Il saggio prende in esame il volume "Dopo l'avanguardia" come esemplare per definire il metodo del lavoro critico di Spinazzola, secondo il quale, il campo letterario degli anni Settanta si configura come un "sistema" cioè come un complesso di elementi che stanno tra loro in interazione. Il critico è investito dalla responsabilità di dover valutare in modo dialettico ogni segmento del campo, tenendo presenti a un tempo criteri estetici e criteri sociologici. Un dovere, questo, ribadito due anni dopo l’uscita nel primo fascicolo di "Tirature". Il metodo di Spinazzola, evidente nell’impianto dell’annuario, non si limita a mettere al centro il punto di vista dei lettori ma presuppone un’estetica della lettura e dunque un ripensamento complessivo delle prospettive di sviluppo o decadenza della civiltà della parola scritta. Spinazzola sta in tal modo dalla stessa parte di Gramsci che, da studioso del folclore, percepisce nel “popolo” delle stratificazioni culturali variamente combinate: intende estendere quanto possibile le capacità di fruizione estetica, di socializzare la possibilità di «valorizzare esteticamente il testo», di captarne «il nucleo centrale dell’invenzione creativa». Vale a dire di difendere il diritto al piacere di leggere, la socializzazione del godimento estetico, la felicità della fantasia. In "Dopo l’Avanguardia", infatti, i romanzi del decennio sono valutati proprio per la loro capacità di creare quote di consenso o di dissenso in fasce diverse di lettori, tenendo fermo il valore dell’immaginazione e il riconoscimento della letterarietà come risorse sociali,

Polarità dell'intreccio e tassonomie della ricezione: il sistema letterario degli anni Settanta in "Dopo l'avanguardia"

Emanuele Zinato
2025

Abstract

Il saggio prende in esame il volume "Dopo l'avanguardia" come esemplare per definire il metodo del lavoro critico di Spinazzola, secondo il quale, il campo letterario degli anni Settanta si configura come un "sistema" cioè come un complesso di elementi che stanno tra loro in interazione. Il critico è investito dalla responsabilità di dover valutare in modo dialettico ogni segmento del campo, tenendo presenti a un tempo criteri estetici e criteri sociologici. Un dovere, questo, ribadito due anni dopo l’uscita nel primo fascicolo di "Tirature". Il metodo di Spinazzola, evidente nell’impianto dell’annuario, non si limita a mettere al centro il punto di vista dei lettori ma presuppone un’estetica della lettura e dunque un ripensamento complessivo delle prospettive di sviluppo o decadenza della civiltà della parola scritta. Spinazzola sta in tal modo dalla stessa parte di Gramsci che, da studioso del folclore, percepisce nel “popolo” delle stratificazioni culturali variamente combinate: intende estendere quanto possibile le capacità di fruizione estetica, di socializzare la possibilità di «valorizzare esteticamente il testo», di captarne «il nucleo centrale dell’invenzione creativa». Vale a dire di difendere il diritto al piacere di leggere, la socializzazione del godimento estetico, la felicità della fantasia. In "Dopo l’Avanguardia", infatti, i romanzi del decennio sono valutati proprio per la loro capacità di creare quote di consenso o di dissenso in fasce diverse di lettori, tenendo fermo il valore dell’immaginazione e il riconoscimento della letterarietà come risorse sociali,
2025
Vittorio Spinazzola e la democrazia letteraria
9788846771667
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