L’articolo propone una serie di informazioni sulla trasmissione, la storia e le trasformazioni che interessarono i canti dell’ufficio ritmico per sant’Antonio, composto da Giuliano da Spira nella prima metà del secolo XIII e rimasto nella pratica liturgico-musicale fino al Concilio Vaticano II. Dopo una rassegna sullo stato degli studi e sulle intonazioni polifoniche di canti dell’ufficio composte nei secoli XIV-XVI, vengono illustrate le due versioni in canto piano, quella “brevior” di uso comune e quella “longior” propria del convento del Santo. Seguono la discussione e l’analisi di una serie di intonazioni dei testi antoniani in canto fratto, in canto neogragoriano e in polifonia semplice, risalenti ai secoli XVII-XIX. In particolare, sono prese in considerazione composizioni di Lodovico Grossi da Viadana e Giovan Pietro Beltrami, che utilizzano la melodia dell’inno “En gratulemur hodie” per intonare il Credo e l’antifona “Elongavi fugiens”; di Giuseppe Frezza dalle Grotte di Castro, Giovanni Casoni, Marzio Erculeo e Francesco Maria Vallara che propongono nuove intonazioni a una e due voci del responsorio “Si queris miracula”; dei manoscritti 746 della Biblioteca Antoniana e di uno senza segnatura della Biblioteca del Seminario di Padova che contengono nuovi canti per la messa di sant’Antonio modellati sul primitivo ufficio di Giuliano da Spira.

Tradizioni liturgiche e musicali del culto antoniano

LOVATO, ANTONIO
1996

Abstract

L’articolo propone una serie di informazioni sulla trasmissione, la storia e le trasformazioni che interessarono i canti dell’ufficio ritmico per sant’Antonio, composto da Giuliano da Spira nella prima metà del secolo XIII e rimasto nella pratica liturgico-musicale fino al Concilio Vaticano II. Dopo una rassegna sullo stato degli studi e sulle intonazioni polifoniche di canti dell’ufficio composte nei secoli XIV-XVI, vengono illustrate le due versioni in canto piano, quella “brevior” di uso comune e quella “longior” propria del convento del Santo. Seguono la discussione e l’analisi di una serie di intonazioni dei testi antoniani in canto fratto, in canto neogragoriano e in polifonia semplice, risalenti ai secoli XVII-XIX. In particolare, sono prese in considerazione composizioni di Lodovico Grossi da Viadana e Giovan Pietro Beltrami, che utilizzano la melodia dell’inno “En gratulemur hodie” per intonare il Credo e l’antifona “Elongavi fugiens”; di Giuseppe Frezza dalle Grotte di Castro, Giovanni Casoni, Marzio Erculeo e Francesco Maria Vallara che propongono nuove intonazioni a una e due voci del responsorio “Si queris miracula”; dei manoscritti 746 della Biblioteca Antoniana e di uno senza segnatura della Biblioteca del Seminario di Padova che contengono nuovi canti per la messa di sant’Antonio modellati sul primitivo ufficio di Giuliano da Spira.
1996
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