Il presente lavoro intende offrire una interpretazione del pensiero di Wilfrid Sellars incentrata sulla nozione esperienza. La convinzione che muove questa analisi è che proprio facendo chiarezza in merito a questa problematica nozione sia possibile ottenere due risultati principali: da un lato, si potranno meglio comprendere le implicazioni concettuali del famoso ‘mito del dato’; dall’altro, elaborare una prospettiva originale che costituisca un punto di dialogo in un dibattito estremamente polarizzato. Questo lavoro intende infatti inserirsi all’interno di quegli studi che, in anni recenti, hanno tentato una mediazione fra le due più famosi linee interpretative del pensiero del filosofo di Pittsburgh, chiamate rispettivamente ‘destra’ e ‘sinistra’ sellarsiana. In particolare, l’analisi qui proposta intende accostare la concettualità sellarsiana a una modalità fenomenologica di analizzare l’esperienza: essa dà quindi particolare importanza al rapporto, poco studiato, fra Sellars e la fenomenologia, nella convinzione che utilizzare una analisi di questo tipo possa far meglio comprendere il rapporto che lega la critica alla datità all’elaborazione della nozione di picturing. Il lavoro è articolato in tre sezioni principali. La prima, di carattere introduttivo, ha come obiettivo una ricostruzione storico-concettuale della relazione fra Sellars e la fenomenologia. Essa funge così da legittimazione dell’analisi seguente, che trova in essa le proprie basi. In particolare questa prima sezione permetterà di comprendere in che modo affrontare la nozione di esperienza pre-concettuale nella filosofia sellarsiana. La seconda sezione consta di due capitoli, che hanno l’obiettivo di trattare le due forme del ‘mito del dato’ individuate da Sellars: quello ‘epistemico’, formulato in Empirismo e Filosofia della Mente, e quello ‘categorico’, descritto nelle Carus Lectures. Il primo capitolo è quindi dedicato a una interpretazione di Empirismo e Filosofia della Mente: essa ha l’obiettivo di problematizzare la tesi sellarsiana del ‘nominalismo psicologico’, mettendo così in discussione l’interpretazione, propria della ‘sinistra’ sellarsiana, in base alla quale in questo scritto Sellars propenda per una visione concettualista dell’esperienza. Il secondo capitolo è dedicato, invece, a problematizzare la comune visione di Sellars come un riduzionista riguardo ai contenuti dell’esperienza ‘manifesta’ del mondo. Tramite una analisi delle riflessioni fatte da Sellars in merito al rapporto fra fenomenologia e naturalismo, si mostrerà la specificità dell’analisi sellarsiana e si muoverà una critica, questa volta, alla lettura dei sellarsiani ‘di destra’, mostrando in definitiva come proprio la nozione di ‘esperienza’ possa agire come mediatrice fra interpretazioni altrimenti in netta opposizione fra loro. L’ultima sezione è invece dedicata alla nozione di picturing: utilizzando le analisi precedenti per interrogare vari luoghi della speculazione sellarsiana, essa mostra i problemi concettuali ai quali questa nozione intende far fronte, e ne ricostruisce poi l’importanza per la teoria sellarsiana dell’intenzionalità.

