Nel presente articolo si mette in luce come la Carta canadese dei diritti e delle libertà abbia favorito una sorta di dialogo tra le corti incaricate del giudizio di costituzionalità (in pratica tutte, visto che il Canada ha implementato un sistema di controllo di costituzionalità di tipo diffuso) ed i parlamenti, sia quelli provinciali sia quello federale, e come tale dialogo sia problematico nella pratica. Il tema di cui si occupa il saggio si colloca dunque nel quadro teorico ampio del controllo di costituzionalità delle leggi, e più in particolare del rapporto tra Corti e legislativi per ciò che riguarda il seguito legislativo alle decisioni degli organi di giustizia costituzionale. Il problema insito in tale rapporto consiste nel determinare il modo in cui vengono contemperate due esigenze: da una parte quella di garantire il rispetto delle Carte costituzionali mediante l’esercizio di una funzione di controllo affidata ad organi giurisdizionali imparziali, ma non rappresentativi, e dall’altra quella di salvaguardare la sovranità degli organi rappresentativi, giacché il rispetto dovuto alla Costituzione dalle leggi non può tradursi in soggezione delle Assemblee legislative ai giudici. Il problema è noto alla dottrina statunitense e canadese come countermajoritarian difficulty . A tal proposito, l’esperienza canadese è molto interessante. Alcune particolarità dell’ordinamento costituzionale canadese hanno fatto sì che potesse svilupparsi e consolidarsi un efficiente meccanismo di dialogo tra tali organi. Questo meccanismo ha i suoi perni negli articoli 1 e 33 della Carta dei diritti e delle libertà. Da un lato i legislatori (quello federale e quelli provinciali) hanno la possibilità di superare i rilievi di incostituzionalità delle Corti dotando le proprie leggi di una clausola derogatoria espressa e/o di prevedere che i diritti garantiti dalla Carta siano sottoposti a «such reasonable limits prescribed by law as can be demostrably justified in a free and democratic society», dall’altro il dialogo tra Corti e legislatori è stimolato dal fatto che le prime possono accompagnare i rilievi di incostituzionalità, soprattutto per ciò che riguarda l’articolo 1 della Carta dei diritti e delle libertà, ad indicazioni che aiutano i legislatori a riadottare le leggi in modo conforme alla Carta stessa.

Il dialogo tra Corti e legislativi in Canada: una soluzione ai problemi di non democraticià del judicial review?

GEROTTO, SERGIO
2005

Abstract

Nel presente articolo si mette in luce come la Carta canadese dei diritti e delle libertà abbia favorito una sorta di dialogo tra le corti incaricate del giudizio di costituzionalità (in pratica tutte, visto che il Canada ha implementato un sistema di controllo di costituzionalità di tipo diffuso) ed i parlamenti, sia quelli provinciali sia quello federale, e come tale dialogo sia problematico nella pratica. Il tema di cui si occupa il saggio si colloca dunque nel quadro teorico ampio del controllo di costituzionalità delle leggi, e più in particolare del rapporto tra Corti e legislativi per ciò che riguarda il seguito legislativo alle decisioni degli organi di giustizia costituzionale. Il problema insito in tale rapporto consiste nel determinare il modo in cui vengono contemperate due esigenze: da una parte quella di garantire il rispetto delle Carte costituzionali mediante l’esercizio di una funzione di controllo affidata ad organi giurisdizionali imparziali, ma non rappresentativi, e dall’altra quella di salvaguardare la sovranità degli organi rappresentativi, giacché il rispetto dovuto alla Costituzione dalle leggi non può tradursi in soggezione delle Assemblee legislative ai giudici. Il problema è noto alla dottrina statunitense e canadese come countermajoritarian difficulty . A tal proposito, l’esperienza canadese è molto interessante. Alcune particolarità dell’ordinamento costituzionale canadese hanno fatto sì che potesse svilupparsi e consolidarsi un efficiente meccanismo di dialogo tra tali organi. Questo meccanismo ha i suoi perni negli articoli 1 e 33 della Carta dei diritti e delle libertà. Da un lato i legislatori (quello federale e quelli provinciali) hanno la possibilità di superare i rilievi di incostituzionalità delle Corti dotando le proprie leggi di una clausola derogatoria espressa e/o di prevedere che i diritti garantiti dalla Carta siano sottoposti a «such reasonable limits prescribed by law as can be demostrably justified in a free and democratic society», dall’altro il dialogo tra Corti e legislatori è stimolato dal fatto che le prime possono accompagnare i rilievi di incostituzionalità, soprattutto per ciò che riguarda l’articolo 1 della Carta dei diritti e delle libertà, ad indicazioni che aiutano i legislatori a riadottare le leggi in modo conforme alla Carta stessa.
2005
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