I cambiamenti nelle tecniche e nelle pratiche di gestione agricola che hanno caratterizzato il basso Medioevo, fase cronologica d’interesse della presente ricerca, hanno avuto variamente origine a partire dai secoli XII-XIII, e, pur riguardando aspetti importanti quali i sistemi di aratura ei mezzi di coltivazione (cfr. GRAND, DELATOUCHE 1981), ciò che realmente sembra abbia portato alla effettiva espansione agraria fu “semplicemente” l’ampliamento degli spazi coltivati, grazie agli imponenti lavori di dissodamento e messa a coltura anche di aree marginali (MONTANARI 1984). Secondo Rösener (1987) a ciò si deve aggiungere anche l’introduzione della rotazione triennale delle colture che sarebbe stata, assieme alla coltivazione intensiva e la creazione di un vero e proprio paesaggio agricolo, la «premessa fondamentale per lo sviluppo dell’urbanesimo e per il decollo della potenza economica europea (Rosener 1987). Comprendere se, quando e con quali intensità e modalità, questi cambiamenti abbiano riguardato anche il Salento bassomedievale è certamente complesso e richiede sicuramente un approccio globale alle diverse fonti d'informazione, ma vi sono alcuni indicatori diretti della produzione agricola che, a nostro avviso, possono fornire un contributo importante alla discussione attraverso l'analisi archeobotanica delle forme di sperimentazione produttiva ed in primo luogo la storia e la diffusione delle cultivar.

Tecniche agricole e miglioramento varietale nel Salento Basso medievale: il caso della fava

Silvia D’Aquino;
2018

Abstract

I cambiamenti nelle tecniche e nelle pratiche di gestione agricola che hanno caratterizzato il basso Medioevo, fase cronologica d’interesse della presente ricerca, hanno avuto variamente origine a partire dai secoli XII-XIII, e, pur riguardando aspetti importanti quali i sistemi di aratura ei mezzi di coltivazione (cfr. GRAND, DELATOUCHE 1981), ciò che realmente sembra abbia portato alla effettiva espansione agraria fu “semplicemente” l’ampliamento degli spazi coltivati, grazie agli imponenti lavori di dissodamento e messa a coltura anche di aree marginali (MONTANARI 1984). Secondo Rösener (1987) a ciò si deve aggiungere anche l’introduzione della rotazione triennale delle colture che sarebbe stata, assieme alla coltivazione intensiva e la creazione di un vero e proprio paesaggio agricolo, la «premessa fondamentale per lo sviluppo dell’urbanesimo e per il decollo della potenza economica europea (Rosener 1987). Comprendere se, quando e con quali intensità e modalità, questi cambiamenti abbiano riguardato anche il Salento bassomedievale è certamente complesso e richiede sicuramente un approccio globale alle diverse fonti d'informazione, ma vi sono alcuni indicatori diretti della produzione agricola che, a nostro avviso, possono fornire un contributo importante alla discussione attraverso l'analisi archeobotanica delle forme di sperimentazione produttiva ed in primo luogo la storia e la diffusione delle cultivar.
2018
VIII Congresso nazionale di archeologia medievale (Matera, 12–15 settembre 2018)
9788878148697
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3500769
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact