Il tema pace rimanda a diverse concettualizzazioni; lo stesso si può dire a proposito della guerra. Non hanno un significato univoco, valido in modo universale. Al variare delle teorizzazioni, del contesto storico e socioeconomico, delle discipline che si considerano, varia l’idea di pace e di guerra a cui si sta facendo riferimento. Si passa dal considerare la prima come «pausa» fra una guerra e l’altra, o dal pensare la pace come una fase di superamento di visioni belliciste, o come un processo di costruzione di condizioni il più possibile universali; si parla di pace positiva e negativa, di diversi modi per creare società pacifiche, ecc. La complessità culturale esiste, così come è pulsante un pluralismo concettuale; da un punto di vista psico-sociale questa ricchezza è fondamentale per ragionarci su, ricercare modalità, elaborare pensieri altri per fronteggiare violenza e conflitti armati, non solo per ridurre le sofferenze ma anche e soprattutto per costruire società migliori. Le domande che ci poniamo allora e a questo punto sono: quanto posseggono le giovani generazioni di questa complessità e di questo pluralismo? Quali sono le idee di pace e di guerra a cui fanno riferimento? Purtroppo le nostre recenti ricerche, svolte nell’ambito del Laboratorio La.R.I.O.S. (Laboratorio di Ricerca ed Intervento per l'Orientamento alle Scelte) dell'Università di Padova, con adolescenti stanno mettendo in evidenza tratti di superficialità e di «semplicismo» intorno a questi temi. Tali dati oltre a denunciare la presenza di una certa povertà concettuale, ci spingono sia a considerare l’importanza di promuovere una profonda coscienza critica nei giovani, sia a riflettere come comunità scientifica a riflettere anche sul nostro ruolo e sulla nostra capacità di incidere profondamente nelle istituzioni sociali fondamentali, come famiglia, scuola, terzo settore. Di fatto la ricchezza concettuale non può rimanere patrimonio di pochi e dovrebbe invece e al contrario diventare nutrimento per molti e fonte di ispirazione per immaginare nuove società pacifiche, traiettorie per realizzarle, compresa quella del diritto alla pace per tutte le forme di vita, umane e non, e soprattutto oggi.

Pace, guerra, diritto alla pace: la necessità di un profondo e pluralista cammino culturale

Laura Nota;Sara Santilli;Denise Zucchini;Maria Cristina Ginevra;
2025

Abstract

Il tema pace rimanda a diverse concettualizzazioni; lo stesso si può dire a proposito della guerra. Non hanno un significato univoco, valido in modo universale. Al variare delle teorizzazioni, del contesto storico e socioeconomico, delle discipline che si considerano, varia l’idea di pace e di guerra a cui si sta facendo riferimento. Si passa dal considerare la prima come «pausa» fra una guerra e l’altra, o dal pensare la pace come una fase di superamento di visioni belliciste, o come un processo di costruzione di condizioni il più possibile universali; si parla di pace positiva e negativa, di diversi modi per creare società pacifiche, ecc. La complessità culturale esiste, così come è pulsante un pluralismo concettuale; da un punto di vista psico-sociale questa ricchezza è fondamentale per ragionarci su, ricercare modalità, elaborare pensieri altri per fronteggiare violenza e conflitti armati, non solo per ridurre le sofferenze ma anche e soprattutto per costruire società migliori. Le domande che ci poniamo allora e a questo punto sono: quanto posseggono le giovani generazioni di questa complessità e di questo pluralismo? Quali sono le idee di pace e di guerra a cui fanno riferimento? Purtroppo le nostre recenti ricerche, svolte nell’ambito del Laboratorio La.R.I.O.S. (Laboratorio di Ricerca ed Intervento per l'Orientamento alle Scelte) dell'Università di Padova, con adolescenti stanno mettendo in evidenza tratti di superficialità e di «semplicismo» intorno a questi temi. Tali dati oltre a denunciare la presenza di una certa povertà concettuale, ci spingono sia a considerare l’importanza di promuovere una profonda coscienza critica nei giovani, sia a riflettere come comunità scientifica a riflettere anche sul nostro ruolo e sulla nostra capacità di incidere profondamente nelle istituzioni sociali fondamentali, come famiglia, scuola, terzo settore. Di fatto la ricchezza concettuale non può rimanere patrimonio di pochi e dovrebbe invece e al contrario diventare nutrimento per molti e fonte di ispirazione per immaginare nuove società pacifiche, traiettorie per realizzarle, compresa quella del diritto alla pace per tutte le forme di vita, umane e non, e soprattutto oggi.
2025
Pace Diritto Umano. Idee, progetti, raccomandazioni per realizzare l'unico futuro possibile
978-88-6938-491-2
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