche e letterarie dall'inizio del Trecento alla metà dell'Ottocento.

I "Troni" di Ravenna: fortuna visiva, letteraria, collezionistica / Cera, Elena. - (2022 Oct 26).

I "Troni" di Ravenna: fortuna visiva, letteraria, collezionistica

CERA, ELENA
2022

Abstract

The thesis aims to investigate the huge visual, literary and collective fortune of the so.called "Thrones" of Ravenna. The "Thrones" are a series of twelve marble fragmentary roman reliefs, datable to the Claudian age, depicting two couple of putti who hold the emblems of different divinities, on the sides of the empty throne of the same divinities, on an architectural background with an high podium and Corinthian fluted pilasters. Considered for centuries to be the work of the most famous ancient greek scultors, in particular Phidia, Praxitelis and Polyklet, the "Thrones" have been exposed in prestigious places, as the basilica of San Vitale in Ravenna, piazza San Marco in Venice, the Medici's collections in Florence and Rome and the Biella's Baptistry. Because of their attribution to the ancient greek art, and because they were exposed in important and easily accessible places, the "Thrones" have been used by the artist as the classical model to create the iconography of the putto, or "spiritello", as this subject was called in Italy during the fifteenth century, After an introduction, the second and the third chapters deal respectively with the collective and literary fortune of the Throne of Saturn at the Museo Archeologico Nazionale of Venice and of the two Thrones of Neptune in San Vitale: in fact, they are the "Thrones" which enjoyed the greates success. The fourth chapter investigate the iconographic fortune of all the reliefs in sculpture, painting, drawings, small bronzes and majolica. The thesis ends with the catalogue of the "Thrones" and with Appendici which collect all their archival and literary attestations.
The "Thrones" of Ravenna: visual, literary, collective fortune
26-ott-2022
La tesi si propone di indagare la vastissima fortuna iconografica, collezionistica e letteraria dei cosiddetti "Troni" di Ravenna. I "Troni" sono dodici rilievi marmorei frammentari di epoca romana, databili all'età claudia, raffiguranti due coppie di putti che reggono gli emblemi di diverse divinità, ai lati del seggio vuoto delle divinità stesse, su uno sfondo architettonico costituito da un alto podio e paraste scanalate corinzie. Considerati per secoli opera dei più celebri scultori greci, in particolare Fidia, Prassitele e Policleto, i "Troni" sono stati esposti fin dal Medioevo in sedi del massimo prestigio, dalla basilica di San Vitale a Ravenna a piazza San Marco a Venezia, dalle collezioni medicee di Firenze e Roma al battistero di Biella. Qui sono stati ammirati e descritti dalle guide e dai diari di viaggio di viaggiatori stranieri in Italia, nonché resi oggetto di trattazioni erudite, in un arco di tempo compreso almeno dal Quattrocento all'Ottocento. Dopo un'introduzione, il secondo e il terzo capitolo trattano rispettivamente la fortuna collezionistica e letteraria di quelli tra i "Troni" che hanno goduto del maggiore successo, vale a dire quello di Saturno al Museo Archeologico Nazionale di Venezia e i due di Nettuno in San Vitale. Il quarto capitolo indaga la fortuna visiva di tutti i frammenti nella scultura, nella pittura, nella grafica, nei bronzetti e nella maiolica. Seguono un catalogo ragionato dei "Troni" e Appendici che raccolgono tutte le loro attestazioni archivistiche e letterarie dall'inizio del Trecento alla metà dell'Ottocento.
I "Troni" di Ravenna: fortuna visiva, letteraria, collezionistica / Cera, Elena. - (2022 Oct 26).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3476498
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