Il lavoro di tesi dottorale consiste nell’edizione critica delle Pìstole di Luca Pulci, composte a metà degli anni Sessanta del Quattrocento. Le Pìstole hanno goduto di una discreta fortuna di pubblico nel XV e nel XVI secolo, in quanto contengono vicende della mitologia greco-romana (prevalentemente tratte dalle Metamorfosi di Ovidio) e della storia di Roma repubblicana, particolarmente gradite a lettori volgari di cultura medio-alta. L’opera è stata pubblicata integralmente per l’ultima volta nel 1846 all’interno di un’antologia di lirici del Due, Tre e Quattrocento nella rivista «Parnaso Italiano», ma manca di un’edizione condotta con criteri moderni. La speranza è che la presente tesi dottorale possa colmare questa lacuna e costituire una base per future indagini storico-letterarie sulla letteratura fiorentina pre-laurenziana. Il lavoro è iniziato con la ricognizione della tradizione, con la ricerca di possibili ulteriori testimoni delle Pìstole rispetto a quelli già noti (i manoscritti sono stati segnalati da Stefano Carrai, Per la datazione della prima ‘pìstola’ di Luca Pulci, in Id., Le muse dei Pulci, Napoli, Guida, 1985, p. 15, n. 1; le edizioni a stampa da Marco Noce, Ricezione ovidiana nella poesia toscana del secondo Quattrocento (Luca Pulci e Lorenzo de’ Medici), Tesi di dottorato, Università di Torino e Genova, 1995, p. 153): il censimento non ha portato al ritrovamento di manoscritti finora sconosciuti, ma sono state individuate alcune edizioni a stampa non ancora segnalate dagli studi. Il risultato di questa prima fase della ricerca è la descrizione dei testimoni, contenuta nel capitolo introduttivo della tesi. Si è poi proceduto alla collazione completa del testo secondo tutti i testimoni dell’opera, operazione il cui risultato è esposto nel paragrafo dedicato alla classificazione dei testimoni. In questa parte della tesi si prospetta l’esistenza di un archetipo, e si individuano due rami, afferenti a due subarchetipi, in cui è bipartita l’intera tradizione delle Pìstole. La classificazione dei testimoni è schematizzata in uno stemma, dal quale emerge che quattro erano i testimoni assumibili come base per la restituzione del testo in virtù della loro posizione stemmatica: i manoscritti P, R, ed F1, e la princeps, Mi. Tutti gli altri testimoni della tradizione sono invece stati esclusi perché risultati descripti. I manoscritti R ed F1 non sono stati presi in considerazione per fornire la base del testo perché eccessivamente lacunosi; inoltre, dagli elenchi di errori e lezioni singolari, emerge che il copista di R era dotato di intelligente vis congetturale con la quale ha manomesso il testo nei punti sintatticamente più farraginosi, e che F1 è colmo di sviste ed errori. Il manoscritto P è stato infine escluso perché notevolmente più corrotto rispetto alla princeps, la quale, per essere un’edizione a stampa, dev’essere stata sorvegliata con cura dall’editore (la pubblicazione a stampa delle Pìstole è postuma alla morte dell’autore). La qualità del testo tràdito dai due testimoni è verificabile nelle tabelle dedicate a errori e lectiones singulares rispettivamente di P e di Mi. Il cuore della tesi è il testo delle Pìstole al Magnifico Lorenzo de’ Medici di Luca Pulci, corredato di apparato critico di varianti e accompagnato da alcune note di commento: ogni pìstola della raccolta è introdotta da un breve cappello esplicativo sui protagonisti del componimento e sulle vicende, mitologiche o storiche, in esso menzionate. Al fondo di ciascun componimento si danno infine note a singoli passi del testo. Le note puntuali contengono in alcuni casi proposte di parafrasi, poiché in diversi punti la sintassi si dimostra particolarmente ostica; in altri casi si danno rinvii ad alcune possibili fonti di Luca Pulci (sebbene un lavoro approfondito di individuazione delle fonti delle Pìstole resti ancora da fare).

