Originariamente gli interventi dell’uomo erano finalizzati quasi esclusivamente ad ampliare le superfici coltivate e a difendersi da rotte e allagamenti; successivamente, la sempre più pressante ricerca di nuove terre richiese una maggiore attenzione per l’equilibrio idro-geologico in zone periodicamente minacciate da piene e alluvioni. Nello stesso tempo divenne sempre più chiaro il ruolo sociale della bonifica, il vantaggio per la salute che da essa potevano trarre le popolazioni residenti nelle aree umide e malsane o in aree a esse limitrofe. Nella fase moderna della bonifica, all’aspetto economico e igienico-sanitario si è aggiunto quello ambientale, l’esigenza di migliorare l’environmental quality e sviluppare iniziative per una fruizione del territorio consapevole e sostenibile. A questa lenta e continua opera di trasformazione è dedicato questo volume. Prendendo origine dalla rilettura critica degli Atti del primo Congresso Regionale Veneto delle bonifiche, tenutosi a San Donà di Piave dal 23 al 25 marzo 1922, si è voluto, a distanza di cento anni, rileggere il passato per immaginare il futuro. Allora l’idea di ‘bonifica integrale’, che affondava le proprie radici nei programmi agrari maturati nell’età giolittiana, era già stata pienamente acquisita. Durante il Congresso di San Donà di ‘bonifica integrale’ si parlò a più riprese, poiché essa non poteva essere procrastinata ulteriormente: le terre prosciugate richiedevano, infatti, la trasformazione fondiaria, da tempo si invocavano interventi radicali sui bacini montani e la malaria continuava a mietere vittime. A distanza di un secolo è necessario che tutti maturino la consapevolezza che, di fronte a un indiscusso cambiamento climatico e a eventi atmosferici estremi, risulta prioritario preservare le biodiversità, garantire l’equilibrio idrogeologico, la sicurezza sanitaria e la disponibilità di acqua per le colture.

Leggere il passato per immaginare il futuro. A cento anni dal primo Congresso Regionale Veneto delle bonifiche. San Donà di Piave, 1922-2022

Elisabetta Novello
2023

Abstract

Originariamente gli interventi dell’uomo erano finalizzati quasi esclusivamente ad ampliare le superfici coltivate e a difendersi da rotte e allagamenti; successivamente, la sempre più pressante ricerca di nuove terre richiese una maggiore attenzione per l’equilibrio idro-geologico in zone periodicamente minacciate da piene e alluvioni. Nello stesso tempo divenne sempre più chiaro il ruolo sociale della bonifica, il vantaggio per la salute che da essa potevano trarre le popolazioni residenti nelle aree umide e malsane o in aree a esse limitrofe. Nella fase moderna della bonifica, all’aspetto economico e igienico-sanitario si è aggiunto quello ambientale, l’esigenza di migliorare l’environmental quality e sviluppare iniziative per una fruizione del territorio consapevole e sostenibile. A questa lenta e continua opera di trasformazione è dedicato questo volume. Prendendo origine dalla rilettura critica degli Atti del primo Congresso Regionale Veneto delle bonifiche, tenutosi a San Donà di Piave dal 23 al 25 marzo 1922, si è voluto, a distanza di cento anni, rileggere il passato per immaginare il futuro. Allora l’idea di ‘bonifica integrale’, che affondava le proprie radici nei programmi agrari maturati nell’età giolittiana, era già stata pienamente acquisita. Durante il Congresso di San Donà di ‘bonifica integrale’ si parlò a più riprese, poiché essa non poteva essere procrastinata ulteriormente: le terre prosciugate richiedevano, infatti, la trasformazione fondiaria, da tempo si invocavano interventi radicali sui bacini montani e la malaria continuava a mietere vittime. A distanza di un secolo è necessario che tutti maturino la consapevolezza che, di fronte a un indiscusso cambiamento climatico e a eventi atmosferici estremi, risulta prioritario preservare le biodiversità, garantire l’equilibrio idrogeologico, la sicurezza sanitaria e la disponibilità di acqua per le colture.
2023
979-12-5997-166-1
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