Introduzione. Il trattamento ricostruttivo della perdita di sostanza ossea e quello della mancata consolidazione delle fratture richiedono quasi sempre un apporto biologico mediante trapianto osseo, autologo od omologo. L’indicazione è diventata molto frequente e la quantità d’osso necessaria è sempre maggiore. Una possibilità sostitutiva potrebbe essere, secondo gli Autori, l’innesto locale di fattori di crescita autologhi (AGF) che abbiano attività osteoinduttiva. Materiali e metodi. Nel periodo compreso fra ottobre 2001 e maggio 2002 sono stati utilizzati 14 volte gli AGF in associazione con idrossiapatite granulare d’origine corallina (ProOsteon 500 R) per indicazioni e sedi ossee differenti. Sono state trattate 8 perdite di sostanza (5 tibie, 1 omero, 1 acetabolo, 1 femore), 4 difetti iliaci periprotesici, un difetto femorale periprotesico, un ritardo di consolidazione tibiale. Sono stati operati 11 pazienti, otto femmine e tre maschi,che avevano l’età media di 36 anni (minimo 15, massimo 69). Gli AGF sono stati ricavati mediante degranulazione del concentrato piastrinico preparato 24 ore prima dell’intervento. Il gel piastrinico è stato innestato assieme ai granuli d’idrossiapatite.Sono stati valutati parametri clinici e radiografici. Risultati. L’integrazione è stata totale in tutti i casi; non si sono verificati fenomeni generali e locali di intolleranza biologica e clinica; nessun paziente ha necessitato di emotrasfusioni; non ci sono state complicazioni intraoperatorie o perioperatorie o post-operatorie. In tutte le sedi d’innesto il controllo radiologico ha mostrato il progressivo incremento della reazione ossea riparativa ed il ripristino della architettura scheletrica fra i tre ed i sei mesi postoperatori. Conclusioni. Lo studio ha dimostrato che il composto utilizzato, autologo e chimico, associando l’attività osteoinduttiva degli AGF e quella osteoconduttiva del Pro- Osteon 500 R, può avere un ruolo sostitutivo al trapianto osseo, in particolare nelle sedi scheletriche a prevalente contenuto spugnoso.

Ruolo dei fattori di crescita autologhi nella chirurgia ossea ricostruttiva.

ALDEGHERI, ROBERTO;
2002

Abstract

Introduzione. Il trattamento ricostruttivo della perdita di sostanza ossea e quello della mancata consolidazione delle fratture richiedono quasi sempre un apporto biologico mediante trapianto osseo, autologo od omologo. L’indicazione è diventata molto frequente e la quantità d’osso necessaria è sempre maggiore. Una possibilità sostitutiva potrebbe essere, secondo gli Autori, l’innesto locale di fattori di crescita autologhi (AGF) che abbiano attività osteoinduttiva. Materiali e metodi. Nel periodo compreso fra ottobre 2001 e maggio 2002 sono stati utilizzati 14 volte gli AGF in associazione con idrossiapatite granulare d’origine corallina (ProOsteon 500 R) per indicazioni e sedi ossee differenti. Sono state trattate 8 perdite di sostanza (5 tibie, 1 omero, 1 acetabolo, 1 femore), 4 difetti iliaci periprotesici, un difetto femorale periprotesico, un ritardo di consolidazione tibiale. Sono stati operati 11 pazienti, otto femmine e tre maschi,che avevano l’età media di 36 anni (minimo 15, massimo 69). Gli AGF sono stati ricavati mediante degranulazione del concentrato piastrinico preparato 24 ore prima dell’intervento. Il gel piastrinico è stato innestato assieme ai granuli d’idrossiapatite.Sono stati valutati parametri clinici e radiografici. Risultati. L’integrazione è stata totale in tutti i casi; non si sono verificati fenomeni generali e locali di intolleranza biologica e clinica; nessun paziente ha necessitato di emotrasfusioni; non ci sono state complicazioni intraoperatorie o perioperatorie o post-operatorie. In tutte le sedi d’innesto il controllo radiologico ha mostrato il progressivo incremento della reazione ossea riparativa ed il ripristino della architettura scheletrica fra i tre ed i sei mesi postoperatori. Conclusioni. Lo studio ha dimostrato che il composto utilizzato, autologo e chimico, associando l’attività osteoinduttiva degli AGF e quella osteoconduttiva del Pro- Osteon 500 R, può avere un ruolo sostitutivo al trapianto osseo, in particolare nelle sedi scheletriche a prevalente contenuto spugnoso.
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