Il presente lavoro intende offrire una interpretazione del pensiero di Wilfrid Sellars incentrata sulla nozione esperienza. La convinzione che muove questa analisi è che proprio facendo chiarezza in merito a questa problematica nozione sia possibile ottenere due risultati principali: da un lato, si potranno meglio comprendere le implicazioni concettuali del famoso ‘mito del dato’; dall’altro, elaborare una prospettiva originale che costituisca un punto di dialogo in un dibattito estremamente polarizzato. Questo lavoro intende infatti inserirsi all’interno di quegli studi che, in anni recenti, hanno tentato una mediazione fra le due più famosi linee interpretative del pensiero del filosofo di Pittsburgh, chiamate rispettivamente ‘destra’ e ‘sinistra’ sellarsiana. In particolare, l’analisi qui proposta intende accostare la concettualità sellarsiana a una modalità fenomenologica di analizzare l’esperienza: essa dà quindi particolare importanza al rapporto, poco studiato, fra Sellars e la fenomenologia, nella convinzione che utilizzare una analisi di questo tipo possa far meglio comprendere il rapporto che lega la critica alla datità all’elaborazione della nozione di picturing. Il lavoro è articolato in tre sezioni principali. La prima, di carattere introduttivo, ha come obiettivo una ricostruzione storico-concettuale della relazione fra Sellars e la fenomenologia. Essa funge così da legittimazione dell’analisi seguente, che trova in essa le proprie basi. In particolare questa prima sezione permetterà di comprendere in che modo affrontare la nozione di esperienza pre-concettuale nella filosofia sellarsiana. La seconda sezione consta di due capitoli, che hanno l’obiettivo di trattare le due forme del ‘mito del dato’ individuate da Sellars: quello ‘epistemico’, formulato in Empirismo e Filosofia della Mente, e quello ‘categorico’, descritto nelle Carus Lectures. Il primo capitolo è quindi dedicato a una interpretazione di Empirismo e Filosofia della Mente: essa ha l’obiettivo di problematizzare la tesi sellarsiana del ‘nominalismo psicologico’, mettendo così in discussione l’interpretazione, propria della ‘sinistra’ sellarsiana, in base alla quale in questo scritto Sellars propenda per una visione concettualista dell’esperienza. Il secondo capitolo è dedicato, invece, a problematizzare la comune visione di Sellars come un riduzionista riguardo ai contenuti dell’esperienza ‘manifesta’ del mondo. Tramite una analisi delle riflessioni fatte da Sellars in merito al rapporto fra fenomenologia e naturalismo, si mostrerà la specificità dell’analisi sellarsiana e si muoverà una critica, questa volta, alla lettura dei sellarsiani ‘di destra’, mostrando in definitiva come proprio la nozione di ‘esperienza’ possa agire come mediatrice fra interpretazioni altrimenti in netta opposizione fra loro. L’ultima sezione è invece dedicata alla nozione di picturing: utilizzando le analisi precedenti per interrogare vari luoghi della speculazione sellarsiana, essa mostra i problemi concettuali ai quali questa nozione intende far fronte, e ne ricostruisce poi l’importanza per la teoria sellarsiana dell’intenzionalità.

Dal 'Mito del Dato' al 'Picturing'. Studio sulla teoria sellarsiana dell'esperienza / Sanguettoli, Filippo. - (2023 Jan 16).

Dal 'Mito del Dato' al 'Picturing'. Studio sulla teoria sellarsiana dell'esperienza