Il lavoro di tesi dottorale consiste nell’edizione critica delle Pìstole di Luca Pulci, composte a metà degli anni Sessanta del Quattrocento. Le Pìstole hanno goduto di una discreta fortuna di pubblico nel XV e nel XVI secolo, in quanto contengono vicende della mitologia greco-romana (prevalentemente tratte dalle Metamorfosi di Ovidio) e della storia di Roma repubblicana, particolarmente gradite a lettori volgari di cultura medio-alta. L’opera è stata pubblicata integralmente per l’ultima volta nel 1846 all’interno di un’antologia di lirici del Due, Tre e Quattrocento nella rivista «Parnaso Italiano», ma manca di un’edizione condotta con criteri moderni. La speranza è che la presente tesi dottorale possa colmare questa lacuna e costituire una base per future indagini storico-letterarie sulla letteratura fiorentina pre-laurenziana. Il lavoro è iniziato con la ricognizione della tradizione, con la ricerca di possibili ulteriori testimoni delle Pìstole rispetto a quelli già noti (i manoscritti sono stati segnalati da Stefano Carrai, Per la datazione della prima ‘pìstola’ di Luca Pulci, in Id., Le muse dei Pulci, Napoli, Guida, 1985, p. 15, n. 1; le edizioni a stampa da Marco Noce, Ricezione ovidiana nella poesia toscana del secondo Quattrocento (Luca Pulci e Lorenzo de’ Medici), Tesi di dottorato, Università di Torino e Genova, 1995, p. 153): il censimento non ha portato al ritrovamento di manoscritti finora sconosciuti, ma sono state individuate alcune edizioni a stampa non ancora segnalate dagli studi. Il risultato di questa prima fase della ricerca è la descrizione dei testimoni, contenuta nel capitolo introduttivo della tesi. Si è poi proceduto alla collazione completa del testo secondo tutti i testimoni dell’opera, operazione il cui risultato è esposto nel paragrafo dedicato alla classificazione dei testimoni. In questa parte della tesi si prospetta l’esistenza di un archetipo, e si individuano due rami, afferenti a due subarchetipi, in cui è bipartita l’intera tradizione delle Pìstole. La classificazione dei testimoni è schematizzata in uno stemma, dal quale emerge che quattro erano i testimoni assumibili come base per la restituzione del testo in virtù della loro posizione stemmatica: i manoscritti P, R, ed F1, e la princeps, Mi. Tutti gli altri testimoni della tradizione sono invece stati esclusi perché risultati descripti. I manoscritti R ed F1 non sono stati presi in considerazione per fornire la base del testo perché eccessivamente lacunosi; inoltre, dagli elenchi di errori e lezioni singolari, emerge che il copista di R era dotato di intelligente vis congetturale con la quale ha manomesso il testo nei punti sintatticamente più farraginosi, e che F1 è colmo di sviste ed errori. Il manoscritto P è stato infine escluso perché notevolmente più corrotto rispetto alla princeps, la quale, per essere un’edizione a stampa, dev’essere stata sorvegliata con cura dall’editore (la pubblicazione a stampa delle Pìstole è postuma alla morte dell’autore). La qualità del testo tràdito dai due testimoni è verificabile nelle tabelle dedicate a errori e lectiones singulares rispettivamente di P e di Mi. Il cuore della tesi è il testo delle Pìstole al Magnifico Lorenzo de’ Medici di Luca Pulci, corredato di apparato critico di varianti e accompagnato da alcune note di commento: ogni pìstola della raccolta è introdotta da un breve cappello esplicativo sui protagonisti del componimento e sulle vicende, mitologiche o storiche, in esso menzionate. Al fondo di ciascun componimento si danno infine note a singoli passi del testo. Le note puntuali contengono in alcuni casi proposte di parafrasi, poiché in diversi punti la sintassi si dimostra particolarmente ostica; in altri casi si danno rinvii ad alcune possibili fonti di Luca Pulci (sebbene un lavoro approfondito di individuazione delle fonti delle Pìstole resti ancora da fare).

Le "Pìstole" di Luca Pulci. Edizione critica e commentata / Chiodetti, Annalisa. - (2022 Sep 05).

