Le autrici identificano i manoscritti e i libri a stampa illustrati prodotti per Santa Croce, e ragionano su quali fossero gli artisti e quali i contesti di lettura e visione di questi libri nel monastero. Mentre alcuni manoscritti sono stati dipinti da importanti professionisti del XV secolo, le opere spiritualmente edificanti e storiche destinate a essere lette in privato o ad alta voce sembrano essere state decorate dalle monache stesse. Le mani delle monache potrebbero essere intervenute anche nei secoli successivi per completare le iniziali del grande breviario in due volumi che oggi si conserva al Correr. L'oro e i colori vivaci del breviario ci offrono l’unico scorcio superstite dei preziosi materiali degli ornamenta sacra, degli oggetti e dei paramenti liturgici e dei reliquiari, oggi tutti perduti ma testimoniati dalle fonti. Il saggio si estende poi a considerare il rapporto della comunità giudecchina con il nuovo medium della stampa: grazie a uno stretto legame con Tommaso Giunta, erede di Lucantonio, che prese in affitto per lungo tempo una delle proprietà del cenobio, le monache poterono commissionare allo stampatore le edizioni del loro Officio del 1543 e del Salterio del 1565. I pochi esemplari superstiti sono stati rintracciati dalle due studiose, che ne analizzano le xilografie in relazione alla cultura visiva dell’epoca.
What did the Nuns of Santa Croce Read and See in Manuscript and Print?
Federica Toniolo;
2023
Abstract
Le autrici identificano i manoscritti e i libri a stampa illustrati prodotti per Santa Croce, e ragionano su quali fossero gli artisti e quali i contesti di lettura e visione di questi libri nel monastero. Mentre alcuni manoscritti sono stati dipinti da importanti professionisti del XV secolo, le opere spiritualmente edificanti e storiche destinate a essere lette in privato o ad alta voce sembrano essere state decorate dalle monache stesse. Le mani delle monache potrebbero essere intervenute anche nei secoli successivi per completare le iniziali del grande breviario in due volumi che oggi si conserva al Correr. L'oro e i colori vivaci del breviario ci offrono l’unico scorcio superstite dei preziosi materiali degli ornamenta sacra, degli oggetti e dei paramenti liturgici e dei reliquiari, oggi tutti perduti ma testimoniati dalle fonti. Il saggio si estende poi a considerare il rapporto della comunità giudecchina con il nuovo medium della stampa: grazie a uno stretto legame con Tommaso Giunta, erede di Lucantonio, che prese in affitto per lungo tempo una delle proprietà del cenobio, le monache poterono commissionare allo stampatore le edizioni del loro Officio del 1543 e del Salterio del 1565. I pochi esemplari superstiti sono stati rintracciati dalle due studiose, che ne analizzano le xilografie in relazione alla cultura visiva dell’epoca.Pubblicazioni consigliate
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