SANGUETTOLI, FILIPPO
2023

Abstract

Il presente lavoro intende offrire una interpretazione del pensiero di Wilfrid Sellars incentrata sulla nozione esperienza. La convinzione che muove questa analisi è che proprio facendo chiarezza in merito a questa problematica nozione sia possibile ottenere due risultati principali: da un lato, si potranno meglio comprendere le implicazioni concettuali del famoso ‘mito del dato’; dall’altro, elaborare una prospettiva originale che costituisca un punto di dialogo in un dibattito estremamente polarizzato. Questo lavoro intende infatti inserirsi all’interno di quegli studi che, in anni recenti, hanno tentato una mediazione fra le due più famosi linee interpretative del pensiero del filosofo di Pittsburgh, chiamate rispettivamente ‘destra’ e ‘sinistra’ sellarsiana. In particolare, l’analisi qui proposta intende accostare la concettualità sellarsiana a una modalità fenomenologica di analizzare l’esperienza: essa dà quindi particolare importanza al rapporto, poco studiato, fra Sellars e la fenomenologia, nella convinzione che utilizzare una analisi di questo tipo possa far meglio comprendere il rapporto che lega la critica alla datità all’elaborazione della nozione di picturing. Il lavoro è articolato in tre sezioni principali. La prima, di carattere introduttivo, ha come obiettivo una ricostruzione storico-concettuale della relazione fra Sellars e la fenomenologia. Essa funge così da legittimazione dell’analisi seguente, che trova in essa le proprie basi. In particolare questa prima sezione permetterà di comprendere in che modo affrontare la nozione di esperienza pre-concettuale nella filosofia sellarsiana. La seconda sezione consta di due capitoli, che hanno l’obiettivo di trattare le due forme del ‘mito del dato’ individuate da Sellars: quello ‘epistemico’, formulato in Empirismo e Filosofia della Mente, e quello ‘categorico’, descritto nelle Carus Lectures. Il primo capitolo è quindi dedicato a una interpretazione di Empirismo e Filosofia della Mente: essa ha l’obiettivo di problematizzare la tesi sellarsiana del ‘nominalismo psicologico’, mettendo così in discussione l’interpretazione, propria della ‘sinistra’ sellarsiana, in base alla quale in questo scritto Sellars propenda per una visione concettualista dell’esperienza. Il secondo capitolo è dedicato, invece, a problematizzare la comune visione di Sellars come un riduzionista riguardo ai contenuti dell’esperienza ‘manifesta’ del mondo. Tramite una analisi delle riflessioni fatte da Sellars in merito al rapporto fra fenomenologia e naturalismo, si mostrerà la specificità dell’analisi sellarsiana e si muoverà una critica, questa volta, alla lettura dei sellarsiani ‘di destra’, mostrando in definitiva come proprio la nozione di ‘esperienza’ possa agire come mediatrice fra interpretazioni altrimenti in netta opposizione fra loro. L’ultima sezione è invece dedicata alla nozione di picturing: utilizzando le analisi precedenti per interrogare vari luoghi della speculazione sellarsiana, essa mostra i problemi concettuali ai quali questa nozione intende far fronte, e ne ricostruisce poi l’importanza per la teoria sellarsiana dell’intenzionalità.
From the 'Myth of the Given' to 'Picturing'. Study on the sellarsian theory of experience
16-gen-2023
Il presente lavoro intende offrire una interpretazione del pensiero di Wilfrid Sellars incentrata sulla nozione esperienza. La convinzione che muove questa analisi è che proprio facendo chiarezza in merito a questa problematica nozione sia possibile ottenere due risultati principali: da un lato, si potranno meglio comprendere le implicazioni concettuali del famoso ‘mito del dato’; dall’altro, elaborare una prospettiva originale che costituisca un punto di dialogo in un dibattito estremamente polarizzato. Questo lavoro intende infatti inserirsi all’interno di quegli studi che, in anni recenti, hanno tentato una mediazione fra le due più famosi linee interpretative del pensiero del filosofo di Pittsburgh, chiamate rispettivamente ‘destra’ e ‘sinistra’ sellarsiana. In particolare, l’analisi qui proposta intende accostare la concettualità sellarsiana a una modalità fenomenologica di analizzare l’esperienza: essa dà quindi particolare importanza al rapporto, poco studiato, fra Sellars e la fenomenologia, nella convinzione che utilizzare una analisi di questo tipo possa far meglio comprendere il rapporto che lega la critica alla datità all’elaborazione della nozione di picturing. Il lavoro è articolato in tre sezioni principali. La prima, di carattere introduttivo, ha come obiettivo una ricostruzione storico-concettuale della relazione fra Sellars e la fenomenologia. Essa funge così da legittimazione dell’analisi seguente, che trova in essa le proprie basi. In particolare questa prima sezione permetterà di comprendere in che modo affrontare la nozione di esperienza pre-concettuale nella filosofia sellarsiana. La seconda sezione consta di due capitoli, che hanno l’obiettivo di trattare le due forme del ‘mito del dato’ individuate da Sellars: quello ‘epistemico’, formulato in Empirismo e Filosofia della Mente, e quello ‘categorico’, descritto nelle Carus Lectures. Il primo capitolo è quindi dedicato a una interpretazione di Empirismo e Filosofia della Mente: essa ha l’obiettivo di problematizzare la tesi sellarsiana del ‘nominalismo psicologico’, mettendo così in discussione l’interpretazione, propria della ‘sinistra’ sellarsiana, in base alla quale in questo scritto Sellars propenda per una visione concettualista dell’esperienza. Il secondo capitolo è dedicato, invece, a problematizzare la comune visione di Sellars come un riduzionista riguardo ai contenuti dell’esperienza ‘manifesta’ del mondo. Tramite una analisi delle riflessioni fatte da Sellars in merito al rapporto fra fenomenologia e naturalismo, si mostrerà la specificità dell’analisi sellarsiana e si muoverà una critica, questa volta, alla lettura dei sellarsiani ‘di destra’, mostrando in definitiva come proprio la nozione di ‘esperienza’ possa agire come mediatrice fra interpretazioni altrimenti in netta opposizione fra loro. L’ultima sezione è invece dedicata alla nozione di picturing: utilizzando le analisi precedenti per interrogare vari luoghi della speculazione sellarsiana, essa mostra i problemi concettuali ai quali questa nozione intende far fronte, e ne ricostruisce poi l’importanza per la teoria sellarsiana dell’intenzionalità.
Dal 'Mito del Dato' al 'Picturing'. Studio sulla teoria sellarsiana dell'esperienza / Sanguettoli, Filippo. - (2023 Jan 16).
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