Nel corso dei primi decenni del XX secolo, gli intellettuali cinesi, immersi in un contesto sociale segnato da profonde crisi e radicali trasformazioni, volsero lo sguardo all’Occidente alla ricerca di soluzioni, fungendo da catalizzatori per l’introduzione di varie correnti di pensiero in Cina. Al centro di questo dialogo interculturale emerge la figura di Gabriele D’Annunzio, un noto poeta italiano la cui fama aveva già oltrepassato i confini nazionali. Sorprendentemente, non furono le opere letterarie di D’Annunzio a catturare inizialmente l’attenzione del pubblico cinese, bensì le sue audaci manovre politiche. Solo in un secondo momento, gli intellettuali cinesi rivolsero uno sguardo più ponderato e analitico alle sue composizioni letterarie. La reputazione di D’Annunzio in Cina fu però compromessa dalla sua complessa affiliazione al movimento fascista e, in particolare, alla figura di Benito Mussolini. A ciò si aggiunse uno scandalo di carattere amoroso: la vita sentimentale del poeta divenne una succosa fonte di pettegolezzo per il pubblico cinese dell’epoca. Sotto l’aspetto della critica letteraria, è interessante notare che le opere di D’Annunzio hanno ricevuto interpretazioni molteplici e talvolta contrastanti nel contesto cinese. Se esaminiamo la questione attraverso la lente del genere letterario, emerge un dettaglio particolarmente stimolante: l’influenza di D'Annunzio in Cina non è stata prevalentemente legata alla sua poesia, ma piuttosto ai suoi romanzi e ancor di più alle sue opere teatrali. Ciò può essere verificato dalle critiche e dalle traduzioni. In sintesi, la ricezione di D’Annunzio nel contesto cinese costituisce un campo di studio di innegabile interesse e rilevanza storica e culturale. Pertanto il fatto che tale tema sia stata largamente trascurato sia nell’ambito accademico italiano che in quello cinese è fonte di particolare stupore. Con l’obiettivo di colmare questa lacuna, la presente ricerca si propone di analizzare le ragioni principali che hanno facilitato l’introduzione e la diffusione delle opere dannunziane in Cina, mediante un’attenta analisi dei documenti storici, adottando un approccio metodologico multidisciplinare che integra l’estetica della ricezione, la critica della risposta del lettore, la sociologia della letteratura e la traduttologia. Si intende, inoltre, a tracciare l’evoluzione della reputazione di D’Annunzio in Cina nel corso delle diverse fasi del primo Novecento, valutando l’effettivo impatto del poeta sul panorama letterario cinese.

Il poeta Vate in Oriente: la ricezione di D’Annunzio in Cina nel primo Novecento / Yang, Yi. - (2024 Feb 19).

Il poeta Vate in Oriente: la ricezione di D’Annunzio in Cina nel primo Novecento

YANG, YI
2024

Abstract

Nel corso dei primi decenni del XX secolo, gli intellettuali cinesi, immersi in un contesto sociale segnato da profonde crisi e radicali trasformazioni, volsero lo sguardo all’Occidente alla ricerca di soluzioni, fungendo da catalizzatori per l’introduzione di varie correnti di pensiero in Cina. Al centro di questo dialogo interculturale emerge la figura di Gabriele D’Annunzio, un noto poeta italiano la cui fama aveva già oltrepassato i confini nazionali. Sorprendentemente, non furono le opere letterarie di D’Annunzio a catturare inizialmente l’attenzione del pubblico cinese, bensì le sue audaci manovre politiche. Solo in un secondo momento, gli intellettuali cinesi rivolsero uno sguardo più ponderato e analitico alle sue composizioni letterarie. La reputazione di D’Annunzio in Cina fu però compromessa dalla sua complessa affiliazione al movimento fascista e, in particolare, alla figura di Benito Mussolini. A ciò si aggiunse uno scandalo di carattere amoroso: la vita sentimentale del poeta divenne una succosa fonte di pettegolezzo per il pubblico cinese dell’epoca. Sotto l’aspetto della critica letteraria, è interessante notare che le opere di D’Annunzio hanno ricevuto interpretazioni molteplici e talvolta contrastanti nel contesto cinese. Se esaminiamo la questione attraverso la lente del genere letterario, emerge un dettaglio particolarmente stimolante: l’influenza di D'Annunzio in Cina non è stata prevalentemente legata alla sua poesia, ma piuttosto ai suoi romanzi e ancor di più alle sue opere teatrali. Ciò può essere verificato dalle critiche e dalle traduzioni. In sintesi, la ricezione di D’Annunzio nel contesto cinese costituisce un campo di studio di innegabile interesse e rilevanza storica e culturale. Pertanto il fatto che tale tema sia stata largamente trascurato sia nell’ambito accademico italiano che in quello cinese è fonte di particolare stupore. Con l’obiettivo di colmare questa lacuna, la presente ricerca si propone di analizzare le ragioni principali che hanno facilitato l’introduzione e la diffusione delle opere dannunziane in Cina, mediante un’attenta analisi dei documenti storici, adottando un approccio metodologico multidisciplinare che integra l’estetica della ricezione, la critica della risposta del lettore, la sociologia della letteratura e la traduttologia. Si intende, inoltre, a tracciare l’evoluzione della reputazione di D’Annunzio in Cina nel corso delle diverse fasi del primo Novecento, valutando l’effettivo impatto del poeta sul panorama letterario cinese.
19-feb-2024
Il poeta Vate in Oriente: la ricezione di D’Annunzio in Cina nel primo Novecento / Yang, Yi. - (2024 Feb 19).
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Descrizione: Tesi_Yi_YANG
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3509701
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