Il saggio parte dalle caratteristiche della scarna rappresentazione della città nel primo Calvino (soprattutto nei "Racconti"), e dalla modalità "indiretta" con cui essa compare, mediata da tracce visive o uditive che necessitano di interpretazione; quindi ricorda come anche in testi non ambientati in città ("Il Visconte dimezzato", "La Formica argentina") le informazioni spesso arrivino ai personaggi per il tramite di segni, e come questi assumano un ruolo sempre più centrale e autoreferenziale nelle "Cosmicomiche" e soprattutto in alcuni racconti di "Ti con Zero", fino a sostituirsi ai loro referenti; infine, date tutte queste premesse, verifica l'incontro fra rappresentazione della città e la presenza dei segni nelle "Città invisibili" esasperi la contrapposizione (e la contraddizione) fra la tendenza all'astrazione della realtà in codice e l'insoddisfazione e la frustrazione per la riduzione di complessità che tale processo comporta.
«Sotto questo fitto involucro di segni»: Calvino e il linguaggio della città
Attilio Motta
2025
Abstract
Il saggio parte dalle caratteristiche della scarna rappresentazione della città nel primo Calvino (soprattutto nei "Racconti"), e dalla modalità "indiretta" con cui essa compare, mediata da tracce visive o uditive che necessitano di interpretazione; quindi ricorda come anche in testi non ambientati in città ("Il Visconte dimezzato", "La Formica argentina") le informazioni spesso arrivino ai personaggi per il tramite di segni, e come questi assumano un ruolo sempre più centrale e autoreferenziale nelle "Cosmicomiche" e soprattutto in alcuni racconti di "Ti con Zero", fino a sostituirsi ai loro referenti; infine, date tutte queste premesse, verifica l'incontro fra rappresentazione della città e la presenza dei segni nelle "Città invisibili" esasperi la contrapposizione (e la contraddizione) fra la tendenza all'astrazione della realtà in codice e l'insoddisfazione e la frustrazione per la riduzione di complessità che tale processo comporta.Pubblicazioni consigliate
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