A partire dalla seconda metà dell’Ottocento Venezia è protagonista di una complessa trasformazione urbana. La costruzione del ponte ferroviario translagunare (1846) decreta la fine dell’insularità e inaugura una stagione di grandi cambiamenti che culmina, nei primi decenni del secolo successivo, con la nascita di Porto Marghera e la realizzazione delle infrastrutture progettate da Eugenio Miozzi. Nel 1930 l'ingegnere bresciano elabora un progetto per il nuovo ponte carraio (all’epoca detto “del Littorio”, oggi Ponte della Libertà) che doveva connettere la città lagunare con l’immediato entroterra. L’impresa si inseriva all’interno dell’articolata campagna di lavori pubblici promossa dal regime fascista tra il 1929 e il 1934 con l’obbiettivo di contrastare la precaria situazione economica internazionale e la crescente disoccupazione. In tale contesto opere come il Ponte dell’Accademia, il Ponte degli Scalzi e il Ponte del Littorio, inaugurate fra il 1933 e il 1934, possono essere intese come parte integrante della “grande Venezia” in fieri e, assieme al Rio Nuovo, vanno comprese nell’ampia rimodulazione del tessuto urbano coordinata dall’ingegnere. Nello stesso periodo in cui Eugenio Miozzi avvia questi interventi l’artista veneziano Giovanni Giuliani realizza un interessante album di incisioni in cui i principali cantieri veneziani degli anni Trenta divengono i protagonisti di affascinanti vedute urbane. Tali opere talvolta presentano una straordinaria somiglianza con altre importanti testimonianze dell’epoca: le fotografie prodotte dallo studio Giacomelli. Il presente contributo intende mettere in luce la valenza storico-documentaria ed estetica di questa pregevole serie di stampe che rappresenta una prova concreta dell’affermazione novecentesca dell’acquaforte quale linguaggio artistico autonomo ed originale.

La "grande Venezia" incisa. I cantieri di Eugenio Miozzi nelle acqueforti di Giovanni Giuliani

SARA RAGO
In corso di stampa

Abstract

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento Venezia è protagonista di una complessa trasformazione urbana. La costruzione del ponte ferroviario translagunare (1846) decreta la fine dell’insularità e inaugura una stagione di grandi cambiamenti che culmina, nei primi decenni del secolo successivo, con la nascita di Porto Marghera e la realizzazione delle infrastrutture progettate da Eugenio Miozzi. Nel 1930 l'ingegnere bresciano elabora un progetto per il nuovo ponte carraio (all’epoca detto “del Littorio”, oggi Ponte della Libertà) che doveva connettere la città lagunare con l’immediato entroterra. L’impresa si inseriva all’interno dell’articolata campagna di lavori pubblici promossa dal regime fascista tra il 1929 e il 1934 con l’obbiettivo di contrastare la precaria situazione economica internazionale e la crescente disoccupazione. In tale contesto opere come il Ponte dell’Accademia, il Ponte degli Scalzi e il Ponte del Littorio, inaugurate fra il 1933 e il 1934, possono essere intese come parte integrante della “grande Venezia” in fieri e, assieme al Rio Nuovo, vanno comprese nell’ampia rimodulazione del tessuto urbano coordinata dall’ingegnere. Nello stesso periodo in cui Eugenio Miozzi avvia questi interventi l’artista veneziano Giovanni Giuliani realizza un interessante album di incisioni in cui i principali cantieri veneziani degli anni Trenta divengono i protagonisti di affascinanti vedute urbane. Tali opere talvolta presentano una straordinaria somiglianza con altre importanti testimonianze dell’epoca: le fotografie prodotte dallo studio Giacomelli. Il presente contributo intende mettere in luce la valenza storico-documentaria ed estetica di questa pregevole serie di stampe che rappresenta una prova concreta dell’affermazione novecentesca dell’acquaforte quale linguaggio artistico autonomo ed originale.
In corso di stampa
La città degli storici dell'arte / The City of Art Historians
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