Il presente studio, mediante l’utilizzo di un’intervista strutturata, ha indagato se bambini molto giovani (N=81, 4-7 anni) dimostravano di preferire maggiormente un coetaneo non disabile rispetto ad un coetaneo in sedia a rotelle (preferenza diretta). Inoltre, la ricerca ha esplorato come un bambino non disabile veniva percepito quando intratteneva delle relazioni positive con un coetaneo disabile piuttosto che con un coetaneo privo di menomazioni fisiche (preferenza indiretta). Infine è stato rilevato il contatto diretto con persone in sedie a rotelle dichiarato dai soggetti. I risultati evidenziano una marcata preferenza diretta verso il bambino non disabile. Inoltre, il compagno del bambino disabile è risultato meno accettato, valutato più negativamente e considerato meno simile al sé dai soggetti. Il contatto esperito con individui disabili non influenzava la preferenza diretta bensì quella indiretta: una maggior conoscenza di persone in sedia a rotelle si associava seppur debolmente ad una percezione più positiva del compagno del bambino disabile. La presente ricerca mette quindi in evidenza come l’emarginazione dei disabili possa estendersi anche a chi entra in contatto positivamente con loro. I risultati verranno discussi focalizzando l’attenzione sul ruolo che questi processi possono avere nel mantenere e nel ridurre il pregiudizio, e considerandone i risvolti pratici in ambito applicativo.

Relazioni tra pari: quando intrattenere rapporti positivi con un bambino in carrozzina conduce ad emarginazione

CASTELLI, LUIGI ALESSANDRO
2004

Abstract

Il presente studio, mediante l’utilizzo di un’intervista strutturata, ha indagato se bambini molto giovani (N=81, 4-7 anni) dimostravano di preferire maggiormente un coetaneo non disabile rispetto ad un coetaneo in sedia a rotelle (preferenza diretta). Inoltre, la ricerca ha esplorato come un bambino non disabile veniva percepito quando intratteneva delle relazioni positive con un coetaneo disabile piuttosto che con un coetaneo privo di menomazioni fisiche (preferenza indiretta). Infine è stato rilevato il contatto diretto con persone in sedie a rotelle dichiarato dai soggetti. I risultati evidenziano una marcata preferenza diretta verso il bambino non disabile. Inoltre, il compagno del bambino disabile è risultato meno accettato, valutato più negativamente e considerato meno simile al sé dai soggetti. Il contatto esperito con individui disabili non influenzava la preferenza diretta bensì quella indiretta: una maggior conoscenza di persone in sedia a rotelle si associava seppur debolmente ad una percezione più positiva del compagno del bambino disabile. La presente ricerca mette quindi in evidenza come l’emarginazione dei disabili possa estendersi anche a chi entra in contatto positivamente con loro. I risultati verranno discussi focalizzando l’attenzione sul ruolo che questi processi possono avere nel mantenere e nel ridurre il pregiudizio, e considerandone i risvolti pratici in ambito applicativo.
2004
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