L'interrogativo di ricerca riguarda la capacità della cultura politica, ovvero dei paradigmi interpretativi costruiti su di essa, di continuare a spiegare le scelte di voto. Tra 1992 e 1994 la scomparsa della Dc ha prodotto un'ampia articolazione dell'offerta e le scelte di voto dell'elettorato - nell'arco del quindicennio circa successivo alla sua scomparsa - non sono andate nel senso della continuità, non hanno premiato in maniera preminente i partiti postdemocristiani, bensì si sono orientate verso una chiara e stabile adesione all'offerta del centro-destra nelle sue componenti maggiori e più nuove, Lega e Forza Italia. La Lega emerge dall'analisi ecologica come il partito che ha saputo allacciare e mantenere il legame più stretto con il territorio e che ha ottenuto con più continuità nel maggior numero di comuni medie di voto superiori a quella regionale. L'analisi del voto condotta nel Veneto individua una forte e specifica «continuità» territoriale alla base del «mutamento»: si osserva, cioè, che laddove era più solida l'egemonia elettorale democristiana ha trovato più largo ascolto il tema della «questione settentrionale» e più successo ha avuto l'offerta della Lega Nord; che ha recuperato e riprodotto in chiave localistica gli elementi di identità territoriale. In Veneto la cultura politica territoriale ha mostrato una capacità di tenere e di riprodursi indipendentemente dalle sorti del partito egemone, e si è colorata repentinamente e intensamente del verde leghista laddove si era per decenni colorata del bianco democristiano. La conclusione è che la specificità della cultura politica radicata intorno alla frattura centro-periferia permane e trova rappresentanza politico-elettorale specialmente, anche se non esclusivamente, nella Lega Nord.
Le culture politiche al voto (1994-2006): il Veneto tra localismo e crisi di integrazione politica
RICCAMBONI, GIANNI
2007
Abstract
L'interrogativo di ricerca riguarda la capacità della cultura politica, ovvero dei paradigmi interpretativi costruiti su di essa, di continuare a spiegare le scelte di voto. Tra 1992 e 1994 la scomparsa della Dc ha prodotto un'ampia articolazione dell'offerta e le scelte di voto dell'elettorato - nell'arco del quindicennio circa successivo alla sua scomparsa - non sono andate nel senso della continuità, non hanno premiato in maniera preminente i partiti postdemocristiani, bensì si sono orientate verso una chiara e stabile adesione all'offerta del centro-destra nelle sue componenti maggiori e più nuove, Lega e Forza Italia. La Lega emerge dall'analisi ecologica come il partito che ha saputo allacciare e mantenere il legame più stretto con il territorio e che ha ottenuto con più continuità nel maggior numero di comuni medie di voto superiori a quella regionale. L'analisi del voto condotta nel Veneto individua una forte e specifica «continuità» territoriale alla base del «mutamento»: si osserva, cioè, che laddove era più solida l'egemonia elettorale democristiana ha trovato più largo ascolto il tema della «questione settentrionale» e più successo ha avuto l'offerta della Lega Nord; che ha recuperato e riprodotto in chiave localistica gli elementi di identità territoriale. In Veneto la cultura politica territoriale ha mostrato una capacità di tenere e di riprodursi indipendentemente dalle sorti del partito egemone, e si è colorata repentinamente e intensamente del verde leghista laddove si era per decenni colorata del bianco democristiano. La conclusione è che la specificità della cultura politica radicata intorno alla frattura centro-periferia permane e trova rappresentanza politico-elettorale specialmente, anche se non esclusivamente, nella Lega Nord.Pubblicazioni consigliate
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