Le "Pìstole" di Luca Pulci. Edizione critica e commentata

CHIODETTI, ANNALISA
2022

Abstract

Il lavoro di tesi dottorale consiste nell’edizione critica delle Pìstole di Luca Pulci, composte a metà degli anni Sessanta del Quattrocento. Le Pìstole hanno goduto di una discreta fortuna di pubblico nel XV e nel XVI secolo, in quanto contengono vicende della mitologia greco-romana (prevalentemente tratte dalle Metamorfosi di Ovidio) e della storia di Roma repubblicana, particolarmente gradite a lettori volgari di cultura medio-alta. L’opera è stata pubblicata integralmente per l’ultima volta nel 1846 all’interno di un’antologia di lirici del Due, Tre e Quattrocento nella rivista «Parnaso Italiano», ma manca di un’edizione condotta con criteri moderni. La speranza è che la presente tesi dottorale possa colmare questa lacuna e costituire una base per future indagini storico-letterarie sulla letteratura fiorentina pre-laurenziana. Il lavoro è iniziato con la ricognizione della tradizione, con la ricerca di possibili ulteriori testimoni delle Pìstole rispetto a quelli già noti (i manoscritti sono stati segnalati da Stefano Carrai, Per la datazione della prima ‘pìstola’ di Luca Pulci, in Id., Le muse dei Pulci, Napoli, Guida, 1985, p. 15, n. 1; le edizioni a stampa da Marco Noce, Ricezione ovidiana nella poesia toscana del secondo Quattrocento (Luca Pulci e Lorenzo de’ Medici), Tesi di dottorato, Università di Torino e Genova, 1995, p. 153): il censimento non ha portato al ritrovamento di manoscritti finora sconosciuti, ma sono state individuate alcune edizioni a stampa non ancora segnalate dagli studi. Il risultato di questa prima fase della ricerca è la descrizione dei testimoni, contenuta nel capitolo introduttivo della tesi. Si è poi proceduto alla collazione completa del testo secondo tutti i testimoni dell’opera, operazione il cui risultato è esposto nel paragrafo dedicato alla classificazione dei testimoni. In questa parte della tesi si prospetta l’esistenza di un archetipo, e si individuano due rami, afferenti a due subarchetipi, in cui è bipartita l’intera tradizione delle Pìstole. La classificazione dei testimoni è schematizzata in uno stemma, dal quale emerge che quattro erano i testimoni assumibili come base per la restituzione del testo in virtù della loro posizione stemmatica: i manoscritti P, R, ed F1, e la princeps, Mi. Tutti gli altri testimoni della tradizione sono invece stati esclusi perché risultati descripti. I manoscritti R ed F1 non sono stati presi in considerazione per fornire la base del testo perché eccessivamente lacunosi; inoltre, dagli elenchi di errori e lezioni singolari, emerge che il copista di R era dotato di intelligente vis congetturale con la quale ha manomesso il testo nei punti sintatticamente più farraginosi, e che F1 è colmo di sviste ed errori. Il manoscritto P è stato infine escluso perché notevolmente più corrotto rispetto alla princeps, la quale, per essere un’edizione a stampa, dev’essere stata sorvegliata con cura dall’editore (la pubblicazione a stampa delle Pìstole è postuma alla morte dell’autore). La qualità del testo tràdito dai due testimoni è verificabile nelle tabelle dedicate a errori e lectiones singulares rispettivamente di P e di Mi. Il cuore della tesi è il testo delle Pìstole al Magnifico Lorenzo de’ Medici di Luca Pulci, corredato di apparato critico di varianti e accompagnato da alcune note di commento: ogni pìstola della raccolta è introdotta da un breve cappello esplicativo sui protagonisti del componimento e sulle vicende, mitologiche o storiche, in esso menzionate. Al fondo di ciascun componimento si danno infine note a singoli passi del testo. Le note puntuali contengono in alcuni casi proposte di parafrasi, poiché in diversi punti la sintassi si dimostra particolarmente ostica; in altri casi si danno rinvii ad alcune possibili fonti di Luca Pulci (sebbene un lavoro approfondito di individuazione delle fonti delle Pìstole resti ancora da fare).
