Il contributo interpreta l'approccio visuale al sacro di Flavio Faganello, evidenziando come le sue fotografie permettano a osservatori e pubblico di apprezzare il suo contributo alla memoria collettiva: col suo radicamento nel territorio la fotografia a soggetto sacro di Faganello dà forma visibile alla "topografia leggendaria" del Trentino-Alto Adige. Attraverso il suo sguardo etnografico, Faganello immortala il peculiare rapporto tra persone, comunità, pratiche religiose e luoghi sacri, abbracciando diversi periodi della modernizzazione di questa regione alpina e la sua intrinseca multiculturalità. Il sodalizio con Aldo Gorfer ha prodotto importanti inchieste fotografiche e giornalistiche che documentano in modo ricorsivo la vita delle comunità montane, gli aspetti collettivi di cultura e tradizioni. Opere come "Solo il vento bussa alla porta" e "Gli eredi della solitudine" testimoniano la realtà attraverso l'intersezione dei piani informativo, interpretativo e relazionale della fotografia di Faganello. La sua fotografia restituisce l'essenziale delle tradizioni religiose, non va a indagarne le origini, né propone una lettura che non derivi dalla sua scelta per lo scatto. Le immagini esplorano il rapporto tra fedeli, santuari, chiese, catturando momenti di devozione collettiva e fede domestica. Questo patrimonio visuale rappresenta una risorsa per l'analisi socio-antropologica della visibilità della religione in tempi in cui le scienze sociali si interessano alla "religione vissuta", allontanandosi definitivamente dall’idea di “religiosità popolare”. L'articolo sottolinea come la fotografia restituisca il valore delle testimonianze dirette o indirette dei fedeli, che rappresentano credenze ingenue e vivaci all'interno delle varie comunità, permettendo di seguire l'evoluzione spontanea delle tradizioni e dei bisogni dell'immaginario religioso. La fotografia di Faganello cattura questa dimensione, senza indagare la correttezza storica o teologica, ma prendendo le tradizioni così come appaiono, già formate. In sintesi, il contributo di Faganello costituisce un patrimonio visivo che esercita l'analisi socio-antropologica della religione, componendosi di materiali che rendono visibile la "religione vissuta" e la trasmissione della religiosità come memoria del presente. Le sue immagini etnografiche offrono uno sguardo unico sul rapporto tra società, credenti, religione e sacro in questa regione alpina, restituendo l'essenza di riti, tradizioni e fede popolare.
I tempi del sacro e la religione vissuta. Spazi e memoria in Flavio Faganello
Rech Giovanna
2025
Abstract
Il contributo interpreta l'approccio visuale al sacro di Flavio Faganello, evidenziando come le sue fotografie permettano a osservatori e pubblico di apprezzare il suo contributo alla memoria collettiva: col suo radicamento nel territorio la fotografia a soggetto sacro di Faganello dà forma visibile alla "topografia leggendaria" del Trentino-Alto Adige. Attraverso il suo sguardo etnografico, Faganello immortala il peculiare rapporto tra persone, comunità, pratiche religiose e luoghi sacri, abbracciando diversi periodi della modernizzazione di questa regione alpina e la sua intrinseca multiculturalità. Il sodalizio con Aldo Gorfer ha prodotto importanti inchieste fotografiche e giornalistiche che documentano in modo ricorsivo la vita delle comunità montane, gli aspetti collettivi di cultura e tradizioni. Opere come "Solo il vento bussa alla porta" e "Gli eredi della solitudine" testimoniano la realtà attraverso l'intersezione dei piani informativo, interpretativo e relazionale della fotografia di Faganello. La sua fotografia restituisce l'essenziale delle tradizioni religiose, non va a indagarne le origini, né propone una lettura che non derivi dalla sua scelta per lo scatto. Le immagini esplorano il rapporto tra fedeli, santuari, chiese, catturando momenti di devozione collettiva e fede domestica. Questo patrimonio visuale rappresenta una risorsa per l'analisi socio-antropologica della visibilità della religione in tempi in cui le scienze sociali si interessano alla "religione vissuta", allontanandosi definitivamente dall’idea di “religiosità popolare”. L'articolo sottolinea come la fotografia restituisca il valore delle testimonianze dirette o indirette dei fedeli, che rappresentano credenze ingenue e vivaci all'interno delle varie comunità, permettendo di seguire l'evoluzione spontanea delle tradizioni e dei bisogni dell'immaginario religioso. La fotografia di Faganello cattura questa dimensione, senza indagare la correttezza storica o teologica, ma prendendo le tradizioni così come appaiono, già formate. In sintesi, il contributo di Faganello costituisce un patrimonio visivo che esercita l'analisi socio-antropologica della religione, componendosi di materiali che rendono visibile la "religione vissuta" e la trasmissione della religiosità come memoria del presente. Le sue immagini etnografiche offrono uno sguardo unico sul rapporto tra società, credenti, religione e sacro in questa regione alpina, restituendo l'essenza di riti, tradizioni e fede popolare.Pubblicazioni consigliate
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