Abstract La didattica all’interno delle Scuole Universitarie Professionali della Svizzera nasce con una vocazione professionalizzante e centrata sull’esperienza. Ma come far evolvere l’esperienza rendendola significativa per le future pratiche professionali? Ed in particolare, quali metodologie e strumenti è possibile attivare nella didattica della geografia orientata a sviluppare pratiche metarifilessive? Il presente contributo vuol indagare sul valore educativo del diario di bordo ricercando, attraverso uno studio esplorativo, se questo permette di connettere un’esperienza al suo senso scientifico e al valore che la persona vi attribuisce. Nello studio sono stati coinvolti 24 studenti del corso “Lo spazio e il tempo nel bambino” del Dipartimento Formazione e apprendimento della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, futuri docenti della scuola dell’infanzia. La ricerca ha previsto lo svolgimento di esperienze geografiche legate al concetto di ponte come artefatto territoriale e metafora e ne ha richiesto la documentazione nel diario di bordo redatto in occasione del corso. Questi sono stati analizzati attraverso la codifica a posteriori dei testi e la costruzione di mappe concettuali. Dalla lettura dei risultati raccolti emerge che il diario di bordo, tenendo traccia di quanto esperito, aumenta l’attribuzione di senso dell’esperienza stessa. Un’attenzione emersa da considerare nell’uso di questo strumento è rivolta ai sentimenti inizialmente negativi che si sono manifestati negli studenti, trasformati poi in percezioni positive solo attraverso la pratica stessa e la pazienza del so-stare e fermarsi a pensare ai propri pensieri.
So-stare nelle pratiche geografiche. Il diario di bordo nella didattica della geografia
Lorena Rocca
Writing – Review & Editing
;
2022
Abstract
Abstract La didattica all’interno delle Scuole Universitarie Professionali della Svizzera nasce con una vocazione professionalizzante e centrata sull’esperienza. Ma come far evolvere l’esperienza rendendola significativa per le future pratiche professionali? Ed in particolare, quali metodologie e strumenti è possibile attivare nella didattica della geografia orientata a sviluppare pratiche metarifilessive? Il presente contributo vuol indagare sul valore educativo del diario di bordo ricercando, attraverso uno studio esplorativo, se questo permette di connettere un’esperienza al suo senso scientifico e al valore che la persona vi attribuisce. Nello studio sono stati coinvolti 24 studenti del corso “Lo spazio e il tempo nel bambino” del Dipartimento Formazione e apprendimento della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, futuri docenti della scuola dell’infanzia. La ricerca ha previsto lo svolgimento di esperienze geografiche legate al concetto di ponte come artefatto territoriale e metafora e ne ha richiesto la documentazione nel diario di bordo redatto in occasione del corso. Questi sono stati analizzati attraverso la codifica a posteriori dei testi e la costruzione di mappe concettuali. Dalla lettura dei risultati raccolti emerge che il diario di bordo, tenendo traccia di quanto esperito, aumenta l’attribuzione di senso dell’esperienza stessa. Un’attenzione emersa da considerare nell’uso di questo strumento è rivolta ai sentimenti inizialmente negativi che si sono manifestati negli studenti, trasformati poi in percezioni positive solo attraverso la pratica stessa e la pazienza del so-stare e fermarsi a pensare ai propri pensieri.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.