Luca Pulci's "Pistole". Critical and annotated edition
5-set-2022
Il lavoro di tesi dottorale consiste nell’edizione critica delle Pìstole di Luca Pulci, composte a metà degli anni Sessanta del Quattrocento. Le Pìstole hanno goduto di una discreta fortuna di pubblico nel XV e nel XVI secolo, in quanto contengono vicende della mitologia greco-romana (prevalentemente tratte dalle Metamorfosi di Ovidio) e della storia di Roma repubblicana, particolarmente gradite a lettori volgari di cultura medio-alta. L’opera è stata pubblicata integralmente per l’ultima volta nel 1846 all’interno di un’antologia di lirici del Due, Tre e Quattrocento nella rivista «Parnaso Italiano», ma manca di un’edizione condotta con criteri moderni. La speranza è che la presente tesi dottorale possa colmare questa lacuna e costituire una base per future indagini storico-letterarie sulla letteratura fiorentina pre-laurenziana. Il lavoro è iniziato con la ricognizione della tradizione, con la ricerca di possibili ulteriori testimoni delle Pìstole rispetto a quelli già noti (i manoscritti sono stati segnalati da Stefano Carrai, Per la datazione della prima ‘pìstola’ di Luca Pulci, in Id., Le muse dei Pulci, Napoli, Guida, 1985, p. 15, n. 1; le edizioni a stampa da Marco Noce, Ricezione ovidiana nella poesia toscana del secondo Quattrocento (Luca Pulci e Lorenzo de’ Medici), Tesi di dottorato, Università di Torino e Genova, 1995, p. 153): il censimento non ha portato al ritrovamento di manoscritti finora sconosciuti, ma sono state individuate alcune edizioni a stampa non ancora segnalate dagli studi. Il risultato di questa prima fase della ricerca è la descrizione dei testimoni, contenuta nel capitolo introduttivo della tesi. Si è poi proceduto alla collazione completa del testo secondo tutti i testimoni dell’opera, operazione il cui risultato è esposto nel paragrafo dedicato alla classificazione dei testimoni. In questa parte della tesi si prospetta l’esistenza di un archetipo, e si individuano due rami, afferenti a due subarchetipi, in cui è bipartita l’intera tradizione delle Pìstole. La classificazione dei testimoni è schematizzata in uno stemma, dal quale emerge che quattro erano i testimoni assumibili come base per la restituzione del testo in virtù della loro posizione stemmatica: i manoscritti P, R, ed F1, e la princeps, Mi. Tutti gli altri testimoni della tradizione sono invece stati esclusi perché risultati descripti. I manoscritti R ed F1 non sono stati presi in considerazione per fornire la base del testo perché eccessivamente lacunosi; inoltre, dagli elenchi di errori e lezioni singolari, emerge che il copista di R era dotato di intelligente vis congetturale con la quale ha manomesso il testo nei punti sintatticamente più farraginosi, e che F1 è colmo di sviste ed errori. Il manoscritto P è stato infine escluso perché notevolmente più corrotto rispetto alla princeps, la quale, per essere un’edizione a stampa, dev’essere stata sorvegliata con cura dall’editore (la pubblicazione a stampa delle Pìstole è postuma alla morte dell’autore). La qualità del testo tràdito dai due testimoni è verificabile nelle tabelle dedicate a errori e lectiones singulares rispettivamente di P e di Mi. Il cuore della tesi è il testo delle Pìstole al Magnifico Lorenzo de’ Medici di Luca Pulci, corredato di apparato critico di varianti e accompagnato da alcune note di commento: ogni pìstola della raccolta è introdotta da un breve cappello esplicativo sui protagonisti del componimento e sulle vicende, mitologiche o storiche, in esso menzionate. Al fondo di ciascun componimento si danno infine note a singoli passi del testo. Le note puntuali contengono in alcuni casi proposte di parafrasi, poiché in diversi punti la sintassi si dimostra particolarmente ostica; in altri casi si danno rinvii ad alcune possibili fonti di Luca Pulci (sebbene un lavoro approfondito di individuazione delle fonti delle Pìstole resti ancora da fare).
Le "Pìstole" di Luca Pulci. Edizione critica e commentata / Chiodetti, Annalisa. - (2022 Sep 05).
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Descrizione: Le "Pìstole" di Luca Pulci. Edizione critica e annotata
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3476501
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