Il saggio si concentra sulla figura – per molti aspetti enigmatica – di Max Jacob Friedländer (1867- 1958), il grande esperto di arte fiamminga che lavorò a lungo ai Musei Berlinesi sotto la guida di W. Bode, succedendogli nell’incarico di direttore della Gemäldegalerie nel 1924. In quanto ebreo, nel 1933 fu costretto a lasciare il suo incarico al museo e nel 1939 emigrò in Olanda, continuando a guadagnarsi da vivere come conoscitore d’arte. Fuoco dell’intervento è, in particolare, Erinnerungen und Aufzeichnungen (1967) (Reminiscences and Reflections), sorta di canovaccio di pensieri e ricordi raccolti dopo la morte dell’autore da R. M. Heilbrunn, il quale testimonia l’importanza che la scrittura ebbe nella vita appartata e solitaria di Friedländer. Colpisce, leggendo questo insieme apparentemente slegato di riflessioni, commenti a opere letterarie, giudizi e ricordi di colleghi, la fuga dalla tragica realtà del Terzo Reich. Non c’è traccia, in questo libro, proprio di quello che ci si aspetterebbe di trovare, in una costante diversione dagli accadimenti, che pure investirono con violenza l’autore. La fuga/negazione della realtà è allo stesso tempo presa di distanza programmatica dall’ego: si ha come la sensazione che i pensieri si autoproducano, in modo a-soggettivo, con la conseguenza di uno straniamento del lettore. Intriso di cultura tedesca – da Goethe ai fratelli Mann, da Schiller a Schopenhauer a Nietzsche – questo ebreo perseguitato riflette sulla lingua tedesca e le sue sfumature, trascina nel flusso dei pensieri artisti e opere, interrogandosi sulla strana natura del mestiere di connoisseur, cui dedicò nel corso della sua lunga vita tre diversi libri, il più famoso dei quali, apparso per la prima volta in inglese, On Art and Connoisseurship (1942), ci appare in controluce come la vera autobiografia di Friedländer. Il racconto ideale di una vita – secondo quanto Reminiscences and Reflections fa emergere – in cui l’individualità dell’autore si fonde e confonde con il mestiere di conoscitore.

I ricordi e le riflessioni di Max Jacob Friedländer

G. Tomasella
2023

Abstract

Il saggio si concentra sulla figura – per molti aspetti enigmatica – di Max Jacob Friedländer (1867- 1958), il grande esperto di arte fiamminga che lavorò a lungo ai Musei Berlinesi sotto la guida di W. Bode, succedendogli nell’incarico di direttore della Gemäldegalerie nel 1924. In quanto ebreo, nel 1933 fu costretto a lasciare il suo incarico al museo e nel 1939 emigrò in Olanda, continuando a guadagnarsi da vivere come conoscitore d’arte. Fuoco dell’intervento è, in particolare, Erinnerungen und Aufzeichnungen (1967) (Reminiscences and Reflections), sorta di canovaccio di pensieri e ricordi raccolti dopo la morte dell’autore da R. M. Heilbrunn, il quale testimonia l’importanza che la scrittura ebbe nella vita appartata e solitaria di Friedländer. Colpisce, leggendo questo insieme apparentemente slegato di riflessioni, commenti a opere letterarie, giudizi e ricordi di colleghi, la fuga dalla tragica realtà del Terzo Reich. Non c’è traccia, in questo libro, proprio di quello che ci si aspetterebbe di trovare, in una costante diversione dagli accadimenti, che pure investirono con violenza l’autore. La fuga/negazione della realtà è allo stesso tempo presa di distanza programmatica dall’ego: si ha come la sensazione che i pensieri si autoproducano, in modo a-soggettivo, con la conseguenza di uno straniamento del lettore. Intriso di cultura tedesca – da Goethe ai fratelli Mann, da Schiller a Schopenhauer a Nietzsche – questo ebreo perseguitato riflette sulla lingua tedesca e le sue sfumature, trascina nel flusso dei pensieri artisti e opere, interrogandosi sulla strana natura del mestiere di connoisseur, cui dedicò nel corso della sua lunga vita tre diversi libri, il più famoso dei quali, apparso per la prima volta in inglese, On Art and Connoisseurship (1942), ci appare in controluce come la vera autobiografia di Friedländer. Il racconto ideale di una vita – secondo quanto Reminiscences and Reflections fa emergere – in cui l’individualità dell’autore si fonde e confonde con il mestiere di conoscitore.
2023
Nello specchio della scrittura. Autobiografia e storia dell’arte tra Otto e Novecento
978-88-290-2164-2
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