Nell’articolo vengono integralmente trascritte e commentate diciannove lettere inedite di argomento veronese, relative a Giambettino e Gaetano Cignaroli, e ad Antonio Canova. Il materiale documentario è stato rinvenuto nelle biblioteche civiche di Verona, Padova e del Museo Civico di Bassano del Grappa. Il primo nucleo consente di portare nuova luce sui rapporti di Giambettino Cignaroli con Parma, sulla sua aggregazione alla Reale Accademia di Belle Arti di quella città e sulla realizzazione della pala con la “Vergine, il Bambino e i santi Lucia, Lorenzo, Antonio da Padova e Barbara”: una commissione particolarmente prestigiosa, quest’ultima, che coinvolgeva la duchessa di Parma e la regina di Spagna, Elisabetta Farnese. Il secondo gruppo di missive è stato spedito nel 1789-1790 dallo scultore Gaetano Cignaroli, nipote di Giambettino, a Tommaso degli Obizzi, relativamente a una serie di statue destinate al parco del Catajo: il contenuto del carteggio offre, fra l’altro, anche interessanti informazioni di carattere tecnico sull’utilizzo della biacca. Le ultime nove lettere documentano, infine, dei rapporti di Canova con Verona: oltre che sulle attestazioni di affetto verso eminenti personalità veronesi, le epistole ci informano sull’arrivo a Verona nel 1814 di una “Venere” dello scultore (di cui non rimane oggi traccia); della ricerca di qualche ritratto di Sanmicheli che potesse servire da modello per il busto da collocare al Pantheon; dei contatti con la locale Accademia perché giungessero in città i calchi in gesso dello stesso Sanmicheli e di Veronese; dei timori, confessati a Isabella Teotochi Albrizzi il 22 settembre 1810, di dover rimanere in Francia dopo aver eseguito il ritratto dell’imperatrice.

Lettere di Giambettino Cignaroli, Gaetano Cignaroli e Antonio Canova

TOMEZZOLI, ANDREA
2005

Abstract

Nell’articolo vengono integralmente trascritte e commentate diciannove lettere inedite di argomento veronese, relative a Giambettino e Gaetano Cignaroli, e ad Antonio Canova. Il materiale documentario è stato rinvenuto nelle biblioteche civiche di Verona, Padova e del Museo Civico di Bassano del Grappa. Il primo nucleo consente di portare nuova luce sui rapporti di Giambettino Cignaroli con Parma, sulla sua aggregazione alla Reale Accademia di Belle Arti di quella città e sulla realizzazione della pala con la “Vergine, il Bambino e i santi Lucia, Lorenzo, Antonio da Padova e Barbara”: una commissione particolarmente prestigiosa, quest’ultima, che coinvolgeva la duchessa di Parma e la regina di Spagna, Elisabetta Farnese. Il secondo gruppo di missive è stato spedito nel 1789-1790 dallo scultore Gaetano Cignaroli, nipote di Giambettino, a Tommaso degli Obizzi, relativamente a una serie di statue destinate al parco del Catajo: il contenuto del carteggio offre, fra l’altro, anche interessanti informazioni di carattere tecnico sull’utilizzo della biacca. Le ultime nove lettere documentano, infine, dei rapporti di Canova con Verona: oltre che sulle attestazioni di affetto verso eminenti personalità veronesi, le epistole ci informano sull’arrivo a Verona nel 1814 di una “Venere” dello scultore (di cui non rimane oggi traccia); della ricerca di qualche ritratto di Sanmicheli che potesse servire da modello per il busto da collocare al Pantheon; dei contatti con la locale Accademia perché giungessero in città i calchi in gesso dello stesso Sanmicheli e di Veronese; dei timori, confessati a Isabella Teotochi Albrizzi il 22 settembre 1810, di dover rimanere in Francia dopo aver eseguito il ritratto dell’imperatrice.
2005
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