Con il rapido cambiamento di cultura e di economia che ha caratterizzato la montagna assieme ai montanari, anche la selvicoltura e il bosco hanno guadagnato nuove posizioni, un po' meno mirate allo sfruttamento del legname e molto più indirizzate alla valorizzazione del paesaggio, alla stabilità delle terre e alla riqualificazione dell'ambiente. Così stanno cambiando anche gli strumenti di interpretazione delle foreste e quelli di scelta degli interventi (o di non intervento) colturali; alla rifondazione delle tecniche forestali non partecipano più solo i selvicoltori, che ovunque sentono la necessità di procedere nel loro mestiere anche cercando collaborazioni veramente interdisciplinari in diversi campi, soprattutto in quelli della biologia applicata e della pedagogia. In questo contesto di fermenti, che sono insieme tecnici e culturali, è stato chiesto un primo contributo di idee ad un ricercatore che ha compiuto un lungo periodo di studi e di ricerca pura e applicata di "selvicoltura transdisciplinare" sia in Francia, presso la "Station Internationale de Phytosociologie" di Bailleul (sotto la guida di un illustre fitosociologo, il prof. Jean-Marie Géhu) e presso il Laboratorio Orsay ("Laboratoire de Biologie vegetale" della Faculté de Ecologie, con genetisti, ecofisiologi, pedologi ed ecologi delle comunità vegetali, tra i quali il prof. Alain Lacoste), sia in Italia, presso i laboratori di selvicoltura e di ecologia forestale dell'Università di Padova. - - - - - [ABSTRACT: Forest typology and space/time constraints. Every natural system is placed in other interdependent systems. In order to determine the best inquiring scale for a sustainable forest management, some suggestions are discussed]

Tipologia dei boschi : uno strumento per l'interpretazione e la gestione su basi ecologiche dei sistemi forestali

ZANELLA, AUGUSTO
1999

Abstract

Con il rapido cambiamento di cultura e di economia che ha caratterizzato la montagna assieme ai montanari, anche la selvicoltura e il bosco hanno guadagnato nuove posizioni, un po' meno mirate allo sfruttamento del legname e molto più indirizzate alla valorizzazione del paesaggio, alla stabilità delle terre e alla riqualificazione dell'ambiente. Così stanno cambiando anche gli strumenti di interpretazione delle foreste e quelli di scelta degli interventi (o di non intervento) colturali; alla rifondazione delle tecniche forestali non partecipano più solo i selvicoltori, che ovunque sentono la necessità di procedere nel loro mestiere anche cercando collaborazioni veramente interdisciplinari in diversi campi, soprattutto in quelli della biologia applicata e della pedagogia. In questo contesto di fermenti, che sono insieme tecnici e culturali, è stato chiesto un primo contributo di idee ad un ricercatore che ha compiuto un lungo periodo di studi e di ricerca pura e applicata di "selvicoltura transdisciplinare" sia in Francia, presso la "Station Internationale de Phytosociologie" di Bailleul (sotto la guida di un illustre fitosociologo, il prof. Jean-Marie Géhu) e presso il Laboratorio Orsay ("Laboratoire de Biologie vegetale" della Faculté de Ecologie, con genetisti, ecofisiologi, pedologi ed ecologi delle comunità vegetali, tra i quali il prof. Alain Lacoste), sia in Italia, presso i laboratori di selvicoltura e di ecologia forestale dell'Università di Padova. - - - - - [ABSTRACT: Forest typology and space/time constraints. Every natural system is placed in other interdependent systems. In order to determine the best inquiring scale for a sustainable forest management, some suggestions are discussed]
1999
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