Fin dai primi istanti di vita il pianto rappresenta un importante comportamento del bambino, un mezzo attraverso il quale egli comunica bisogni fisiologici e psicologici, richiamando l’attenzione e l’aiuto dell’adulto. Questo studio si pone come obiettivo quello di individuare, in una popolazione non-clinica da 0 a tre mesi, le principali caratteristiche del pianto, la sua durata, i suoi pattern evolutivi, i pattern quotidiani, le risposte dei genitori, la percezione del pianto, i significati ad esso attribuiti e le strategie maggiormente utilizzate per farvi fronte. Il nostro campione è composto da 60 bambini e dalle loro madri. I neonati (31 femmine e 29 maschi) sani e a termine, sono suddivisi in 5 coorti di 12 soggetti ciascuna, rispettivamente di 2, 4, 6, 8 e 10 settimane di età. Per la raccolta dei dati relativi alla quantità di pianto e all’organizzazione della giornata abbiamo proposto alle mamme la compilazione di un diario, una versione tradotta e adattata di quello ideato da Barr et al. (1988), spesso citato in letteratura e presentato come strumento valido e affidabile. Si tratta di una griglia prestampata suddivisa in quattro periodi (mattina, pomeriggio, sera e notte) che le mamme devono compilare per tre giorni consecutivi. I risultati evidenziano che nel campione considerato i bambini piangono in media 1 ora e 52 minuti al giorno, avvicinandosi ai valori riportati in letteratura. Le differenze nella quantità di pianto tra i 5 livelli di età non risultano significative, sebbene si osservi nel corso dei tre mesi un andamento simile a quello riportato in letteratura. Tuttavia vi è uno sviluppo significativo, con picco a 4 settimane, se prendiamo in considerazione solo il pianto diurno (mattina e pomeriggio). Viene poi confermata la presenza del picco di pianto serale riportato in letteratura. Tutti i comportamenti, compreso il pianto, risultano stabili nei tre giorni di registrazione e senza effetti legati al genere dei bambini. Per quanto riguarda l’attività materna, essa presenta un pattern di sviluppo significativo e una buona correlazione con il pianto del bambino. I comportamenti materni che più precisamente cambiano in base all’età del bambino sono l’ ”accudimento” e il “contatto corporeo”, con un picco massimo a 4 settimane e un valore minimo a 10 settimane.

Il pianto infantile: la percezione di 60 mamme di bambini nei primi 3 mesi di vita

BONICHINI, SABRINA;
2005

Abstract

Fin dai primi istanti di vita il pianto rappresenta un importante comportamento del bambino, un mezzo attraverso il quale egli comunica bisogni fisiologici e psicologici, richiamando l’attenzione e l’aiuto dell’adulto. Questo studio si pone come obiettivo quello di individuare, in una popolazione non-clinica da 0 a tre mesi, le principali caratteristiche del pianto, la sua durata, i suoi pattern evolutivi, i pattern quotidiani, le risposte dei genitori, la percezione del pianto, i significati ad esso attribuiti e le strategie maggiormente utilizzate per farvi fronte. Il nostro campione è composto da 60 bambini e dalle loro madri. I neonati (31 femmine e 29 maschi) sani e a termine, sono suddivisi in 5 coorti di 12 soggetti ciascuna, rispettivamente di 2, 4, 6, 8 e 10 settimane di età. Per la raccolta dei dati relativi alla quantità di pianto e all’organizzazione della giornata abbiamo proposto alle mamme la compilazione di un diario, una versione tradotta e adattata di quello ideato da Barr et al. (1988), spesso citato in letteratura e presentato come strumento valido e affidabile. Si tratta di una griglia prestampata suddivisa in quattro periodi (mattina, pomeriggio, sera e notte) che le mamme devono compilare per tre giorni consecutivi. I risultati evidenziano che nel campione considerato i bambini piangono in media 1 ora e 52 minuti al giorno, avvicinandosi ai valori riportati in letteratura. Le differenze nella quantità di pianto tra i 5 livelli di età non risultano significative, sebbene si osservi nel corso dei tre mesi un andamento simile a quello riportato in letteratura. Tuttavia vi è uno sviluppo significativo, con picco a 4 settimane, se prendiamo in considerazione solo il pianto diurno (mattina e pomeriggio). Viene poi confermata la presenza del picco di pianto serale riportato in letteratura. Tutti i comportamenti, compreso il pianto, risultano stabili nei tre giorni di registrazione e senza effetti legati al genere dei bambini. Per quanto riguarda l’attività materna, essa presenta un pattern di sviluppo significativo e una buona correlazione con il pianto del bambino. I comportamenti materni che più precisamente cambiano in base all’età del bambino sono l’ ”accudimento” e il “contatto corporeo”, con un picco massimo a 4 settimane e un valore minimo a 10 settimane.
2005
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