Nonostante la fama di critico antiavanguardista, Enrico Falqui dedica attenzione al movimento futurista nel febbraio del 1952, organizzando un’inchiesta radiofonica in tre puntate per il Terzo Programma, all’interno del ciclo «Etichette del nostro tempo». Nel Fondo Falqui dell’“Archivio del Novecento” della Sapienza di Roma si conservano i materiali preparatori, raccolti in un faldone che custodisce in un unico fascicolo la bozza del copione della prima puntata e in un altro le testimonianze dei futuristi, in parte edite nel volume Il Futurismo. Il Novecentismo del 1953. Tra gli altri, assai interessanti i testi relativi all’esperienza teatrale: si tratta di dattiloscritti e manoscritti di S. D’Amico, R. Simoni, M. Apollonio, F. Cangiullo. Singolare quello lunghissimo, di ben 7 pagine dattiloscritte solo sul recto, di A. G. Bragaglia nel copione, ampiamente cassato, che rende conto del vivace clima che permise la maturazione del Teatro Sintetico, che «creò nuovissime miscele di serio e comico; di personaggi reali e irreali di compenetrazioni e di simultaneità nel tempo e nello spazio», dei Drammi di Oggetti, del Teatro della Sorpresa, «un teatro comico che si proponeva di esilarare, sorprendere con tutti i mezzi», del Teatro di Varietà: oltre a fornire preziose osservazioni teoriche corredate da esempi, la testimonianza risulta fondamentale anche per approfondire l’«atmosfera scenica», personaggi e linguaggio compresi, l’uso «delle luci colorate e dei volumi plastici in scena».

«La caffeina del mondo». Testimonianze sul teatro futurista nel Fondo Falqui

Antonio D'Ambrosio
2019

Abstract

Nonostante la fama di critico antiavanguardista, Enrico Falqui dedica attenzione al movimento futurista nel febbraio del 1952, organizzando un’inchiesta radiofonica in tre puntate per il Terzo Programma, all’interno del ciclo «Etichette del nostro tempo». Nel Fondo Falqui dell’“Archivio del Novecento” della Sapienza di Roma si conservano i materiali preparatori, raccolti in un faldone che custodisce in un unico fascicolo la bozza del copione della prima puntata e in un altro le testimonianze dei futuristi, in parte edite nel volume Il Futurismo. Il Novecentismo del 1953. Tra gli altri, assai interessanti i testi relativi all’esperienza teatrale: si tratta di dattiloscritti e manoscritti di S. D’Amico, R. Simoni, M. Apollonio, F. Cangiullo. Singolare quello lunghissimo, di ben 7 pagine dattiloscritte solo sul recto, di A. G. Bragaglia nel copione, ampiamente cassato, che rende conto del vivace clima che permise la maturazione del Teatro Sintetico, che «creò nuovissime miscele di serio e comico; di personaggi reali e irreali di compenetrazioni e di simultaneità nel tempo e nello spazio», dei Drammi di Oggetti, del Teatro della Sorpresa, «un teatro comico che si proponeva di esilarare, sorprendere con tutti i mezzi», del Teatro di Varietà: oltre a fornire preziose osservazioni teoriche corredate da esempi, la testimonianza risulta fondamentale anche per approfondire l’«atmosfera scenica», personaggi e linguaggio compresi, l’uso «delle luci colorate e dei volumi plastici in scena».
2019
Le forme del comico. Atti delle sessioni parallele del XXI Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti). Firenze, 6-9 settembre 2017
978-88-6032-512-9
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