Lavori pubblici, legge regionale e principi della legislazione statale (dopo la legge costituzionale n. 3/2001)

Obiettivo dello scritto è l’individuazione dei “principi fondamentali” cui il legislatore regionale deve attenersi - dopo la riforma operata con la legge cost. 18 ottobre 2001, n. 3 - quando esercita potestà concorrente in tema di lavori pubblici. A tal fine, dopo avere richiamato le indicazioni che si possono trarre dalla dottrina e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale sulla nozione dei “principi fondamentali” ai sensi dell’art. 117, c. 3, Cost. e sulla sede in cui rinvenirli, vengono in primo luogo puntualmente individuate, traendone ogniqualvolta possibile conferma dalla giurisprudenza costituzionale, le disposizioni della “legge-quadro in materia di lavori pubblici (l. 11 febbraio 1994, n. 109) che possono ritenersi assumere il valore di principi fondamentali della materia stessa. Nella seconda parte dello scritto vengono poi prese in esame la legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. “legge obiettivo”) ed il successivo decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, testo volto alla disciplina delle infrastrutture di carattere “strategico”, giungendo ad individuare i profili ed i limiti nei quali le loro disposizioni devono ritenersi applicabili anche in materie di competenza legislativa regionale concorrente: ne risultano così messe in luce, basandosi sulla giurisprudenza costituzionale, quali regole possono desumersene come “principi fondamentali” che la legge regionale deve rispettare quando le infrastrutture “strategiche” ricadono in materie di competenza concorrente; ne emerge altresì che le regioni hanno titolo a disciplinare, anche in deroga alle norme di dettaglio contenute nel predetto decreto n. 190/2002, tutte la corrispondenti “attività contrattuali e organizzative” diverse dalla approvazione dei progetti e dalle procedure di aggiudicazione.